Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha definito i manifestanti del "Freedom Convoy" una "piccola minoranza marginale", ma sta di fatto che circa 50 mila camionisti sono partiti domenica scorsa dalla British Columbia per essere accolti nella capitale da altri manifestanti provenienti dall'est e dal sud del Paese. Al convoglio si sono uniti anche camionisti statunitensi.
"È lungo 70 chilometri. Ho visto le riprese di un aereo. È impressionante", ha spiegato Benjamin Dichter, portavoce del Freedom Convoy 2022, al Toronto Sun dopo che la colonna di mezzi ha superato Calgary dirigendosi a ovest. Venerdì mattina invece, i conducenti erano a Kingston, in Ontario, a circa 110 miglia dalla città".
Il convoglio di camionisti diretti verso Ottawa ha spinto la polizia a prepararsi alla possibilità di violenze e i politici a mettere in guardia contro l'escalation della retorica legata alla manifestazione.
I camionisti stanno, in parte, protestando contro una nuova regola entrata in vigore il 15 gennaio che richiede agli autotrasportatori che entrano in Canada di essere vaccinati contro il coronavirus. Gli Stati Uniti hanno imposto lo stesso requisito a partire dal 22 gennaio.
Elon Musk si è espresso su Twitter elogiando l’iniziativa degli autisti: "Se spaventi abbastanza le persone, chiederanno di sopprimere libertà. Questa è la via della tirannia”. In precedenza aveva twittato che "i camionisti canadesi sono dei grandi".
Musk non è nuovo a prese di posizione perlomeno scettiche riguardo alla pandemia. Nel settembre 2020 il Ceo di Tesla aveva infatti dichiarato che lui e la sua famiglia non si sarebbero vaccinati perché non erano a rischio, per poi ammettere circa due mesi dopo di aver probabilmente contratto una lieve forma di Covid: "Ottengo risultati molto diversi da laboratori diversi, ma molto probabilmente ho un caso moderato di Covid. I miei sintomi sono quelli di un lieve raffreddore, il che non sorprende, dal momento che un coronavirus è un tipo di raffreddore".