Ma se tutto quello che, a distanza di ben diciotto anni, ancora non torna nel delitto di Garlasco fosse solo il risultato di una grande “cialtroneria”? Da quanto il caso dell’omicidio Poggi è tornato a riempire quotidianamente tv e giornali, ogni aspetto della vicenda è stato sezionato in centinaia di parti e messo in piazza. E ne è venuta fuori un’indagine condotta al tempo con troppe, troppe, inesattezze. Che nel loro totale non hanno permesso tutt’ora di mettere un punto chiaro quanto definitivo. Perché il dubbio resta, e negli ultimi mesi più che mai. E se da dieci anni in carcere ci fosse un innocente? Alberto Stasi, fidanzato di Chiara, nel 2015 è stato condannato a sedici anni di reclusione con l’accusa, poi diventata condanna definitiva, di aver ucciso la sua fidanzata. Eppure tutto si sta muovendo, e non è escluso un totale cambiamento di rotta. Adesso sul tavolo degli imputati c’è Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, accusato di omicidio in concorso. Ma se le indagini fossero state condotte con maggior limpidezza oggi avremmo un risultato diverso? Di questo si è parlato durante la trasmissione Lo Stato delle Cose condotta da Massimo Giletti. A parlare, in un servizio, l’ex maresciallo Francesco Marchetto, il primo ad entrare nella villetta dopo l’omicidio: "C’era sangue, tanto sangue. Io quel giorno ero andato a trovare la mia famiglia che si trovava ai lidi ferraresi. Mi hanno chiamato per dirmi che c’era questa ragazza morta all’interno di una villetta in via Pascoli. Io sono stato chiamato dopo che Alberto Stasi si è presentato in caserma, quindi dopo la telefonata al 118. Sulla scena del crimine sono arrivato non più tardi delle 17:00: mi sono infilato i calzari, messo le mani in tasca perché erano finiti i guanti e sono entrato”. Parole gravi, pesanti. “Erano finiti i guanti”. Ma come si fa ad entrare nella scena di un simile omicidio senza indossare le dovute precauzioni?
“C’era tutto il sangue lungo il percorso fino alla scala che porta giù in cantina, il sangue sui gradini e poi il corpo della povera Chiara. Era una maschera di sangue. Questa ragazza buttata su questi gradini con il volto girato da una parte e sugli altri gradini solo pozzanghere di sangue. Colpiva la ferocia, la cattiveria… Guardando quella macchia di sangue ai piedi delle scale, si vede già che il colpo è stato inferto con una cattiveria inaudita sul suo corpo. Dove c’era il telefono si vedevano proprio questi schizzi che sembravano conseguenza di altri colpi inferti”. Un aspetto, questo, che ormai fa da sfondo. Perché l’omicidio di Chiara si è trasformato in uno show, e ci si dimentica che dietro a tutto questo c’è una ragazza che è stata brutalmente uccisa. “Perché tutta questa cattiveria? Sembrava quasi uno sfogo. C’era l’impressione che l’assassino fosse andato oltre l’azione messa in essere. Un omicidio anomalo perché si parlava anche della conseguenza di una possibile rapina. Se sono stati fatti errori? C’era tanta gente, questo è il problema. Ce ne erano troppe ma in funzione all’orario in cui sono arrivato, perché io sono arrivato alle 17… dalle 14:30 in poi? Quante persone sono entrate?". Troppe. E le impronte del loro passaggio sono state infatti individuate. Massimo Giletti ha così commentato: "Mentre in passato si tralasciava tanto, oggi non si vuole lasciare nulla al caso. Sembra quasi che si voglia determinare la riscrittura della dinamica di quello che è accaduto. Mi è giunta voce che Napoleone voglia chiuderla in fretta". Siamo vicini a un arresto? Forse si è smesso di agire con “cialtroneria”…