Gresini Racing ci presenta le prime Ducati della stagione alla Darsena del Sale di Cervia, è il terzo sabato dell'anno. Fuori c’è un vento micidiale, il camion parcheggiato nello spiazzo davanti all'ingresso e una lunga serie di invitati, compresi i famigliari dei sei piloti che correranno per la squadra azzurra. A darci il benvenuto nella zona allestita per la presentazione c’è un angolo dedicato a Fausto: è una piattaforma sull'acqua con sopra due moto, il Garelli 125 del mondiale e la Honda del Team Pileri, le rispettive tute e un video proiettato sullo sfondo.
L’atmosfera assomiglia ad un primo giorno di scuola: long time no see, da quanto tempo. Eppure Valencia era solo a novembre. Il conto alla rovescia per l’ìnizio della presentazione (la trovate integrale in apertura) è fatto coi numeri dei piloti: -5 come il 58 di Marco Simoncelli, -1 dal 15 di Sete Gibernau. Poi il presentatore che si rivolge, in inglese, al grande pubblico dello streaming, cosa che Nadia Padovani - che lo raggiunge subito sul palco - si guarda bene dal fare: “Un 2022 pazzesco”, dice spezzando quella formalità britannica che fa un po’ sorridere. Ringrazia gli sponsor, i piloti, Ducati e chi supporta dall’alto, “il nostro amatissimo Fausto”. È come sentire uno di quei ragazzi in tuta nel parco chiuso dopo una bella gara gara: Nadia è spontanea, diretta. Davanti, ad applaudire, anche Gigi Dall’Igna. La prima ad essere presentata è la MotoE di Matteo Ferrari e Alessio Finello: dipinta di un azzurro Gresini, quel Pantone 2122 realizzato da Aldo Drudi che finisce anche sulla prima Ducati elettrica della storia. È bella, sportivissima. Gresini Racing ha vinto il primo mondiale Moto2 con Toni Elias e il primo della MotoE con Matteo Ferrari: se questo è un nuovo inizio, ci sarà una tradizione da rispettare.
Poi la Moto2, che guardando alla sorella maggiore si arricchisce del rosso per il title sponsor, il produttore cinese QJ Motor, marchio che tra le altre cose controlla l’italiana Benelli ed è parte del colosso Geely (Volvo, Jaguar, Land Rover). Il lancio è accompagnato da un lungo messaggio in cinese dell’amministratore delegato Guo Dongsao, che si conclude augurando a tutti un buon Anno del Coniglio: niente male per la costa romagnola. La moto è affidata a Filip Salac e Jeremy Alcoba, entrambi piuttosto carichi per la stagione.
Si arriva così al gran finale, la MotoGP. È anticipata da una potente coreografia fatta da pannelli illuminati e barre a led, dietro ai quali si posizionano i piloti in carena sulla moto. Bello, molto. “Basta con questa storia di togliere i veli”, ci dice scherzando Nadia più tardi. “Aveva un po’ stufato, no?”. Ha ragione. Come ha avuto ragione a scegliere quel colore lì, l’azzurro Gresini che è diventato in un attimo, dalla prima gara in Qatar vinta da Enea Bastianini, una firma distintiva. E si, ha avuto ragione anche a continuare a correre. Osa, provaci. Fallo alla tua maniera. Stavolta al posto di Enea e a fianco di Fabio c’è Alex Marquez, uno che potrebbe tranquillamente rivelarsi la sorpresa della stagione. Alex ci racconta con un sorriso che lui e suo fratello sono “due bastardi”, il numero l’ha scelto bianco per ripartire da zero. Lui non lo dice, lo ricordano gli altri: “È un due volte campione del mondo”. Ed è, aggiungiamo, uno che vuole ricordare a tutti che in moto ci sa andare forte davvero. "È la moto che ha vinto il titolo lo scorso anno e io voglio guidarla", ha spiegato.
Fabio DI Giannantonio, dall’altro lato, sa che deve dare di più, che sarà un anno fondamentale perché la velocità c’è - una pole position al Mugello non è mai casuale - e le idee per farcela anche. Al suo fianco ci sarà Frankie Carchedi, ex capotecnico di Joan Mir in Suzuki: “L’obiettivo è stare costantemente nella top 10, in qualche gara nella top 5”, racconta Diggia, che poi aggiunge: “Quest'anno userò la moto 2022, l’anno scorso c’era la 2021. Dopo averla provata a Valencia posso dire che è un bello step. Non ho mai lavorato con un capotecnico che non sia italiano, siamo partiti col piede giusto e la prospettiva è buona”.
La prospettiva è buona davvero. L'addio di Fausto aveva lasciato la sua gente con una domanda, una di quelle difficili: Qual è il mio posto nel mondo? Per scoprirlo hanno rischiato e lo scorso anno sono andati oltre ogni aspettativa, mettendo insieme quattro vittorie e un terzo posto in classifica. Così una risposta chiara e scandita con lo spelling l’hanno avuta: il loro posto è nelle corse, possibilmente davanti a tutti.