In questi giorni la Coppa del Mondo di Sci è impegnata sulla Streif di Kitzbühel, una discesa complessa ed iconica che ha tutte le caratteristiche per appassionare i motociclisti. Ci siamo fatti raccontare i riti, il fascino e la follia della Streif da Zoran Filicic, che la commenta per Eurosport. E abbiamo colto l’occasione per chiedergli il suo punto di vista sulla MotoGP, di cui Zoran ha raccontato Moto3 e Moto2 per Sky.
Come vedi questo 2021?
“Dorna ha fatto un lavoro incredibile per riuscire a disputare il 2020, sono stati bravi e meritano un applauso. Oltretutto il discorso della positività al covid da parte dei piloti, a mio modo di vedere, non è più un problema: ormai è diventata una caratteristica comune a tutti gli sport. Se perdi un paio di gare ormai è da considerarsi come un infortunio. Ad ogni modo sono convinto che il 2021 sarà più stabile del 2020, perché uno dei grossi punti interrogativi dell’anno scorso è stato come i piloti avrebbero affrontato sul piano fisico e mentale il modo di allenarsi ed approcciarsi alle gare. Ora invece sarà più facile. Poi speriamo che torni Marquez… Ma diciamo che non lo vedo come uno dei favoriti. E Poi la Suzuki non ha più Brivio”.
Quindi chi è il favorito? Franco è stato sorprendente l’anno scorso…
“Si, e ti dico un’altra cosa. Ho imparato a conoscere Petronas quando erano in Formula 1 e, quando sono arrivati in MotoGP, mi è stato subito chiaro che non erano entrati per fare il secondo team Yamaha. Non accetterebbero mai il discorso che veniva fatto a Poncharal (del Team Tech3, ndr.) di togliere 500 giri al motore perché altrimenti sarebbero andati più forte dell’ufficiale. Petronas vuole vincere, ma il favorito 2021 potrebbe essere Quartararo”.
Vero, anche se Fabio al pari di Vinales è mancato di consistenza.
“Loro sulla carta sono velocissimi, ma bisogna capire se riusciranno ad arrivare fino alla fine. Diciamo che il campione in carica è sempre il favorito numero uno. Poi Brivio ha dato alla Suzuki un’impronta che nel box si respira ancora, quindi non credo che nell’immediato le cose cambieranno di molto. Quindi Mir, Quartararo e poi Morbidelli.”
Come vedi Valentino?
“Guarda, io sarò molto schietto e sincero. Riguardo a lui, riguardo a Kelly Slater (Campione del Mondo di Surf per 11 volte, ndr.), a Hermann Maier… è lo stesso discorso per tutti i grandissimi campioni, quelli che hanno fatto la storia dello sport. È un privilegio vederlo correre e una speranza vederlo vincere una gara, come vederlo andare a podio e battagliare come fa lui, perché è unico. Ma smettiamola di raccontarci la balla che va a vincere il titolo. Perché questo si fa soltanto per portare le folle, la gente vuole sentirselo dire e allora viene invogliata a guardare le gare. Però così deludi il pubblico. Il discorso è lo stesso per Kelly Slater, il Valentino Rossi del surf: ogni volta che inizia una stagione si spera che possa vincere il dodicesimo titolo… ma poi abbiamo anche la realtà davanti, e non c’è niente di male. Lui regala ancora emozioni e io mi emoziono ogni volta che lo vedo correre. Spero che riesca a lanciare uno dei ragazzi dell’Academy come Morbidelli verso la rincorsa del titolo, questa sarebbe la sua grandissima vittoria. Perché quando sei un grande maestro ad un certo punto i tuoi allievi ti superano. Lui ha dimostrato di essere un grande pilota e adesso deve dimostrare di essere anche un grande maestro, col titolo di Morbidelli o di uno dei suoi”.
Tu sei un appassionato di sport, ed il doping purtroppo è spesso una realtà. Come hai vissuto la vicenda di Andrea Iannone?
“Abbiamo letto tanto e non ho mai voluto entrare nella polemica, io da giornalista mi devo attenere strettamente alla presunzione d’innocenza. Mi spiego: una cosa che non fa il pubblico (così come non lo fanno i media) è attenersi alla presunzione d’innocenza finché non viene dimostrato il contrario. Sei accusato di qualcosa, ma finché non ti condannano sei innocente. Io ho fatto così, anche se ormai non succede più. Poi Andrea è stato condannato. E a quel punto, è la presunzione di colpevolezza a cui bisogna attenersi fino a prova contraria. A quel punto, Iannone si è appellato al Tribunale di Losanna e la sentenza non solo è stata confermata, ma addirittura inasprita. Il motivo è semplicissimo, non ha dimostrato nulla. Purtroppo in Tribunale non puoi raccontare la favola dei poteri forti, dei complotti o della sfiga. Chi è condannato deve dimostrare di non aver commesso il fatto, portare delle prove, non semplicemente andare a dire che ce l’hanno tutti con lui. A mio modo di vedere c’è stata troppa presunzione, una leggerezza incredibile. Poi per carità, sul lato umano è un altro discorso, ma sono solo opinioni. Se guardiamo i fatti, facciamo giornalismo e ci atteniamo alla legge… è stato un disastro su tutta la linea”.