Alex chi? Il fratello di Marc! Quante volte Alex Marquez avrà sentito questa risposta, tanto naturale quanto un fardello pesante se finisci con l’identificarti. Quanto sia costato a Alex Marquez crescere all’ombra del fenomeno di suo fratello maggiore di tre anni, è evidente nel documentario “Yo soy Alex” (Io sono Alex), dove il due volte campione del mondo mostra il suo lato più personale.
Il titolo è già un programma, o meglio il proclama di Alex, che urla al mondo il diritto di essere se stesso. “Se volete chiamatemi Marquez, altrimenti sono Alex,. Alex Marquez”, rivendica lo spagnolo che quest’anno scenderà in pista con il fratello famoso.
“Sono un grande lavoratore. Penso giorno e notte a come posso migliorarmi, come pilota e come persona”, Alex si presenta così nelle prime battute di questo documentato realizzato dallo sponsor Allianz, anteponendo la disciplina e l’essere testardo al talento puro del fratello. “Se faccio paragoni con mio fratello, parto perdente”, confessa, “preferisco essere me stesso”.
“Alex non è quel talento innate che sale su una moto e segna il miglior tempo al primo giro. Ma è intelligente e conosce tutto quello di cui ha bisogno per arrivare dove si è prefissato”, sottolinea Marc.
Papà Julià racconta come tutto è iniziato: “da bambino Alex aveva espresso il desiderio di diventare meccanico. Meccanico di Marc. Questo perché vedeva me riparare la moto del fratello. A sorpresa un giorno mi chiese di poter provare anche lui e dopo la sessione di allenamento, mi disse: papà, non voglio più essere meccanico, ma pilota come Marc”.
Quando nel 2014 Alex Marquez si laurea campione del mondo Moto3, lo spagnolo spera di affrancarsi dall’etichetta scomoda, ma per i fans e la stampa è ancora “il fratello di”, tanto che mamma Roser sottolinea: “il titolo di Moto3 e quello di Moto2 che seguirà nel 2019 sono meritati. La pista non concede sconti. In pista sei solo, te e la tua moto”. Le fa eco papà Julià. “In famiglia abbiamo due campioni del mondo, e ne sono orgoglioso. Per Alex tutto è iniziato come un gioco perché eravamo in circuito con Marc. Questo <<gioco>> ci ha portato molto lontano”.
Otto volte campione del mondo, Marc ammette: “Essere il fratello di…. È un peso. Quello che ammiro in Alex è come gestisce questa pressione. Lo stesso Alex riconosce di aver sempre vissuto sotto l’ombra del Marcziano , ma rivendica il fatto di essere un due volte campione del mondo, traguardo che Alex ha superato ogni sua aspettativa: “Arriva un momento in cui realizzi che qualsiasi pilota della griglia, se paragonato a Marc ne esce perdente. Ho convissuto con questa etichetta, ma ho sempre preferito lavorare in silenzio, questo mi motiva. Con il lavoro e i risultati si trova uno spazio in griglia e anche questo è importante. Quanto a me, di sogni nella vita ce ne sono tanti, professionalmente ho ottenuto più di quanto sognassi quando ero piccolo, ma in questo sport si vive di presente e di futuro, non del passato. Adesso siamo in MotoGP e il sogno è continuare a migliorare, arrivare al top di questa categoria”.
Forte di due podi nell’anno del debutto, quest’anno Alex è chiamato a confermarsi in pista. L’esser passato nel team satellite LCR Honda dopo un anno nel team factory HRC orfano di Marc, può essere solo un vantaggio per il 25enne. A riparo dal confronto diretto con il Cannibale, Alex potrà continuare a crescere, con i tempi che gli sono più propri. “Confido molto nel lavoro. Per me è la chiave di arrivare ai risultati”.