“Sono caduto a 280 km/h sul traguardo, su una curva che da sesta marcia, per evitare di urtare un altro pilota. Ho colpito 3 cartelloni pubblicitari e sono scivolato per oltre cento metri. Una delle peggiori cadute della mia carriera. Sono rimasto steso per terra per più di 2 minuti con il rumore delle moto che passavano senza che nessuno mi aiutasse, finché mi sono alzato da solo per andare al centro medico” – E’ il racconto, ormai noto visto che se ne parla da giorni, di Danilo Petrucci dopo il brutto volo dell’ultima gara dell’AMA Superbike. Un racconto che è anche una denuncia sulla scarsa sicurezza di quel campionato e che, di fatto, ha costretto il patron Wayne Rainey (che pure di sicurezza dovrebbe saperne qualcosa) a intervenire.
“L'incidente di Petrucci – scrive l’ex pilota della 500 - è avvenuto in un tratto veloce del circuito, e Petrucci scivolando ha colpito anche un unico pannello sponsor delle luci, che di conseguenza ha ceduto come previsto. Petrucci era in piedi, ha continuato a camminare e si è tenuto al bordo della pista finché non ha ritenuto sicuro attraversare. È stato quindi accolto dal personale del MotoAmerica e scortato su un veicolo alla struttura medica a bordo pista. A quel punto erano trascorsi circa tre minuti e Petrucci è stato curato per le ferite riportate”. Rainey, quindi, contesta il racconto del pilota di Terni e fornisce una ricostruzione differente rispetto a quella fatta dallo stesso Petrucci, ma cosa sia accaduto nella realtà è impossibile da sapere, visto che dell’incidente non esistono filmati. Con Rainey che, comunque, ammette che qualche colpa da parte dell’organizzazione c’è stata, ma non per superficialità, quanto per il punto e il momento in cui l’incidente è avvenuto.
“Non ho altro che rispetto per Danilo Petrucci e per la sua sicurezza e quella di tutti i nostri piloti – ha concluso Rainey - Non minimizzeremo mai l'infortunio di un pilota o il suo punto di vista sull'incidente verificatosi. Dovevamo raggiungere Danilo prima e indagheremo sull'incidente e apporteremo modifiche se necessario. La situazione si è resa ancora più difficile in quanto, nonostante l'incidente sia avvenuto dopo la bandiera a scacchi, la pista era ancora occupata da piloti ancora in velocità e quindi la mobilitazione dei commissari è diventata più difficile. Inoltre, la direzione di gara attribuisce grande importanza a ciò che vede delle azioni di un pilota a seguito di un incidente. Petrucci era in piedi e camminava con le proprie forze, il che riduce rapidamente la tempestività della risposta dei soccorsi. Speriamo che le ferite di Danilo stiano guarendo e che si senta meglio. E non vediamo l'ora di vederlo a Road America". Basterà per far cambiare idea a Petrucci che nei giorni scorsi ha dichiarato di non voler più correre in quel campionato se non cambieranno le cose dal punto di vista della sicurezza?