Il campionato di Formula 1 del 2023 si sta avvicinando rapidamente. A meno di un mese dalle prove in Bahrain, le varie squadre stanno lavorando sull'assemblaggio e sull'affinamento delle loro vetture. La prima stagione della nuova era regolamentare, caratterizzata dal ritorno dei veicoli con effetto suolo, ha permesso alla Ferrari di tornare ad un livello competitivo sufficiente per ottenere quattro vittorie. Le aspettative per la stagione passata possono essere riassunte dal cambiamento nella gestione sportiva, con il cambio di Binotto/Vasseur che ha segnato la fine del lungo impegno del tecnico svizzero a Maranello. Il passaggio tra i due potrebbe essere gestito senza problemi solo se la Ferrari saprà imparare dai propri sbagli. Nell'ultimo periodo, il mondo della Formula 1 ha iniziato a preparare le gare utilizzando il simulatore, investendo in quelli più avanzati per replicare tutti gli aspetti di una gara. Inoltre, anche la progettazione delle macchine ha iniziato a fare affidamento sempre di più su strumenti come le gallerie del vento e il CFD per testare l'efficienza aerodinamica delle vetture senza doverle mettere sulla pista. Tuttavia, questi sistemi non sono perfetti e può succedere che le vetture che sembrano ultra-competitive al computer, non riscontrino lo stesso successo sulla pista. Questo è conosciuto come "mancanza di correlazione" tra i dati del simulatore e quelli della pista, aspetto che si è manifestato nel porpoising, non previsto né dalla Federazione, né dai team. Frederic Vasseur ha parlato dello sviluppo delle monoposto in fabbrica: “Simulazioni e simulatori sono i nostri strumenti migliori. Il tasso di sviluppo è estremo, grazie a questi mezzi. I team ora possono usare con sicurezza la tecnologia di simulazione per influenzare ciò che avviene durante il weekend di gara“.
Infatti, non è insolito conoscere gli assetti preparati dopo le prove libere proprio al simulatore: “Il team in fabbrica esegue simulazioni di assetto per tutta la notte, dopo aver raccolto i dati in pista al venerdì. Si delibera quindi un assetto più performante prima delle libere del sabato mattina. I quattro pilastri delle prestazioni sono galleria del vento, CFD, simulatore e la vettura. E ognuno di essi deve funzionare in maniera efficace per rendere l’insieme performante. Le simulazioni analizzano tutte le possibili variazioni di assetto, incluse le ali, l’altezza di marcia, le sospensioni e così via. Ma poi c’è l’evento in pista vero e proprio, che offre una moltitudine di variabili difficili da prevedere. I team devono quindi bilanciare costantemente teoria e pratica. Oggi la teoria è molto vicina alla realtà, molto di più rispetto a qualche anno fa. Le squadre ci si affidano maggiormente, ma affermare che possa fornire tutte le risposte è ben lontano dalla verità. Se il delta del simulatore si discosta di un solo punto percentuale, rischi di trovarti in testa o in coda. Una minima differenza percentuale tra simulazione e pista può fare una differenza enorme”.