A Monopoli (Bari), in piazza Rita Levi Montalcini, troverete la statua di una sirena realizzata dagli studenti dell’Istituto Luigi Russo. Se la scienziata aveva un cervello da Nobel, i ragazzi sembrano aver puntato su altre caratteristiche: seno e glutei. Scoppia il caso social. La sirena più procace d’Italia (che Niccolò Fantini ha associato ironicamente alla pornostar Malena) per alcuni sarebbe scandalosa, per altri semplicemente brutta. C’è chi avrebbe preferito vedere qualcosa di più coerente con il nome a cui è stato titolato lo spazio, ma so’ giovani, che ci vuoi fare. Noi abbiamo chiamato in causa un esperto, il critico Luca Beatrice, per capire prima di tutto se, al di là delle polemiche, questo “attacco d’arte” di una scuola secondaria sia o no una buona opera. E il giudizio arriva con molta chiarezza e franchezza, con buona pace per insegnanti e ragazzi: “La statua (meglio dire scultura) è brutta. Sbagliato affidarne il disegno a dei ragazzi e non piuttosto il progetto a un artista con una commissione di arte pubblica a verificare il risultato prima di installare”.
Ma queste forme, sempre più ricorrenti nell’immaginario giovanile (dalle ricche Kardashian alle TikToker, passando per le influencer sportive agli articoli dedicati agli step chirurgici per avere un lato B abbondante), fanno parte di un vero e proprio canone estetico che si è formato e consolidato? “Non credo sia una questione di canone attuale della bellezza femminile, peraltro molto articolato oggi. Questa è una visione da vecchio cartone animato, con stereotipi mediterranei francamente imbarazzanti e scontati”. Forse è la mancanza di cura, una supervisione attenta, che potesse permettere – per una volta – di smarcarsi da certi cliché. Ma da qui a doverne discutere con stupore puritano, secondo Beatrice, ce ne passa: “Temo che a brutto si aggiunga brutto. Non grido allo scandalo perché detesto questo genere di atteggiamenti, ma in Italia è spesso un proliferare di fantomatiche opere d’arte senza qualità inserite a forza nell’arredo urbano che talora preferirebbe rimanere spoglio, soprattutto dove non c’è un piano regolatore e neppure una logica”. Se gli studenti non hanno imparato granché, che sia almeno una lezione per le amministrazioni. Con l’invito, magari, a ricordarsi degli artisti veri.