Sebastian Vettel amico e mentore del giovane Mick Schumacher così come, tanti anni fa, il padre Michael lo fu per lui. Sebastian Vettel che aiuta i volontari a raccogliere i rifiuti dagli spalti di Silverstone dopo la fine del Gran Premio. Sebastian Vettel che sfida FIA e Liberty Media indossando una maglietta arcobaleno, proibita, durante l'inno nazionale ungherese, diventando un simbolo per tutto il paddock.
Il 2021 del quattro volte campione del mondo è stato un anno di rinascita e cambiamento dopo l'innegabile disastro, mediatico e sportivo, dell'ultimo periodo in Ferrari e la curva decrescente che sembrava aver inesorabilmente segnato il percorso della sua carriera.
Da bambino prodigio a pilota fallito, da idolo delle masse a capro espiatorio di ogni male. Da miglior talento della storia della Formula 1, come veniva descritto negli anni dei suoi primi successi in Red Bull, a grande sconfitta e delusione della Scuderia Ferrari. Squadra che lo ha accolto vincente e vittorioso, giovane e pieno di speranze, e che lo ha restituito al mercato scavato dal tempo e dalla pressione, vicino a un ritiro che tanti si sarebbero aspettati da lui.
A un anno di distanza però, il Gran Premio di Monza fa da spartiacque tra i due Sebastian e ci regala un Vettel che, 12 mesi fa, non avremmo certo immaginato di vedere così. Rinato, felice, quasi fosse ringiovanito invece che invecchiato. Un Vettel che cammina in pista con suo padre nel giovedì monzese, che i tifosi italiani ancora adorano, cercano, abbracciano. Un Vettel che è diventato il più amato tra quelli in griglia, il più sincero e reale, così lontano dal mondo dei riflettori che spesso abbaglia i piloti.
E sembra impossibile anche solo pensare che questo Seb sia lo stesso di un anno fa. Il tedesco che voleva Monza senza tifosi - gara disputata a porte chiuse a causa del Covid - per non soffrire troppo dando l'addio in loro presenza. Il pilota mangiato vivo dalle aspettative degli altri, dalla squadra che sognava di riconquistare il mondiale agli appassionati che puntavano su di lui, ma forse ancora di più dalle proprie, di aspettative. Quelle del Sebastian bambino che, più di ogni altra, sognava di conquistare un titolo con la squadra del suo mito, Michael Schumacher.
Adesso però, un anno dopo il sogno spezzato e l'addio più doloroso, Sebastian Vettel è un pilota nuovo. L'Aston Martin è riuscita a dare luce a quei tratti della personalità del tedesco che lo rendono unico tra i tanti, ribaltando la narrativa che era stata fatta su di lui nel corso delle ultime due stagione e mettendo in mostra il Sebastian uomo, quello che le persone hanno riscoperto (o forse scoperto per la prima volta) proprio dopo la delusione di Maranello.
Le colpe di Vettel nella mancata realizzazione del progetto con Ferrari sono evidenti e innegabili, come indiscutibile è stata la scelta del team di non rinnovare il contratto al quattro volte campione del mondo, preferendo puntare su una squadra giovane e improntata verso il futuro del prossimo ciclo Ferrari.
I tempi e le dinamiche per portare a termine questa operazione però sono stati, da parte della Rossa, completamente sbagliati. Così come sbagliata è stata la gestione del suo ultimo anno in rosso, e forse l'intero percorso pubblico di un pilota che, nel corso delle sue stagione in Ferrari, avrebbe potuto regalare molte più emozioni di quanto è riuscito a fare.
Aston Martin ha capito il segreto del successo quando, partendo dalla felicità ritrovata dell'uomo, è riuscita anche a far rinascere il pilota. Non il Sebastian dei tempi d'oro in Red Bull, certo, ma un pilota in grado di lottare, andare a podio, emozionare e stupire ancora. Le prestazioni ritrovate, anche se ancora altalenanti, unite alla presenza unica, al carattere deciso e alle scelte personali che ne caratterizzano la personalità, hanno fatto riemergere Vettel dal buco nero in cui sembrava essersi definitivamente perso.
Non è un caso quindi che l'immagine del weekend di Monza 2021 non riguardi i giovani e talentuosi eroi di casa, Carlos Sainz e Charles Leclerc, ma che abbia invece come protagonista il nuovo Sebastian Vettel, felicemente abbracciato a papà Norbert tra le curve della sua Monza. Eroe di tutti, nonostante il disastro Ferrari.