Luca Marini è pronto al debutto in MotoGP con tutto ciò che questo comporta. Perché gli altri debuttanti (Enea Bastianini e Jorge Martin) vanno fortissimo e lui, come Alex Marquez, ha ancora la pressione di un nome importante in famiglia, nonostante abbia chiuso a 9 punti dalla vetta in Moto2. È veloce e attento Luca Marini, e se non avesse corso in MotoGP probabilmente avrebbe giocato a calcio.
In un’intervista rilasciata a Forza Roma, Luca racconta le sensazioni al debutto in MotoGP e la sua passione per il calcio, a cominciare da quel numero numero 10 sul cupolino, scelto dopo aver rinunciato al 97 del suo anno di nascita: “Tempo fa ho cambiato perché il 97 lo aveva un altro pilota - ha raccontato nell’intervista - Ho preso il 10 per tanti motivi. E’ il mio giorno di nascita, poi da appassionato di calcio so bene quanto sia importante come numero. Sicuramente è legato a Totti, perché sono un suo tifoso e perché tifo Roma. La mia intenzione comunque era di portare questo numero così simbolico a livello calcistico nel mondo delle moto, dove storicamente non è stato così importante”.
Il suo debutto è accompagnato da quello dello Sky Racing Team VR46, per la prima volta impegnato nella classe regina: “Con l’Academy e con lo Sky Racing Team VR46 siamo cresciuti insieme, migliorando anno dopo anno. E’ bellissimo essere in MotoGP con questa famiglia e devo dire che siamo tutti molto carichi. Di sicuro una settimana fa sentivo molto meno il salto, ora invece ho interiorizzato sia le emozioni sia il feeling con la moto. Sono contentissimo perché sto realizzando il sogno che avevo da bambino. Ora devo pensare ad andare forte e a divertirmi”.
Come per il calcio, anche i piloti della MotoGP risentono dell’assenza di pubblico sulle tribune: “È un aspetto fondamentale - racconta Luca- da sempre il paddock del motomondiale è caratterizzato dal rapporto stretto con i fan. Non siamo abituati a vederlo vuoto, cambia molto le nostre emozioni. Il pubblico sugli spalti ha un’influenza elevatissima, soprattutto dopo la bandiera a scacchi finale. Amplifica le emozioni. Tutti i tifosi ci trasmettono energia, infatti senza pubblico è tutto meno frizzantino e focoso, quasi mogio”.
Poi analizza le prime giornate di test, spiegando che l’obiettivo della stagione è quello di arrivare ad essere il miglior rookie dell’anno: “Nei primi test mi è mancato infatti un po’ di feeling, quello che avevo lo scorso anno in Moto2. Voglio però recuperare subito quella sensazione di fiducia, credo sia l’aspetto più importante. Per i risultati poi si vedrà, cercherò di fare punti specialmente nelle prime gare sfruttando poi i tracciati dove la Ducati riesce a rendere meglio. L’obiettivo per me è sempre quello di arrivare davanti al maggior numero di più piloti. Punto sicuramente a essere il miglior debuttante”.
Infine una battuta su Valentino, da sempre grande tifoso nerazzurro: “A lui quest’anno sta andando bene, ma le sfide tra Roma e Inter non le guardiamo mai assieme. Non posso rischiare, perché se dovessi perdere poi lui mi massacrerebbe. E ovviamente, se vincesse la Roma, sarei io a massacrarlo”.