Il patron di Dorna ha provato a tracciare la rotta della stagione che sta per iniziare: obiettivo minimo 18 GP. Ma spera che con il 90% del paddock vaccinato e con i vari Paesi che via via raggiungeranno l’immunità di gregge si possa tornare pian piano alla normalità, riaprendo anche i circuiti al pubblico e, magari, riuscendo anche a garantire il tour finale in Asia.
Carmelo Ezpeleta ha dimostrato che le cose difficili gli riescono e, ultimamente, che gli riesce anche qualche mezzo miracolo, compreso riuscire a far vaccinare quasi tutto il paddock entro la seconda gara della stagione. C’è qualcosa, però, davanti a cui si arrende anche lui: provare a far rinascere l’amicizia tra Valentino Rossi e Marc Marquez, dopo il 2015. “Sono i due personaggi più importanti, o comunque più in vista del motomondiale – ha detto il patron di Dorna – Sarebbe bellissimo se tornassero a parlarsi e riuscissero a mettersi alle spalle tutto, Sono più grandi, spetta a loro decidere, ma loro e io sappiamo cosa è successo. Non vado a dire loro: 'ehi, venite a fare amicizia'!”.
Realismo, quindi, per Carmelo Ezpeleta che è perfettamente consapevole che i due piloti più titolati tra quelli in attività della MotoGP difficilmente torneranno a darsi la mano. I successi, al momento, sono altri. “Voglio ringraziare ancora il governo del Qatar – ha detto ancora Ezpeleta nel suo lungo intervento a Los Desayunos de Europa Press - Ci ha permesso di avere una Coppa del Mondo molto più sicura. Gran parte del paddock verrà vaccinato dopo la seconda gara. Critici? Ognuno può esprimere liberamente la propria opinione. La vaccinazione migliora le condizioni di salute di un gruppo di persone che viaggia in tutto il mondo e potrebbe essere contagioso. Se li avessimo già avuti, Fausto Gresini sarebbe con noi”.
Così, purtroppo, non è stato e quanto accaduto a Gresini ha segnato profondamente l’intero ambiente. Perché, oltre la perdita di un uomo che faceva parte del Circus da quattro decenni, la scomparsa dell’ex campione del mondo e team manager italiano ha in qualche modo ricordato all’intero paddock che si sta giocando con la vita non solo per i rischi tipici delle corse, ma anche per questo maledetto virus. Per questo nella stagione che sta per iniziare bisognava fare qualcosa in più, ora che il vaccino c’è, ed è stato fatto. Con un mondiale che, ora, potrà riallinearsi piano piano alla normalità. “Siamo nella stessa situazione del 2020, ma con il vantaggio di sapere molto di più e di avere dalla seconda gara la stragrande maggioranza del paddock vaccinata – ha proseguito Ezpeleta - L'obiettivo è fare un programma come una normale stagione. Non abbiamo fatto i soliti test perché pensavamo che iniziare a viaggiare fosse molto difficile e d'accordo con le squadre abbiamo deciso di concentrarci sul Qatar. Sappiamo già che in condizioni peggiori possiamo andare in un Paese e da lì, se le condizioni miglioreranno, apriremo il protocollo, ma sempre in accordo con le autorità di ogni Paese. Il tour di fine stagione in Asia è in attesa. Se si realizzassero tutti i Gran Premi, l'Argentina e gli Stati Uniti andrebbero avanti all'anno successivo. L'impegno è di fare un minimo di 18 date”.
Carmelo Ezpeleta, però, non si sbilancia su quante di queste date vedranno anche Marc Marquez in pista, anche se l’impressione è che l’otto volte campione del mondo proverà ad esserci già dalla prima in Qatar, il prossimo 28 marzo. "Ho molto apprezzamento per Marc, come per tutti gli altri – ha concluso - gli auguro il meglio e non voglio metterlo sotto pressione. L'anno scorso ha fatto quello che pensava di dover fare, dire ora che è stato un errore è troppo facile. Deve tornare quando è in forma, ed è quello che penso che farà. Vorrei che fosse tornato già l'anno scorso, ma quello che voglio non ha niente a che vedere con quello che deve fare”.