Vi reputo liberi e vi leggo sempre per questo. Avendo assistito alla serata al MAXXI di Roma, vorrei esprimere il mio parere sulla questione Sgarbi-Morgan. Ero, infatti, presente al dibattito avvenuto, seduta nel pubblico che applaudiva a una conversazione intelligente che toccava argomenti interessanti e di cultura, quali Michelstaedter, Leopardi, il valore della letteratura e dell'arte e di come certe opere ti cambino dentro dopo averle lette o viste. Sappiamo che i grandi libri possono cambiare le nostre menti e le nostre vite in svariati modi, e l'argomento è stato affrontato con grande sensibilità culturale. Il dibattito ha continuato sull'opportunità di opere a favore del popolo e potenziali progetti per valorizzare l'Italia e il suo patrimonio artistico. Alessandro Giuli, presidente del MAXXI, che oggi si giustifica e si dissocia, era seduto lì vicino, sorridente e accondiscendente alle parole di Vittorio Sgarbi, intervenendo persino. Mi sembra poco coerente che si sia dissociato dopo.
Il momento incriminato, dichiarato sessista e volgare, è avvenuto sul finire della conversazione e non è stato assolutamente sessista e maschilista: la domanda sul numero di donne avute era volutamente giocosa e ironica, così come la risposta di Vittorio Sgarbi, il quale ha cercato, giocando sull'argomento, di sdrammatizzare il suo cancro alla prostata. Quanto falso moralismo c'è nel definire quel dialogo giocoso “sessista”? Il significato della parola è: chi è favorevole alla discriminazione sessuale. Sgarbi ha soltanto ammesso di aver avuto un buon numero di conquiste prima del suo cancro, non ha fatto nessun apprezzamento sessista sulle donne in questione. Credo che gli argomenti sessisti siano altri: viviamo in una società dove avviene 1 femminicidio al giorno, ma il problema è Sgarbi che ironizza sulle sue vecchie conquiste. Si è creato un caso dove non c'è bisogno, visti i problemi del nostro Paese.
Da parte dei dipendenti del MAXXI c’era malcontento da molto prima della serata, che era palesemente esposta anche sui social. Hanno colto la palla al balzo per tentare di disfarsi di un presidente non amato, giocando la carta del sessismo e delle volgarità di Sgarbi sperando di fare scacco matto. Il presidente, più furbo, prima gioca sul palco con Sgarbi e sorride al clima ironico e poi, quando vede le brutte, si dissocia. Ma da cosa, esattamente? Ribadisco: il pubblico applaudiva interessato e divertito, ci sono stati anche momenti musicali davvero belli e di alto livello. Tutti hanno riconosciuto il momento di spettacolo nei toni ironici a fine dibattito, e nel pubblico il clima era disteso e goliardico di rimando. Da spettatrice mi chiedo il perché di tutto questo caso, poiché anche le informazioni emerse a distanza di dieci giorni sono state estrapolate e decontestualizzate. Mi esprimo sulla questione perché è giusto che anche il pubblico abbia voce ogni tanto.