Drudi Performance aveva più di un posto riservato alla presentazione 2023 di Gresini Racing alla Darsena Del Sale. D’altronde quell’azzurro lì, che Aldo chiama il colore dell’aria, è diventato in un attimo un marchio forte e ora ha una sua identità che si trova su camion, divise e parte del paddock. Nel mondo delle corse non c’è niente di simile, è un colore proiettato in avanti perché nei giorni in cui è stato scelto c’era un gran bisogno di futuro. Lui, Aldo, dice che mettendo la nuova moto vicino alla vecchia è facile rendersi conto del salto in avanti. Anzi, per essere precisi dice che la GP21 sembra sua nonna. Quest'anno Drudi è tornato a disegnare ancora una volta la Yamaha M1, così come la Ducati appena presentata a Madonna di Campiglio. A questo si aggiungono i caschi - Valentino compreso - e le idee per il prossimo Misano: in sintesi, Aldo Drudi ha il delicato compito di dare colore alle corse. E ce lo racconta così.
La livrea dell’anno scorso per il Team Gresini era dirompente, per il 2023 avete fatto un altro passo in avanti. Come l’hai pensata?
“L’idea era già ardita l’anno scorso, perché la scelta del colore era, mettiamola così, piuttosto inusuale. All’inizio questa moto ha suscitato un po’ di scalpore, non tutti erano convinti. Poi durante la stagione sono tornati a dirmi ‘ma alla fine sai che…’ e questa cosa ci ha dato la forza per andare avanti. Ormai quel colore è della nuova Gresini Racing, è il colore del rilancio. Il mix tra il rosso di Ducati e i colori Gresini ti restituisce questo contrasto acido - così si dice in gergo grafico - che crea novità, è un po’ di tendenza e devo dire che siamo stati i primi a muoverci in questo senso. Poi quando hai una moto di riferimento, che è quella dell’anno prima, diventa tutto più semplice: ci metti di fianco la nuova e a quel punto deve darti un impatto positivo. Se le paragoni - noi l’abbiamo fatto in ufficio con i file - quella dell’anno scorso sembra sua nonna”.
È già iconica in questa MotoGP.
“Si, ma bisogna anche essere onesti: le moto diventano belle quando vanno forte. L’anno scorso Enea ha vinto all’esordio, è stata un’avventura meravigliosa e così quel colore è diventato subito il colore”.
Hai disegnato anche la Yamaha M1, dandole una livrea camouflage che alla presentazione è stata definita ‘da guerra’. Coma la descriveresti?
“Faccio una premessa: quando progettiamo le grafiche dobbiamo tenere conto di un sacco di questioni: il rapporto tra sponsor e casa costruttrice, tra sponsor e team… e naturalmente anche l’immagine dei piloti, che hanno degli spazi sulla moto. Il colore del numero da gara e cose così. Noi dobbiamo armonizzare tutto e quest’anno l’abbiamo fatto per Ducati, per il Team Gresini e per Yamaha, che deve fare i conti con i suoi colori: il blu del marchio e il nero molto vincolante di Monster Energy, a cui noi abbiamo aggiunto un po’ di grigio che comunque nella tecnica della moto esiste. Così siamo riusciti a rinnovarla un po’ creando questo camouflage geometrico e devo dire che il risultato c’è. È una moto dinamica, poi resta l’immagine ufficiale di Yamaha Factory e Monster Energy, ma è un bel lavoro”.
Altri bei lavori per la MotoGP?
“Parlando di moto c’è la Ducati ufficiale, sia Superbike che MotoGP. Con vari passaggi in questi anni siamo riusciti a riproporla con il rosso classico di Ducati e ha portato bene, quindi siamo andati avanti per quella strada e ci è stato chiesto anche di armonizzare anche la Superbike a quel tipo di immagine. Poi continuiamo con i piloti, come sempre. Ne troviamo alcuni e ne perdiamo altri per vicissitudini con le sponsorizzazioni, ma va bene così. Quest’anno avremo Alex Rins e perderemo Fabio Quartararo che si è affidato a un artista francese, ma ho visto che il casco ci assomiglia molto. Naturalmente seguiamo i nostri piloti storici che per quanto riguarda la MotoGP sono Marini, Morbidelli e Bastianini, non è poco. E seguiamo comunque Valentino Rossi nella sua avventura in auto”.
È un casco molto bello quello di quest’anno… un po’ vintage, alla Haga!
“Esatto! È proprio un tributo ad Haga che è un caro amico di Valentino, un pazzo, un pilota vecchio stile un po’ come lo è Vale. Sul suo casco se vi ricordate eravamo arrivati all’essenza, due colori e massima sfumatura. Qua ci siamo detti ma sì, torniamo a fare una bella tamarrata! E abbiamo aggiunto le fiamme che sono uno dei temi classici del racing, specie quello di una volta. Abbiamo sovrapposto le fiamme ed è venuto fuori un bel lavoro, credo che sia apprezzato dai tifosi. A lui è piaciuto moltissimo”.
Per Misano farete ancora qualcosa quest’anno?
“Eh si, per Misano inizieremo molto presto perché la volontà è quella di rilanciare il Gran Premio. Già l’anno scorso è andata molto bene rispetto al Mugello e c’è la voglia di fare ancora meglio, di riportare il pienone in circuito. Nei prossimi giorni cominceremo ad organizzare il lavoro da fare in comunicazione, siamo totalmente coinvolti e vorremmo andare avanti con quell’idea delle maschere dei piloti che danzano e si scontrano mimando un po’ la gara”.
Il prossimo grosso progetto che vedremo da Drudi Performance?
“Probabilmente una nuova sfida con le imbarcazioni, su di una misura diversa e molto impegnativa. E poi c’è una novità, ma non posso citare le aziende coinvolte. Dovrebbe uscire qualcosa, tra qualche mese, che ci vede partner di due brand internazionali molto forti e che dovrebbe suscitare un po’ di scalpore, ma non voglio dire niente”.