Michele e Lucia Monina, dopo X Factor, tornano con le Pagelle padre e figlia per Sanremo 2024. Prima puntata lunghissima, con Amadeus che non convince, anche per via dei siparietti inutili, Mengoni prestato alla conduzione (ma perché rovinarsi così?), Angelina Mango che si conferma una fuoriclasse e i Negramaro, che tornano sul palco che diciannove anni fa li lanciò verso la fama con una “canzone da Negramaro” ma bellissima. Forse, addirittura, un capolavoro? Non funzionano i remake delle canzoni di Sanremo scorso, vero Mr Rain? E Dargen che denuncia gli orrori della guerra con una giacca di peluche non risulta credibile. Mentre i Ricchi e Poveri sembra abbiano ancora qualcosa da dire.
LE PAGELLE DI MICHELE
Amadeus 3
Trenta canzoni. Ospiti. Cazzate. Due coglioni così. Cosa ti abbiamo fatto?
Marco Mengoni 4
Perché un artista che ha costruito una carriera credibile, riempie gli stadi, deve fare le gag con Amadeus? Vorrei sapere solo questo.
Clara 6,5
Clara, per me, era Crazy J, e per me era Crazy J perché sono un boomer che però ha figli giovani, quindi ho visto anche io Mare fuori. Clara è invece Clara, che in Mare fuori ha interpretato Crazy J. Diamanti grezzi è un brano che, per anagrafe, non fosse stato per Sanremo non avrei intercettato. Non ho ancora capito se compiacermene o maledirlo per questo.
Sangiovanni 7-
Sangiovanni ha una canzone delicata, con ottima base di SixPm, una rara ballad nel Festival We Can Dance. Non credo sia il suo anno, almeno non qui a Sanremo, perché per farsi largo tocca sgomitare e Finiscimi, invece, sussurra.
Fiorella Mannoia 7
Mariposa di Fiorella Mannoia è una canzone canzone, il che può suonare un’ovvietà, non fossimo a Sanremo al Festival. Un testo interessante su una musica latineggiante che dovrà vedersela con Governo Punk. Ecco.
La Sad 6,5
Autodistruttivo gioca la carta del rovescio, nel senso che il brano Autodistuttivo è un inno a non autodistruggersi. Anzi, è un brano decisamente positivo, a suo modo ottimista. I tre però sono in quota scandalo, i punk con le creste, che per di più si presentano a torso nudo con una gabbia argentata sul petto a simulare la gabbia toracica, il che poco si addice, in teoria, coi cartelli che spingono a chiedere aiuto chi abbia qualche istinto suicida. La canzone è un pop punk sul genere Blink, che però in questo Festival a cassa dritta si perde, lasciando solo l’immagine.
Irama 7
Irama è tipo la ragazza bruttina di certi film americani, migliore amica del protagonista che però ama la bonazza tettona a capo delle Cheerlearder. Quella che poi si toglie gli occhialini, scioglie i capelli e sfoggia un fisico che bonazza levati. Lui passa parte del tempo a fare up tempo dai titoli discutibili per poi darsi ai soul, se non addirittura al gospel. Ecco dovendo scegliere…
Ghali 5
Il Ghali di Casa mia è il Ghali pop, non quello street. Bene. Il testo dovrebbe essere il più impegnato, dicono, il che ne fa il più alto dei sette nani, non esattamente un gigante. A bordo palco c’è anche un alieno, che col testo non c’entra nulla. Ma va bene lo stesso. Abbastanza irrilevante, nell’insieme.
Negramaro 9
L’ho detto: capolavoro. Una canzone può commuovere, divertire, far ballare. Ricominciamo tutto è emozione, adulta, matura, in una parola: bellezza, anzi, due parole, bellezza.
Annalisa 8
Annalisa mette il cappello sul podio, con la classe e leggerezza che le riconosco da sempre, e con un repertorio perfetto per lei e per Eurovision. Una canzone che ti si appiccica al cervello come una chewingum al carrarmato dei tuoi scarponi. Voce, canzone, leggerezza, classe, mi sembra ci sia davvero tutto, compreso il finale che sussulta e poi arriva, per richiamare applausi.
Mahmood 6,5
Volevo dire che Tuta gold è una delle canzoni più originali, ma siccome lo dico di tutte, forse non lo è poi così tanto. È un Mahmood adulto e tribale, sul mood di Rose Villain, per intendersi, ma meno decifrabile, pop. La ascolti e non la capisci. La riascolti e sei sempre lì. Bravo, ma non ci abiterei.
Diodato 7
Se Diodato è Diodato e torna sul palco che lo ha visto vincere due minuti prima della pandemia con una canzone lieve, alla Diodato. Dedicato a un amore andato, vai a sapere se la stessa che faceva rumore. Bel brano che nel Sanremo della cassa dritta forse scompare, nonostante il balletto che si muove alle sue spalle.
Loredana Bertè 7
Da tempo usa che se sei un cantante con almeno un paio d’anni di carriera ti fanno un docufilm su Amazon Prime, al terzo scatta un film sulla Rai. Loredana, che è sempre stata un unicum, decide di trasformare la sua biografia. E lo ha fatto alla grande, una chiara candidata alla vittoria.
Geolier 6
Non è la mia tazza di te, ma il fatto che abbia fatto incazzare i puristi del Festival mi sembra tanta roba. Pur rimanendo non la mia tazza di tè.
Alessandra Amoroso 7
Si dice che il palco faccia la differenza. Ecco, Alessandra Amoroso che arriva qui dopo un anno di shitstorm e video virali su TikTok sul palco fa la differenza. Nonostante la canzone sia una ballade abbastanza telefonata, come musica e testo, lei la porta a casa ottimamente, puntando in alto.
The Kolors 7
I The Kolors l’anno scorso si erano presentati con ItaloDisco e Amadeus, che caga il cazzo col fatto che lui guarda soprattutto alle radio, non li ha presi. Come sia finita lo sappiamo bene. Per vendicarsi, quest’anno i The Kolors si ripresentano con la stessa canzone. No, scherzo. Ma manco tanto. A voi capire se sia una critica o un augurio.
Angelina Mango 9
Angelina Mango è una bomba, pronta a esplodere. Una bomba intelligente, ma che invece di distruggere infonde gioia. Un talento, bella voce, empatia, scrittura matura coadiuvata stavolta in questo da Madame e Dardust. La noia è una canzone che farebbe muovere il culo anche a chi era convinto di non sapere più come si fa. Canzone intelligente che rovescia il titolo e si fa anfetamina. “Una corona di spine sarà il dress code della mia festa” la frase dell’anno.
Il Volo 7
Il Volo osa, portando una canzone che non è esattamente quello che ci si aspetterebbe da loro, un po’ di lirica in meno, un po’ di pop in più. Ma sempre molta classe, grandi voci, e anche una certa enfasi. Più rock, come attitudine, di chi sta nella propria comfort zone.
Bigmama 6,5
Bigmama porta la sua storia sul palco, facendo un rap che mette in scena un dramma, ma anche la voglia di lasciarselo alle spalle. Ci mette energia ed empatia, il che è molto meno scontato di quanto si possa pensare. In un Sanremo votato alla cassa dritta e al disimpegno una canzone contro le discriminazioni direi che ci sta tutta. Anche perché Bigmama, cassa dritta pure lei, è una tosta.
Ricchi e Poveri 6
I Ricchi e Poveri, con una canzone decisamente prescindibile, accompagnati da due ballerine e due ballerini, che iniziano in platea e finiscono sul palco. Un ritorno a un passato che non necessariamente rimpiangevamo. Niente voce pitchata, come nella versione registrata, ma non basta. La cassa dritta che fa sparire il fiocco che li teneva legati ci toglie un po’ di voglia di vivere.
Emma 7
Emma cambia pelle, o meglio, continua a cambiarla. Con un brano che guarda agli anni Ottanta, almeno nel bridge, e che le permette di usare colori della sua voce meno graffianti. Apnea cresce con gli ascolti, e questa nuova pelle ci piace.
Renga e Nek 7
Di cinquantenni a Sanremo non ce ne sono più. Così ha deciso Amadeus, o giovanissimi, o grandi classici, una casella occupata da qualche anziano simpatico. Poi ci sono Renga e Nek, con una canzone a firma Renga, ma anche Dario Faini, aka Dardust, e Diego Mancino. Una gran bella canzone che ci riporta indietro negli anni, certo, ma Dio santo una canzone e una canzone bella.
Mr Rain n.c.
Le altalene che arrivano a un certo punto, no. La canzone è puro Mr Rain, ma l’altalena no, dai.
BNKR44 5
Se avessi dieci anni e dei gusti musicali non troppo elaborati probabilmente i BNKR44 mi piacerebbero, con quello “via da me” ripetuto e pitchato. Ma se avessi dieci anni non starei qui a scrivere, e probabilmente non è me che leggerei, starei a leggere Webboh. Cosa la parola punk abbia a che fare con questi Ragazzini Italiani mi sfugge. Che Dio abbia pietà di loro.
Gazzelle 7
Arriva dopo che i BNKR44 citano i Blur, a cazzo, nella loro canzone, arriva Gazzelle che porta la sua canzone mignon, alla Gazzelle. Con dentro un mondo, come chi mette i velieri dentro le bottiglie. Bravo.
Dargen D’Amico 4
Porti una canzone che dicono essere impegnata e ti presenti con un vestito pieno di pelusche. Poi parli anche di guerra. Hai il diploma in pagliacceria che ti porta una tessera da clown.
Santi Francesi 6,5
Santi Francesi sono eleganti, sofisticati. Un po’ fuori luogo, quindi, come presentarsi in giacca e cravatta a un matrimonio il cui dress code fosse “come a un concerto di Fred De Palma”.
Fred De Palma 5
Fred De Palma dimostra che c’è chi, come i giapponesi, se ha un vaso con le crepe lo aggiusta con l’oro per sottolineare come le cicatrici siano doni da evidenziare, e chi invece decide di buttarla in caciara, si tatua una palma in faccia e fa il tamarro come se fosse cosa da esibire senza vergogna. Poi vai a capire perché.
Maninni 6
A Sanremo quest’anno nessuno porta canzoni sanremesi, tranne Maninni, che di Sanremo è l’enigma. Porta a casa il risultato, e diventa un po’ meno enigma di ieri. Buttalo via.
Alfa 7,5
Alfa porta uno dei tormentoni di questo Festival. Avicii, Ed Sheeran, ma più che altro Alfa. Giovane ma già bello preciso. Bene, molto bene.
Il Tre 5
L’extrabeat a Sanremo quest’anno lo porta il Tre, ma lo fa in una canzone che è fragile. Parecchio, peccato, anche se sentirla all’una e cinquanta non aiuta, maledetto Amadeus.
Le pagelle di Lucia
Amadeus 3
Potrei giustificare questo voto con un milioni di pretesti, ma direi che si commenta da solo a partire dalla scelta discutibilissima di chiamare trenta cantanti in gara e far finire il programma all’alba, le innumerevoli battute di cattivo gusto e gli incessanti teatrini recitati male e che non fanno ridere nessuno. Esempio casuale: Ibrahimovic; ma anche lo stesso Fiorello. E questa è stata solo la prima sera...
Marco Mengoni 5
L’inizio da recita scolastica mi ha un po’ scioccata, soprattutto da lui che vocalmente e sul palco è così sciolto, vederlo tutto impostato a recitare balbettando e mangiandosi le parole non è stato proprio l’inizio ottimale, ma ammetto che ha recuperato punti cantando durante la serata, anche perché ora possiamo dirlo a distanza di un anno, Due Vite piaceva prima e piace ora, ogni volta che parte viene la voglia di cantare con lui, cosa che effettivamente ho fatto di fronte alla tv. Le uscite comiche meno apprezzabili, ma è Sanremo, obbligo di trash e imbarazzo a livelli altissimi, non si poteva pretendere altrimenti. Avremmo preferito evitare la scena di lui e Amadeus ammanettati, che sarà un mio incubo ricorrente per tutta la settimana a venire. Canta che lo sai fare, il resto risparmiacelo per piacere.
Clara 7-
Avendo sentito un milione di volte Origami all’Alba in Mare Fuori e non essendomi piaciuta troppo, soprattutto per l’eccessivo utilizzo dell’autotune, avevo basse aspettative per Sanremo. Ovviamente ero contenta per lei per la vittoria a Sanremo Giovani, soprattutto perché era dal 2014 che una donna non vinceva, ma questo è un altro discorso. Poi oggi è partita, tra l’altro per prima, che già semplice non sarà, e ha bucato lo schermo, con la sua eleganza tenuta sul palco, la voce chiara e pulita e la canzone che è parecchio interessante, e a cui, al primo ascolto, non posso che dare un giudizio positivo.
Sangiovanni 5+
Mi aspettavo peggio, lo ammetto, ma non mi ha convinta e sorpresa. Le sonorità non sono brutte, ma non le definirei neppure come belle o come nuove, mai sentite. Forse questo me la fa piacere meno, perché è una canzone sentita e risentita in versioni differenti, da persone differenti, ma la solfa rimane la stessa, così come il testo, niente di innovativo o travolgente. Di per sé non è un male, vanno bene anche le cose non particolarmente profonde, il punto è che lo scopo mi sembra fosse quello, quindi mi viene spontaneo pensare che l’obiettivo non sia stato raggiunto.
Fiorella Mannoia 8
Fiorella Mannoia governa quel palco con una classe e uno stile al resto dei concorrenti in gara quasi sconosciuto. La voce come sempre è incredibile e la padronanza canora e teatrale è sempre la stessa, impeccabile. Ma passiamo alla canzone, probabilmente una delle più belle in gara, e nonostante oggi sia il primo ascolto lo posso dire con certezza. Un testo incredibile, Mariposa, un inno e un manifesto femminista, che rivendica la libertà, con la potenza delle parole e della voce. La riascolterò in loop.
La Sad 6+
Per il look si meritavano dieci. Mi ha sorpreso l’inizio con il coro, il testo e il genere non è sicuramente il mio e sicuramente non è una canzone che ascolterei in cuffia per conto mio, ma la base è bella e il ritornello è facile da memorizzare e molto orecchiabile. Penso che molti ragazzi adolescenti possano ritrovarsi in questo storytelling e che questa canzone possa diventare un grido adolescenziale non fatico a immaginarlo. Ho apprezzato particolarmente la scelta dei La Sad di portare sul palco dei ragazzi con dei cartelli per sostenere l’associazione del telefono amico, sostenendo la prevenzione al suicidio. Trattare questi temi è sempre delicato, ma assolutamente necessario e io non posso che apprezzare ed esserne felice.
Irama 6.5
Irama provoca in me un vero e proprio sdoppiamento, ogni volta che va a Sanremo canta in maniera languida, di temi profondi, con la sua voce proprio bella e con queste tonalità funziona molto bene, e mi convinco che mi piaccia, che sia forte e faccia belle canzoni, poi esce da questa settimana e arriva l’enchantix, come quello delle winx, una vera e propria trasformazione in tamarrate, a volte anche latineggianti, in cui parla di essere un arrogante e di quante belle donne si fa, quindi voglio dissociarmi dalla dichiarazione che mi piace Irama. Ancora una volta mi piace la versione di Irama di Sanremo, anche se so che quest’estate sarò nuovamente delusa da qualche sua nuova canzone, stile Pem Pem Pem Pem. P.s. minimamente ai livelli di Ovunque sarai.
Ghali 7+
Vederlo scendere le scale mi ha ricordato il siparietto fatto anni fa con Amadeus in cui fingeva di cadere e per un attimo mi sono spaventata. A me la voce di Ghali è sempre piaciuta, sin da quando lo si ascoltava solo a Milano e non aveva ancora spopolato a livello nazionale. La potenza di questo brano si percepisce fin da subito, ha un attacco già incredibile dall’inizio e il testo così forte e schietto, che denuncia senza timore, ma con una base dance che quasi sembra smorzare il tutto con una certa freschezza. Bravo.
Negramaro 7
Loro hanno una potenza incredibile, anche, ovviamente, dovuta a anni di esperienza. La canzone è una canzone da Negramaro, il che non determina una cosa negativa, solo una costatazione. Giuliano Sangiorgi ha una voce bellissima, che è solo sua e si riconosce già dalle prime note. Il testo è bello, la canzone anche, forse ho solo bisogno di un paio di ascolti in più e per alzare il voto.
Annalisa 7
Annalisa ha una capacità canora che su quel palco, tra i trenta concorrenti, pochi hanno e lo ha dimostrato in maniera egregia. Unico difetto di questa canzone è che l’ha fatta volare con il paracadute, non perché la canzone sia facile, anzi, ma perché questa canzone funziona, si sente, si vede, ma probabilmente avrebbe potuto osare di più, anche visto il suo talento, perché ci sarebbe sicuramente riuscita. Nonostante ciò credo che senza dubbi questa uscirà come hit.
Mahmood 7.5
Giubbotto antiproiettile immagino dovuto allo spavento di ieri dopo l’allarme bomba. Probabilmente una delle basi più interessanti come sonorità, come quasi tutte le basi di Mahmood niente di scontato o banale, sicuro niente destinato a annoiare o finire nel dimenticatoio. Questa canzone non fatico a immaginarla nei vari club o locali, e non fatico a immaginarla nelle mie cuffie.
Diodato 7
Il balletto spuntato dal nulla alla La la land lo avrei probabilmente evitato bellamente, ma tolto quello Diodato ha la capacità di far piangere qualsiasi persona che ascolta un suo brano, non so perché ma il connubio di base, testo e voce è letale per l’umore, e devo dire che come con Fai Rumore, nel 2020, anche questa volta è riuscito a valorizzarsi al massimo portando una canzone che sicuramente non finirà in basso in classifica.
Loredana Bertè 7
La più rock in gara senza ombra di dubbio. Ma sarò impopolare e al primo ascolto mi ha lasciato un po’ delusa, dato che dandola tutti per vincitrice mi avevano fatto sperare e immaginare altro. Nonostante ciò, la canzone è forte e lei è bravissima, impossibile da negare.
Geolier 7,5
Ha superato nettamente le mie aspettative, da non fan e non ascoltatrice di Geolier non nego che questa probabilmente tra meno di un mese la saprò a memoria e probabilmente sarà una di quelle più riprodotte nei bar, alle feste, in varie situazioni sociali. Poi ora dico così e può darsi che venerdì al decimo ascolto la odierò, ma per ora do la mia approvazione.
Alessandra Amoroso 6,5
Citazione a L’odio più che apprezzata. La canzone non mi è dispiaciuta per niente, ma non mi ha neppure totalmente convinta al primo ascolto, quindi ci penserò un po’ su e vedremo le prossime sere.
The Kolors 7-
Hit assicurata, una possibile seconda ItaloDisco, che sicuramente ci ascolteremo all’infinito tutto luglio e agosto 2024, fino a non poterne più, avere il vomito al solo pensiero e voler rompere qualsiasi cassa vicino a noi che la riprodurrà ancora una volta. Come facciano ad azzeccare così bene le hit ce lo devono dire.
Angelina Mango 9
Angelina Mango, poco più che ventenne e emergente, ha governato e calpestato tutti gli altri in gara, con la sua treccia chilometrica e una voce che ti strega. La canzone ha una potenza pazzesca, il ritornello ti resta in testa che già dopo poco la stavo canticchiando senza rendermene conto e la base è assolutamente perfetta. Angelina Mango ci ha dimostrato che tutti i malfidenti che la criticavano perché figlia d’arte e che le dicevano che è lì senza meritarlo, possono pure andare in un angolino muti, perché non solo sa cantare e bene, ma ha anche una padronanza del palco, un modo di ballare e muoversi già una pop star fatta e finita. Unico 9 meritato della serata.
Il Volo 7
Molto differente Grande Amore, ma con le loro tre voci che si sposano alla perfezione esce una bella canzone. Non la definirei un capolavoro, ma sicuramente, visto il target del loro pubblico, verrà apprezzata senza difficoltà.
Big Mama 6
Devo ammettere che vederla commuoversi finita l’esibizione mi ha fatta una grandissima tenerezza e vederla twerkare ridendo mentre cantava mi ha gasato moltissimo e solo per questo si merita la sufficienza, perché la canzone di per sé non bastava, non perché fosse brutta, il testo che parla di bullismo è anche molto bello, ma non ha la forza del messaggio che vuole portare.
Ricchi e Poveri 8
Vorrei solo ricordare a tutti che Angela Brambati ha settantasei anni, quest’anno ne farà settantasette, e si potrebbe anche concludere qua la spiegazione del voto, ma non basta perché sono rimasta folgorata dalla bravura di lei, che essenzialmente gioca il novanta per cento della performance, non perché lui non sia altrettanto bravo, ma perché in confronto a lei è come se non ci fosse sul palco. L’entrata infiocchettati, i balletti continui, il ritornello super dance, sono senza dubbio nella mia top 3.
Emma Marrone 6,5
Rispetto al classico repertorio di Emma ho notato un cambiamento notevole, non tanto nel modo di cantare, ma più nel genere. Questo stile anni Ottanta è nelle sue corde, ma come per l’Amoroso ho bisogno di un secondo ascolto.
Renga e Nek 6
Non potevo aspettarmi diversamente questo brano, esattamente un brano alla Renga e Nek, loro insieme funzionano bene, anzi benissimo e questa canzone è perfetta per le loro voci e per i loro personaggi. Insomma, “una canzone da Renga e Nek”.
Mr Rain 5
Quando il giudizio è negativo la prima sera è sempre più difficile, perché ti viene da chiederti: “Ma magari sono troppo severa? Magari al secondo o terzo ascolto potrei cambiare idea e potrebbe iniziare a piacermi perché la inizierò a guardare sotto punti di vista diversi?” Ma ecco, non penso sia questo il caso, e non perché la canzone non sia indirizzata, come target di pubblico, anche a me, ma sembrata identica all’anno scorso, nessuna evoluzione, nessuna crescita, nessun cambiamento. Mi ha lasciata interdetta.
BNKR44 6,5
Ovviamente bisogna anche associare ogni pezzo al target di riferimento, ovviamente loro non avranno lo stesso pubblico di Renga e Nek o di Fiorella Mannoia. Buttandosi prevalentemente su un pubblico molto giovanile adolescenziale o addirittura preadolescenziale ed essendo loro emergenti e giovanissimi, andando lì a debuttare, posso dire con certezza che sono stati bravi e che il pezzo non sia niente male. Molto One Direction, ma glielo si augura, con il successo che hanno fatto gli One Direction ai tempi.
Gazzelle da attribuire
Sicuramente con Gazzelle sarò un giudice più severo che con il resto dei concorrenti, perché dovete sapere che io ho scoperto Gazzelle ai suoi primi debutti, quando a guardarlo e ascoltarlo eravamo due gatti, e da fan di un certo tipo, affezionata, ho aspettative più alte, ma soprattutto ho un giudizio più critico, quindi ho deciso di dargli un voto la prossima sera, ancora non mi sento di avere un giudizio completo su questo brano.
Dargen D’Amico 6-
Dargen outfit più figo, senza dubbio. Mi ha urtato tutto il tempo la scelta stilistica di andare inizialmente, apposta, fuori tempo (cosa che fa anche Tedua). È sempre stata una cosa che io digerisco poco, ma effettivamente una modalità di cantare non semplice, soprattutto con una possibile ansia da prestazione. Il testo è molto bello, niente da dire su quello, la canzone in sé però mi lascia più scettica, e al momento dico che non l’ho apprezzata totalmente e non ho visto il potenziale che aveva Come si balla, ma vedremo le prossime sere. Ovviamente il discorso finale che ha fatto merita un dieci, finalmente qualcuno che prende una posizione a favore del cessate il fuoco su Gaza. Ho apprezzato soprattutto il coraggio in un posto come una diretta televisiva Rai, bravo.
Rose Villain 6,5
La canzone mi ha totalmente stupita, dalla base al suo modo di cantare, che non è sempre omologato e ti invoglia ad ascoltare, per non parlare del ritornello che sicuramente ti rimane in testa e ti viene spontaneo canticchiarlo. Ottimo debutto, per essere la prima volta sul palco brava.
Santi Francesi 7+
Lui è una delle voci maschili in gara più interessanti e delicate, senza essere scontata o già sentita e questo brano è forte, più di quanto immaginavo, ha catturato la mia attenzione e il mio sguardo poggiato allo schermo del pc. Il sound è veramente potente e questo brano non è il classico brano sanremese, nonostante a suo modo ci rientri senza problemi, quindi ottimo lavoro.
Fred De Palma 5
Fred De Palma è penso la cosa più distante da Sanremo che potessi immaginare e guardarlo lì che racconta come lui abbia ferito la sua presumo e spero ex ragazza mi lascia un po’ senza parole. Però lui mi sta simpatico, quindi mi limiterò a dire questo, diciamo che lo trovo un po’ fuori dal contesto, ma alla fine possiamo anche dire che il contesto Sanremese non esiste più e che questo potrebbe essere il suo bello e il suo brutto. Ma ecco, ora c’è Fred De Palma, subito dopo i Santi Francesi, all’una e mezza di notte, e va bene così.
Maninni 6
La canzone non mi è dispiaciuta affatto, soprattutto essendo un esordio per un ragazzo giovanissimo che debutta in quest’occasione. Anche a livello canoro ha fatto un’ottima performance, anche se la canzone non mi ha stupito e non mi è rimasta particolarmente impressa.
Alfa 7
Alfa anche ha sfornato una papabile hit, sulle note country è riuscito a unire il pop alla sua unicità e l’ha fatto bene. Sono certa che nei giovanissimi questa canzone spopolerà e rimarrà nel tempo, probabilmente l’ascolteremo nel tempo durante l’estate, nei lidi estivi. In più, nota positiva, mi ha sorpreso positivamente come ha cantato e performato sul palco.
Il Tre 5
L’ho trovata molto simile a una sua canzone passata, Te lo prometto, che l’anno del covid, nel 2020, aveva spopolato su TikTok. La parte rappata l’ho preferita alla parte più melodica del ritornello, che è sentita e non è niente di particolarmente entusiasmante, ma nel rappare Il Tre è forte e probabilmente fossi stata in lui avrei puntato più su quello, anche per differenziarmi dal resto dei concorrenti. “Buonanotte o buongiorno” ottima conclusione per essere il trentesimo cantante in gara.