Il problema è solo il tempo. La linea seguita è solo la prudenza. Senza nessun giallo, senza nessun mistero, senza reali, e nemmeno presunte, complicazioni che hanno costretto a tornare su decisioni già prese. Lo ha spiegato Alberto Puig, il team manager di Honda, commentando l’assenza di Marc Marquez. E’ vero, è lo stesso che ha raccontato della finestra, ma non c’è ragione di pensare che possa mentire proprio adesso, perché non c’è nulla da coprire e perché non c’è niente da giustificare.
La lezione è appresa, di questo c’è da star sicuri. Ecco perché le parole affidate da Puig a DAN sono sembrate assolutamente sincere: “Marc Marquez può guidare una moto – ha affermato – Sia a Barcellona che a Portimao, con la RC213V-S, è andato veramente molto forte, facendo tempi di tutto rispetto. Era pronto, eravamo pronti, ma i medici hanno fermato tutto e va bene così”. Non c’è polemica nelle sue affermazioni, solo la volontà di ribadire come sono andate le cose e, soprattutto, di mettere fine a tante indiscrezioni secondo cui il braccio destro di Marc Marquez non è ancora a posto.
“Si è trattato solo di una questione di tempi – ha proseguito Puig – I medici hanno scelto la linea della prudenza perché, pur essendo tutto a posto e procedendo al meglio la riabilitazione di Marc, non è trascorso ancora quel tempo che avrebbe permesso a tutti di tornare nella massima sicurezza”. Una questione, quindi, più legata allo stress come ha precisato lo stesso Puig: “Marc qui in Qatar avrebbe dovuto affrontare subito due GP consecutivi, con tutte le vibrazioni e le sollecitazioni a cui si è sottoposti quando si guida una moto con potenze così elevate. Meglio aspettare. Abbiamo seguito le indicazioni dei medici e speriamo che presto possa tornare insieme a noi, con la squadra e fare quello che sa fare, ovvero vincere le gare”.
Nessun dramma nessun rammarico, quindi, solo il dispiacere di non poter contare sull’aiuto del primo della classe in casa Honda. Almeno per questi due primi gran premi sul deserto del Qatar: “Comprendiamo che iniziare il campionato senza il nostro pilota campione non è il massimo – ha aggiunto Puig - ma non è nemmeno la fine del mondo. È l'inizio dell'anno e, se tutto andrà bene, avremo un campionato lungo, con tante gare e ci sarà tempo per provare a rimetterci a posto”.
E ci sarà anche una squadra oggettivamente più preparata a gestire la grande assenza, quest’anno, per la prima volta, anche con quattro moto ufficiali. “Non cambia molto per noi – ha concluso Puig - cambia soprattutto per Nakagami, che aveva sempre avuto una moto dell'anno precedente e quest'anno guiderà la stessa moto degli altri piloti Honda. Internamente, a conti fatti, sarà quasi più facile gestire quattro moto identiche”.
Il nome su cui Puig sembra pronto a scommettere, però, è quello di colui che in casa Honda è un debuttante: Pol Espargarò. “E’ un pilota che ha la capacità di lottare per la Coppa del Mondo – ha affermato ancora Puig - Abbiamo ingaggiato Pol Espargaró perché consideriamo la sua esperienza e la sua velocità molto preziose. Ovviamente all'inizio faticherà un po’, perché molti test non sono stati fatti quest'inverno. Ma siamo convinti che Pol svilupperà un livello molto alto e potrà anche lottare per il mondiale”.