Ci sono rivalità che sono destinate a segnare per sempre la storia dello sport. La Formula 1, su questi duelli iconici e indimenticabili, ha scritto le pagine più importanti del suo grande libro: da Niki Lauda e James Hunt a Alain Prost e Ayrton Senna, passando Michael Schumacher e Mika Hakkinen. Mentre nel 2021 si è sviluppata in pista una nuova sfida generazionale, quella tra Lewis Hamilton e Max Verstappen, fino a pochi anni fa il rivale - e compagno di squadra - del britannico era un altro, un amico prima di un pilota da battere: Nico Rosberg.
Quella tra il tedesco e l'inglese è una storia che segnato la Formula 1 degli ultimi anni, arrivando al suo culmine nel 2016 quando, tra i due compagni di casa Mercedes, le cose si ruppero definitivamente, con il titolo da campione del mondo vinto da Rosberg, ad Abu Dhabi, e seguito dal suo inaspettato ritiro a soli 30 anni.
Una storia che per certi versi ricorda quella vissuta, su due ruote, da Valentino Rossi e Jorge Lorenzo ai tempi del complicato rapporto in Yamaha, e che lo stesso Dottore rievoca nel corso di un'intervista rilasciata a Graham Bensinger per la sua trasmissione In Depth With Graham Bensinger: "La rivalità tra me e Lorenzo è stata abbastanza simile a quella tra Hamilton e Rosberg. Loro erano più amici, perché avevano gareggiato insieme nei kart. Ma ci sono molte similitudini: due piloti-top, nella squadra migliore, con il mezzo migliore. Il problema è che lotti per lo stesso obiettivo. C’è un momento in cui le strade si incrociano. Non avere uno scontro è molto difficile. La parte peggiore si raggiunse a Barcellona, nel 2009, quando riuscii a batterlo all’ultima curva, nell’ultimo giro".
Gli attriti però iniziarono prima, racconta il Dottore: "Anche nel team iniziarono ad esserci alcuni problemi, perché la mia parte festeggiò tantissimo per la vittoria, mentre l’altra era molto arrabbiata. Nel 2008 io mi ero arrabbiato con la squadra, perché vollero mettere insieme due piloti top. Io avevo riportato la squadra al successo dopo 20 anni e pensavo di meritare un pilota che fosse un po’ meno forte di me. Sentivo che la squadra spingeva più per Lorenzo, per quello decisi di cambiare. A inizio 2012 provai a tornare in Yamaha, ma loro mi dissero che non era possibile. Pensai di dovermi fermare poi per fortuna dopo tre-quattro mesi le cose cambiarono".