La stagione 2020 s’era chiusa con tutti i piloti che, in sella alle loro moto e intorno a Carmelo Ezpeleta, tributavano un grande applauso all’uomo che aveva permesso lo svolgimento di un mondiale che fino a poche settimane dal via era sembrato impossibile. Certo, ci sono state meno date e solo in Europa, ma mettere in piedi una organizzazione di quel tipo nel momento più drammatico della storia moderna era stata una impresa, resa possibile, appunto, grazie al lavoro di Dorna, Irta e FIM e alla tenacia dell’uomo che nel bene e nel male rappresenta le corse in moto. Ora che la stagione 2021 è alle porte, il primo atto del nuovo mondiale dovrebbe essere esattamente identico all’ultimo dello scorso anno: un enorme applauso per Ezpeleta.
Perché se c’è già un campione prima ancora di cominciare, quel campione è sicuramente lui. Con tutte le sue controversie, a volte pure con qualche negatività e atteggiamenti non sempre simpatici, ma capace di riuscire a mandare avanti la baracca senza lasciare indietro nessuno. Spendendosi anche per dare una mano agli stessi team, oltre che per garantire lo spettacolo. E’ uno che prende, perché è chiaro che è un uomo d’affari, ma è anche uno che non s’è tirato indietro quando è arrivato il momento di dare. E, ora, gli è riuscita pure l’impresa di fare di necessità virtù. Perché il lavoro diplomatico portato avanti con il governo del Qatar ha permesso non solo di avere due gran premi sul circuito di Losail, ma permetterà di tornare dal Qatar con tutto, o quasi, il Paddock vaccinato contro il Covid19.
"Il governo del Qatar, dove il programma di vaccinazione sta andando così bene, ci ha dato l'opportunità di vaccinare il paddock ed è qualcosa di incredibile per noi – ha affermato don Carmelo - Tutta la famiglia della MotoGP lo apprezza molto. Colgo l'occasione per dire un grande grazie al governo del Qatar e per ricordare, comunque, che non ci sarà nessuna imposizione e che piloti e addetti ai lavori potranno scegliere liberamente se accettare o meno questa opportunità”. Che, messa così, lascia pure poco spazio alla scelta stessa, tanto che diversi piloti hanno già ricevuto la prima dose del vaccino e persino Marc Marquez, che non era in Qatar per i test, ci è volato di proposito per mettersi al riparo dal Covid19.
“I nostri piloti sono persone molto apprezzate, soprattutto per le giovani generazioni – ha proseguito Ezpeleta - Prestano molta attenzione alla loro salute e prendono le loro decisioni per essere il più forti possibile e per evitare le infezioni. Abbiamo dimostrato l'anno scorso con la nostra bolla che è possibile lavorare in tutto il mondo con pochi casi, e anche quei pochi con le vaccinazioni si ridurranno. Penso che questo sia un modello importante per la società e grazie al Qatar abbiamo la possibilità di mostrare al mondo intero quanto sia importante che tutti i nostri eroi siano vaccinati ”.
Non solo corse, interessi, denaro e lavoro diplomatico, quindi, ma anche esempio. Al di là delle solite diatribe tra “vaccino sì” e “vaccino no” che, purtroppo, esisteranno sempre. Anche all’interno dello stesso Circus, con Ezpeleta che comunque ha spiegato che la maggior parte degli addetti ai lavori ha già dato l’ok. “La stragrande maggioranza delle persone è d'accordo – ha concluso -e sono molto felici di farlo, ma alcuni non possono per motivi diversi. Queste vaccinazioni ci consentono di aumentare la sicurezza e diminuire la contaminazione. Questo è molto importante per la sicurezza, ovviamente in Qatar e soprattutto negli altri Gran Premi. La famiglia MotoGP, la stragrande maggioranza, sarà vaccinata”.