Amadeus ha bocciato la sua canzone: Pupo non canterà a Sanremo, lui alza le spalle, tanto canterà al Sanremo russo, a casa di Putin, al Cremlino, si tratta solo di aspettare il 15 marzo e sarà una serata per lui magica. Una scelta controversa, per molti inopportuna nel momento in cui la Russia è impegnata nella guerra con l’Ucraina. “Sono vicino al popolo Russo, e sono vicino al popolo Ucraino”, ha detto Pupo a Novella, per rimarcare la sua distanza dalla politica, e la sua vicinanza alla gente, in particolare ai fan russi, che sono tanti, e di lunga data. Il cantautore di Ponticino, che aveva presentato un brano per il Festival di Sanremo dove avrebbe cantato insieme a Il Cile, toscano come lui, attualmente è in tournée in Italia con un recital, dove alle sue canzoni più amate si alternano monologhi schietti. Come è lui. Che ha scelto di volare, di nuovo, a Mosca. Come detto il 15 marzo Pupo canterà al Cremlino in una serie di duetti con i cantanti russi più amati. Tricolore è il titolo del brano che Enzo Ghinazzi, questo il suo nome all’anagrafe, aveva presentato per Sanremo. “Non vorrei che Amadeus non avesse scelto la canzone perché parla di tematiche non politicamente corrette”, ha confessato lui. “Spero che l’abbia esclusa solo perché non gli piaceva e non perché riteneva che questo genere di brano dedicato alle dipendenze non potesse essere inserito nel suo ultimo festival”. Il testo di Tricolore affronta il tema delle dipendenze e del percorso per uscirne, basandosi sulle esperienze personali di entrambi i cantanti. Pupo non ha mai fatto mistero della sua passione per il gioco d’azzardo e dei problemi che ne sono conseguiti. Il Cile, all’anagrafe Lorenzo Cilembrini, ha affrontato il suo alcolismo e ne è uscito grazie alle cure e alla sua forza di volontà. Niente Festival per loro. Ma Pupo il “suo” Sanremo lo farà lo stesso. In Russia, dove ormai è di casa, essendo uno degli artisti italiani più amati da Vladimir Putin e dal popolo russo. “La musica va oltre la comprensione della lingua, se chi non capisce la lingua non comprasse le canzoni, la musica americana cadrebbe in rovina”, ha detto in una recente intervista a La voce del popolo. Nel corso della quale ha argomentato come nasce il suo legame con la Russia: “Già dalla fine degli anni Settanta ho curato quel mercato. Non sono mai andato in Sudamerica, pur avendo avuto tante richieste, perché sono affascinato e attratto dalla cultura russa, già dai tempi dell’ex Unione Sovietica. Ci andavo in vacanza quando la gente andava alle Maldive e alle Seychelles. Io andavo a Mosca e a Leningrado (oggi San Pietroburgo) a visitare i musei e persino a Yekaterinburg, la città degli ultimi zar di Russia. È una passione che poi è stata percepita e contraccambiata dal pubblico, che però ama un certo tipo di musica italiana, che è quella mia, quella di Toto Cutugno, di Adriano Celentano, di Al Bano”.
Al Bano però, da quando è scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina, non ha più messo piede in Russia. Enzo al contrario sarebbe dovuto andare già a maggio dell’anno scorso. Dopo aver annunciato la sua partecipazione alla manifestazione Road to Yalta in qualità di ospite d’onore e giurato, a causa delle polemiche sollevate, ha poi rinunciato. Sei mesi dopo ha cambiato idea e alla fine di novembre è volato a San Pietroburgo per un concerto, come ha documentato con un video pubblicato sul suo profilo Instagram. Negli stessi giorni, intervistato da La Repubblica, replicava così quando gli veniva fatto notare che quella di andare in Russia è una scelta controcorrente: “Sì, ma anche molto interessante. Per me è un onore portare la mia musica ovunque, in Russia ma anche in Ucraina, dove peraltro mi hanno invitato. Il fatto che dal mio piccolo paese di Ponticino io sia arrivato così lontano nel mondo, lo vivo come una grazia: qualche giorno fa ero in Lituania per l’evento Pupo and friends, sulla musica degli anni Ottanta ma veicolata ai giovani in versione glamour, non revival. E il 27 gennaio Pupo and friends sarà al Cremlino, con tutti i cantanti russi”. L’evento annunciato è slittato al 15 marzo. I “friends” sulla locandina sono star russe. Per lui la musica è più importante della geopolitica.