Un bambino sugli spalti del circuito di Adelaide guarda lo spettacolo più incredibile di sempre. Ayrton Senna scatta dalla pole position, la prima volta in stagione dopo i troppi successi in Williams di Alain Prost, ex compagno di squadra e avversario di sempre. E' l'ultima volta per loro, per gli inseparabili Senna e Prost, l'ultima volta in cui scenderanno in pista insieme. Adelaide segna la fine del mondiale del 1993 e il ritiro del pilota francese, che chiude la sua carriera con la vittoria del quarto titolo mondiale.
Ma lì, in pista, non c'è tempo per la malinconia. Senna vuole chiudere una stagione difficile con un successo, e lasciare la McLaren nel migliore dei modi. Nel 1994 un'altra storia lo aspetta, il passaggio in Williams e un futuro incerto. La procedura di partenza deve essere ripetuta per tre volte, il pubblico grida, ma l'ansia non tocca il brasiliano più famoso del mondo: Senna tiene la posizione e porta la sua McLaren al successo, nonostante un problema al motore Ford. Piange, Ayrton Senna, sul podio di Adelaide, per l'ansia sfogata di un anno complicato, per la storia d'amore con McLaren appena finita e per un successo che resterà nella storia. Piange e ancora non lo sa che quella in Australia sarà l'ultima vittoria della sua carriera, conclusa tragicamente a Imola, sulla curva del Tamburello, meno di sei mesi dopo.
Il bambino sugli spalti neanche ci crede a quello che ha appena visto. Lui ha soli cinque anni, una matassa di capelli ricci e un kart con cui è deciso a inseguire il sogno della sua vita: diventare un pilota di Formula 1, come Ayrton Senna, e correre ed esultare e gridare e lottare.
A raccontarlo sarà lui, molti anni dopo, quando il trofeo vinto al Gran Premio di Monza del 2021 verrà posizionato proprio accanto a quello di Ayrton Senna ad Adelaide 1993. "Io c'ero - dice emozionato Daniel Ricciardo - io ero a quella gara". Quasi non si rendesse conto degli intrecci della vita che lo hanno portato lì, oggi pilota McLaren, ad osservare il trofeo di Adelaide di 28 anni fa.
Sono gomitoli di fili da snodare, le storie di questo sport, che si intrecciano come le piste su cui piloti di ogni generazione hanno corso, dal 1950 ad oggi. E il circuito di Adelaide, teatro di straordinari spettacoli in Formula 1 dal 1985 al 1995, fa parte di questo gomitolo.
Dieci anni di storia che potrebbero essere cento o mille, che raccontano di un Gran Premio - nel 1991 - durato soli 24 minuti, che portano ancora i segni dello storico scontro tra Michael Schumacher e Damon Hill, nel 1994, ultimo tassello nella prima vittoria mondiale di quello che sarebbe poi diventato un sette volte campione del mondo. Adelaide ricorda lo spaventoso incidente, nel 95, di Mika Hakkinen, la curva a S veloce dopo il via, e gli errori di chi - stagione dopo stagione - ha provato a sottovalutarla.
C'è un pezzo di cuore di questo sport, conservato con cura tra i cordoli di Victoria Park, e sapere che c'è, nonostante da più di vent'anni ormai la Formula 1 non torni a fargli visita, ci dà l'impressione che non se ne sia mai andata.
Fino ad oggi. Perché Greg Mackie, consigliere comunale di Adelaide, si è fatto portavoce di una mozione cittadina che vorrebbe far demolire la parte permanente del circuito che attraversa Victoria Park, ormai inutilizzata da molti anni, puntando a far eliminare 1.2 chilometri di tracciato, compresa la struttura dei box. La motivazione è semplice e comprensibile: smantellare una pista quasi completamente inutilizzata per eliminare il cemento che deturpa, a detta loro, il paesaggio del parco, ed evitare il rischio che un domani Victoria Park si possa trasformare in un cimitero di asfalto.
Comprensibile, chiaro, sensato. Ma il cuore manca comunque un battito. Perché Adelaide è un filo di quel gomitolo di storie incredibili, di bambini sugli spalti, di lacrime mai abbastanza versate. Di ultime volte e di primi mondiali, di curve da non sottovalutare mai. E vorremmo tenerla lì per sempre, nel grigiore del suo cemento abbandonato, perché solo grigia quella pista non è mai stata.