Zoran Filicic torna ad occuparsi di MotoGP, stavolta con un Podcast battezzato Incarenati assieme al giornalista Paolo Ianieri. Per parlare di corse nel modo più naturale, analizzando notizie e Gran Premi dopo aver vissuto il paddock a tempo pieno per cinque anni. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per farci raccontare Incarenati e un po’ della MotoGP che vedremo in questo 2021.
Hai inaugurato un nuovo podcast con Paolo Ianieri, Incarenati. Come è nato questo progetto?
“Ne parlavamo da un po’, è stata un’idea di Paolo. C’è un canovaccio e poco altro, noi ci conosciamo da tanto tempo e spesso abbiamo opinioni divergenti, ma sempre nel rispetto reciproco. È venuta fuori molto spontaneo, e poi con un primo ospite come Francesco Guidotti è più facile. È una sorta di chiacchierata tra amici sulla MotoGP”.
Hai trovato il ritmo giusto anche nella formula del podcast.
“Il vantaggio è stato condurre una nuova trasmissione radio con degli amici. Lì ho cambiato anche modo di parlare. Perché il mezzo televisivo è supportato dalle immagini, mentre podcast e radio sono diversi. Devi parlare in maniera differente, e sicuramente l'anno in radio ha aiutato”.
Ti è mancata la MotoGP? Immagino che tu non ti sia annoiato…
“Sono stati cinque anni, e parlo proprio di vita e lavoro nel paddock, molto intensi. Tutto il mio anno ruotava attorno alla MotoGP. Altri lavori, vacanze... Tutto intorno alla MotoGP. Credo che un anno completamente fuori - che poi sono diventati due - mi sia servito tanto. Poi un po' alla volta ricominci a guardare risultati, resoconti… Un po’ per curiosità e un po’ per sapere qualcosa della gente che hai conosciuto in quell'ambiente… Ed è bello perché torni un po’ più puro, senza tante sovrastrutture. Ora sono tornato a seguirla tutta, ma con più rilassatezza".
Ti giro subito la domanda che hai fatto a Guidotti a fine podcast, quella a cui nessuno vorrebbe rispondere: il tuo pronostico per il GP del Qatar?
“È difficile, perché sono andati tutti forte ai test. A pelle direi Quartararo. Ma visto che a Guidotti abbiamo chiesto la domanda secca ti rispondo Quartararo, Miller e Mir. Poi magari va a finire che lo fanno Morbidelli, Bagnaia e Rins... Comunque mi aspetto una Yamaha, una Ducati e una Suzuki”.
Come valuti il passaggio di Valentino Rossi nel Team Petronas?
“Valentino ha un nuovo team ed una nuova maniera di rapportarsi con la squadra. Non è più la prima guida di una factory con tutto ciò che questo comporta, sia a livello di comunicazione con l'ufficio stampa che di impegni con gli sponsor. Certo, è sempre Valentino Rossi. Credo però che possa avere un vantaggio nel Team Petronas - che non è un team propriamente satellite - e poi lo aiuterà avere un compagno di squadra (e quindi un primo rivale) come Franco Morbidelli, con cui è abituato a lottare… Al Ranch se le danno di santa ragione, ma si aiutano anche. In MotoGP chiaramente si è ai massimi livelli, bisogna vedere cosa succede se uno comincia a vincere sempre. Ma non dovrebbero cambiare gli equilibri, credo che questo team sia la situazione ideale per tutti e due. Poi sai, quello che accade nel box…il box è peggio del miglio verde”.
Sei un grande appassionato di sport. Ti vengono in mente dei comeback come potrebbe essere quello di Marquez nel 2021?
“Hermann Maier. Lui domina lo sci alpino, ha un brutto incidente in moto quando viene centrato da una macchina e rischia di perdere la gamba. Riesce a rientrare e a conquistarsi ancora mondiali e vittorie. E si parla di discesa libera, nello sci fai dai 130 ai 150 km/h di velocità… Le gambe sono i tuoi ammortizzatori, il corpo è il tuo telaio, la gravità è il tuo acceleratore. Il corpo comanda. Quando Marc Marquez è salito in moto per il primo GP del Qatar, nel 2014, ci è salito dopo aver saltato i test perché non riusciva a camminare. In moto, per assurdo, è possibile. Dolore, mancanza di forza, meno allenamento… sugli sci non puoi. Però per Marquez vedo due grandi rischi. Il primo è la testa, su cui però sinceramente ho pochi dubbi. Il secondo è che ci sono delle cose che ad un certo punto scattano, ne ho parlato con Loris Capirossi. Ad un certo punto… ha avuto paura. In quel momento ha capito che la sua carriera era finita, perché non puoi correre se hai paura”.
Pensi che Marc Marquez riuscirà a venirne a capo?
“Quanti davano per finito Valentino dopo i due anni in Ducati? Marc Marquez fa parte di questa categoria, che è quella dei fuoriclasse. In uno sport sempre più estremo, con equilibri molto labili, ormai la differenza la fa la continuità. Marc fa parte di una categoria esclusiva e questo va messo in conto quando si pensa al suo rientro”.
Sei d'accordo con chi lo vede come favorito per il 2021?
“Dunque, lui arriva con un anno di stop e due GP in meno degli altri. Immagino la sua stagione come fosse una gara: Parte 22° e ha 17 giri per recuperare, che poi sono i 17 GP che disputerà. Marc è capace di arrivare a Portimao ed iniziare a recuperare, ma sarà difficile andare a prendere i primi. Questa è la migliore delle ipotesi. Comunque credo sia folle pensare che rientri a Portimao con una vittoria”.
Forse il grande equilibrio tra gli altri piloti potrebbe in qualche modo aiutarlo a recuperare.
“Io la vedo da un altro punto di vista, lo vedo come un jolly. All’inizio ci saranno tanti pretendenti al titolo, poi sulla distanza le cose cambieranno. C’è chi incappa in degli zeri, chi subisce un infortunio… Vedo Marquez come quello che può infilarsi togliendo punti all’uno o all’altro pilota guadagnando punti per sé. Non ci si può asspettare da Zarco che faccia da ago della bilancia, da Marquez si”.
Una sorta di 2015? Togliendo quanto è successo con Rossi, è stata una stagione in cui Marc ha sprecato tanto e vinto tanto. Spesso, pur essendo fuori dalla lotta al titolo, era il più veloce in pista.
“Del 2015 molti si dimenticano una cosa importantissima, la lotta per il podio ad Aragon tra Dani Pedrosa e Valentino Rossi. Ricordi quei sei sorpassi?"
Certo, vinse Pedrosa.
“Esatto. E molti si sono chiesti perché si fosse messo in mezzo pur non essendo in lotta per il titolo. La verità è che nessun pilota cede il passo ad un altro. Allo stesso modo, di Phillip Island 2015 ci si dimentica il sorpasso di Andrea Iannone su Rossi, senza il quale Valentino avrebbe vinto il titolo”.
Gara che scatenò la lunga diatriba sul finale di stagione…
“Ricordo che azzardai la domanda: scusate, se Marquez ha corso contro Rossi a Phillip Island per aiutare Lorenzo, perché poi lo ha sorpassato per andare a vincere? La spiegazione che mi è stata data è che quando era in scia a Jorge Marc non ha più ragionato, ha pensato solo alla vittoria. Ma questa non è una spiegazione tecnica, è da tifoso. La verità è che ci si ricorda sempre della finale, ma il campionato è una maratona. Però si, Marquez potrebbe fare da ago della bilancia come in quella stagione. Vuole vincere. E comunque resto d’accordo con Mick Doohan: quello che è successo nel 2015 c’è solo nella testa dei piloti e lo possono sapere solo loro due. Oltretutto, qualunque cosa sia successa ha fatto parlare della MotoGP. Aveva ragione, nel 2021 ne stiamo ancora parlando”.