“Il post di Jenner serve a ricordare che mentre il pubblico fa la sua parte per ridurre le emissioni, i ricchi stanno vomitando inquinamento come se stessero cercando di raggiungere il punteggio più alto, facendo uno scherzo a qualsiasi individuo, o anche tentativi collettivi di ridurre gli sprechi. Qual è il punto di tenere traccia delle impronte di carbonio quando l'impronta di una singola celebrità rivaleggia con quella di Godzilla?”. Con queste parole di Dani Di Placido, la rivista Forbes riporta la notizia di Kylie Jenner, definita su Twitter una “criminale del clima” per aver usato un jet privato preso in affitto per coprire una tratta di soli 17 minuti di volo (neanche cinquanta minuti in macchina). La famiglia Kardashian-Jenner è nuovamente sotto i riflettori della polemica social. Ma non è l’unica. Le celebrità inquinano più di qualunque altro essere umano sul pianeta, spesso senza curarsi realmente del problema e ancora più spesso facendo la morale ai poveri. Io non posso buttare una sigaretta a terra, ma Gianluca Vacchi può ballare nel suo jet privato? Qualcosa non va.
In una ricerca dell’Università di Lund uscita nel 2019 erano state individuate le star con il più alto record di inquinamento dovuto ai loro continui viaggi aerei. Al primo posto abbiamo il profeta del climate change Bill Gates: circa 59 voli nel 2017, 1.600 tonnellate di CO2. E uno. Il secondo posto va a Paris Hilton con 68 voli e oltre mille tonnellate di CO2. E due. Al terzo posto la cantata (e neo-sposa, di nuovo), Jennifer Lopez, con 105 tonnellate di anidride carbonica e circa 77 voli nel solo anno 2017. Per intenderci, una persona normale in un anno produce circa 5 tonnellate di CO2 tra trasporti e cibo. Ma nei TG è più facile riportare quanta acqua gli italiani sprecano tenendo aperto il rubinetto mentre si lavano i denti (che, per intenderci, è comunque un problema; ma non il problema).
Le emissioni di CO2, oggi, sono più di cinque volte quelle del 1950. Il problema è grande e grave. Le soluzioni non possono essere il frutto di isterismi di massa o di facili ottimismi propagandati come perfettamente plausibili. A dircelo è Vaclav Smil, uno degli scienziati ambientali più letti e famosi (i cui testi sono alla base del nuovo libro di Bill Gates). Ma si sprecano elogi su elogi per gli influencer virtuosi, che poi producono annualmente fino a 320 volte l’anidride carbonica di cui è direttamente responsabile Paolo di Mercatello sul Metauro (Marche). E non basta neanche che si dica che al posto dei jet si possono pur sempre prendere dei voli di linea. Emma Watson, nello studio del 2019 già citato, seppur ultima nella classifica, rientrava nella top 10 delle celebrities più inquinanti al mondo, nonostante tutti i suoi viaggi non fossero stati fatti con mezzi privati.
Non c’è solo un problema di negazionisti del clima. Ma anche di ricchi, spesso ipocriti. Chiara Ferragni mette in vendita una Clima Bottle per ridurre l’impatto ambientale? Potrebbe iniziare evitando di prendere l’aereo per andare in Puglia per poi lamentarsi delle critiche su Twitter. Vale lo stesso per il principe Harry che ieri, all’ONU, ha parlato di clima ma neanche un mese fa, riporta il «New York Post», tornava a casa dopo il giubileo di platino della regina Elisabetta II con un Bombardier Global 6000, raggiungendo con la sola tratta di ritorno in California 60 tonnellate di emissioni. Io per andare a trovare mia nonna emetto nemmeno mezzo chilo di CO2.
Qualcuno tira su gli scudi, dice che la nostra è solo invidia sociale. Invidiamo i ricchi, loro, le povere vittime dei thread su Instagram e Facebook. Di chi sto parlando? Di Flavio Briatore ovviamente, che difende Sonia Bruganelli e la scelta di evitare la fila e le incombenze dei comuni mortali, partendo con il suo aereo privato. In effetti Sonia ci fa un sacco pena. Povera. Che aspettarsi, d’altronde, da uno come Briatore, che vende pizze a 65 euro (15 euro la margherita) e che per mangiare qualche ciliegia prende l’aereo da Nizza e va in Alto Adige, ovviamente documentando il viaggio sui social?
La questione ambientale è seria, va affrontata individualmente, certo, ma anche in modo globale. Gli attivisti sono quasi sempre dei reazionari, impegnati nel vandalizzare opere d’arte, come nel caso della Gioconda a fine maggio di quest’anno, o nel bloccare la gente che sta andando a lavoro in auto. Gente che emette, abbiamo già detto, 5 tonnellate di CO2 all’anno. Perché non prendono una bella trave di metallo e la infilano nell’ugello dell’aereo dei Ferragnez?