La Rosalia che ci meritiamo. Angelina Mango è in gara al Festival di Sanremo 2024 e può vantare pure di spiccare tra le favorite al podio finale. Seconda classificata al talent Amici di Maria De Filippi nella scorsa edizione, da quando è fuoriuscita dalla scuola di Canale 5 non ha sbagliato una hit. Dall'inedito "Ci pensiamo domani", tra i tormentoni della passata estate, al successo di "Che t'o dico a fa'", l'ascesa della giovanissima figlia d'arte pare essere inarrestabile. Oggi la vediamo abbigliata Madonna di Loreto style sul palco dell'Ariston cantando di cumbia dell'amore e, a quanto pare, piace, piace assai. Occupiamoci, dunque, del grande elefante nella stanza che la riguarda e di cui nessuno sembra accorgersi: Angelina parla napoletano, sia via storie Instagram che in tv (giusto nella seconda serata del Festivàl, presentando i Kolors, ha escalamato: "Spaccate tutt' cos', uagliò!"). E che male c'è? Direte voi. Nessuno. A parte un piccolo, microscopico dettaglio: la nostra non è di Napoli. Nata a Maratea e cresciuta in quel di Lagonegro, provincia di Potenza, Basilicata, che c'azzecca il dialetto partenopeo con costei? Di base, è un po' come sentire un piemontese imprecare in veneto, ma le imprecazioni in veneto, certo, non streammano tanto quanto la lingua di Geolier. La scelta "stilistica" di Mango Jr è una furbata per surfare il trend dell'unica città italiana che tutti, ma proprio tutti, sostengono di tenere nel cuore? O stiamo pazziando, o può darsi...
"Chest' ind'e' vicoli e' spaccanapul' nun c'è maje juta" (questa "nei vicoli di Spaccanapoli non ci è mai venuta", ndr), si legge su Twitter (pardon, X!) a più riprese. Angelina, infatti, è lucana come papà Pino, mentre mamma Laura Valente, ex voce dei Matia Bazar, ha addirittura origini milanesi. Cresciuta a Lagonegro, la fanciulla nel 2016 si è trasferita poi a Milano per inseguire il sogno di fare della musica la propria professione. Qualche annetto più tardi, eccola trasfrirsi a Roma per partecipare al talent Amici e vincere nella categoria Canto. E che c'azzecca Napoli, dunque? Nulla.
A livello territoriale davvero zero, è fatto incontestabile. Certo, poi, c'è chi sostiene che il napoletano sia una sorta di lingua franca, da Roma in giù. La parlerebbero un po' tutti, anche per il grande successo delle canzoni neomeolodiche. Ci pare un po' 'na strunzat, ma riportiamo fedelmente, non essendo local. Sicura, invece, è la potenza social di Napoli, città super trend anche in tv (basti pensare a Mare Fuori e a dove siano ambientate la maggior parte delle fiction Rai dei più recenti lustri). Non è immune all'hype partenopea pure il mondo delle classifiche musicali, altrimenti il disco di Geolier non sarebbe il più venduto del primo semestre del 2023. Tra l'altro, nel corso della seconda serata del Festivàl, il voto congiunto di pubblico e radio lo ha eletto vincitore con quel brano che, fuori regione, pare un codice fiscale trappato (già dal titolo, I p' me, tu p' te). Stiamo in Campan(i)a che il Paese reale, a Sanremo ma non solo, tende a pazziare nu poco.
Tornando ad Angelina, la sua ruffianata massima sarebbe dunque l'ultimo singolo prima di Sanremo, proprio quel Che t'o dico a fa', in smaccato dialetto partenopeo fin dal titolo. Mentre nel testo ecco arrivare in sequenza il termine "pazziare" e una bella corsetta "nei vicoli di Spaccanapoli" 'ncoppa al ritornello. Se la scelta può essere, appunto, stilistica, stride comunque che la giovane artista in erba si appropri della lingua napoletana anche nelle storie Instagram, nelle interviste, mostrandosi super fluent in ogni occasione. Tanto da accompagnare qualunque post social relativo alla sua partecipazione a Sanremo con l'emoji di un bel cornetto rosso portafortuna. Magari le piacerà il colore, per carità. O si sentirà spicy assai. Chissà.
Il risultato, comunque, è che molti spettatori si ritrovano persuarsi a credere che Mango Jr. sia napoletana doc, quando invece, lo ribadiamo, è lucana. Il forte senso di appartenenza regionale sarà pure campanilistico, ma nel nostro Paese esiste eccome, pure tra paesello limitrofo e paesello limitrofo ("meglio un morto in casa che un pisano all'uscio" - e viceversa - è solo uno dei tanti esempi che potremmo fare sul fervore local che anima perfino le province dell'Italia intera). Figuriamoci, dunque, quanto scorno possa esserci tra due terre separate da quasi 200 km, come la Campania e la Basilicata. In attesa che TikTok e le classifiche di vendita impongano il trend del dialetto molisano, una semplice domanda: Angelina Mango, perché tu vuò fa' la napoletana? Esser "potentina" non ti bastava?