Yamaha dovrebbe verniciare le Suzuki e correre con quelle nel 2023. La battuta l’ha fatta Matt Oxley dopo il GP di Valencia, l’ultimo della stagione, e l’abbiamo presa in prestito perché la sua sintesi in chiave umorismo inglese sembra perfetta per descrivere la situazione paradossale di quello che è stato il marchio di Valentino Rossi e Jorge Lorenzo. Senza l’eleganza inglese la sintesi potrebbe essere ancora più estrema: in Yamaha è un casino. O almeno così sembra, perché quello che traspare è un clima di confusione totale la cui prima vittima, purtroppo, ha la faccia di Fabio Quartararo.
Cosa è successo in Yamaha quest’anno lo ha detto, a fine stagione e a denti stretti, Lin Jarvis: “siamo dovuti tornare al motore dell’anno precedente, perché c’era qualcosa che non funzionava”. Solo che anche l’anno precedente il motore della Yamaha aveva avuto qualche problema, con tanto di mezza indagine della IRTA e scampata penalizzazione. E tutto questo mentre si dava il benservito a Valentino Rossi mandandolo a chiudere la sua carriera nel Team Petronas, mentre ci si separava nel più brutto dei modi da Maverick Vinales e mentre, andando a prendere Morbidelli, si continuava a fare l’occhiolino a Toprak Ratzgatlioglu. Eppure che le cose stavano prendendo una brutta piega nel team che aveva dominato fino al 2015 lo diceva, e pure da un pezzo, un certo Valentino Rossi. Non l’ultimo arrivato, ma il pilota che ha cambiato la MotoGP e l’ha resa popolare.
Il punto è sempre lo stesso: mentre gli altri andavano avanti, Yamaha è sembrata cullarsi. E, paradossalmente, il talento di Fabio Quartararo è diventato un difetto invece che un pregio su cui puntare. Perché le capacità del pilota francese hanno in qualche modo alimentato negli ingegneri della Yamaha la convinzione che tutto fosse perfetto. Perfetto come deve essere perfetto tutto ciò che vuole essere protagonista in MotoGP. E adesso ha dovuto ammetterlo anche Lin Jarvis: “Abbiamo dato il massimo, ma penso che tutti abbiano potuto vedere quest'anno che la nostra moto non era sicuramente la più veloce – ha detto il manager inglese - Molte volte Fabio ha guidato al limite, a volte oltre il limite. Chiaramente abbiamo bisogno di qualcosa in più per l'anno prossimo. Sta a noi migliorare il nostro pacchetto. Penso che Fabio abbia dimostrato capacità, uno dei piloti più talentuosi e siamo super ottimisti per il prossimo anno". Solo che quell’ottimismo pare essere naufragato già ai test di Valencia, con la M1 che è sembrata la stessa moto del 2022 e adesso anche il sospetto che possa esserci stato un errore nei nuovi motori.