Nunzia De Girolamo, ex parlamentare in quota Forza Italia, se ne esce a Piazza pulita con una frase che ha sollevato varie polemiche. Per esprimere la sua contrarietà al cosiddetto utero in affitto la De Girolamo dice: "Sono assolutamente contraria alla gestazione per altri, ma sono contraria per etero e omosessuali perché vengo da una regione dove già mi immagino Scampia, dove le donne smettono di spacciare hashish e cominciano a spacciare l'utero, quindi sono terrorizzata dalle storture di questo paese e mi attengo alla Costituzione". L’affermazione, oltre a essere pesante, riproduce quella visione macchiettistica del quartiere napoletano su cui tanto si è calcata la mano in anni e anni di propaganda politica, o disimpegno culturale verso questa zona. Ma le cose sembrano non stare più così da un po’. Abbiamo chiesto a chi lavora sul territorio un commento, e De Girolamo non raccoglie consensi, neanche da chi, come i cattolici, potrebbero in linea di principio essere d’accordo rispetto al tema della gestazione per altri. A nulla vale voler scendere, come ha sostenuto oggi, per vedere con i suoi occhi le condizioni del quartiere napoletano.
Lo scrittore Davide Cerullo è in montagna, mi risponde mentre sta conducendo delle attività con i bambini con cui lavora ormai da anni all’interno dell’associazione L’albero delle Storie, uno spazio da lui stesso fondato. “Si è presa una grossa responsabilità, dicendo una cosa del genere. Si è andati ancora di più a non fare emergere quella che è la positività di questo luogo, e soprattutto il ruolo delle donne e delle madri che in questo quartiere sono proprio quelle che hanno un grado di umanità e di attenzione verso un luogo che è nato fragile, ma anche verso un bambino. Non si preoccupano e basta, si occupano di loro. Queste donne sono da prendere come esempio per un più alto senso di libertà, perché non è facile essere bambini ed essere liberi in un posto come Scampia. E le donne sono dotate di una non comune umanità, davvero. La De Girolamo, con questa affermazione, ha davvero cancellato tutto questo, soprattutto perché ora si dovrà combattere anche contro questo ennesimo stereotipo. Detto da una donna poi. Sono veramente offeso, addolorato, disorientato. Non si usa il potere politico e televisivo per schiacciare, anzi, dovrebbe servire per risollevare e rindirizzare, per rimettere in piedi e sostenere. È una grossa cattiveria.”
Della stessa opinione anche l’associazione Dream Team, già uscita sui social, ma a cui chiediamo un ulteriore commento. “Forse è il primo giornalista che si occupa della nostra risposta, perché altri hanno cercato opinioni più in vista. Ma noi siamo donne di Scampia. Io abito a Scampia di 43 anni e quello che ha detto mi ha fatto molto male, personalmente, per le mie figlie, per le mie amiche, per tutte le donne” dice la direttrice. “Le sue scuse sono molto strane. Se vorrà venire, personalmente non la accoglierò, perché noi non abbiamo niente da dimostrare e lei nulla da verificare. Scampia è un territorio molto particolare e la sua bellezza non vuole mai essere descritta. Anche perché, il problema non è solamente dire che le donne spaccerebbero il proprio utero a Scampia, ma dire che ora spacciano l’hashish. Non si può macchiare in questo modo una comunità di 70mila abitanti, di cui le donne sono la maggior parte.” Fa eco persino l’associazione gesuita AQuaS, che per orientamento culturale potrebbe quantomeno condividere l’opinione sulla gestazione per altri della De Girolamo (anche se su questo non abbiamo ricevuto conferme). Interviene il responsabile del Centr Hurtado, Graziano Calci. “Chiaramente si tratta di un’uscita infelice della De Girolamo, una persona che evidentemente non conosce il territorio e fa di tutta l’erba un fascio vittima di stereotipi obsoleti. Le donne di Scampia si sono sentite profondamente ferite da questa banalizzazione e di essere chiamate in causa in modo così superficiale. Accanto allo storico problema della presenza della Camorra, peraltro profondamente mutato rispetto agli anni bui delle guerre fra clan, e che continua a coinvolgere in maniera diffusa il territorio, Scampia è abitata da donne che sono ottime madri di famiglia, lavoratrici e in molti casi anche impegnate nel sociale a favore del loro quartiere. Non si possono fare affermazioni del genere. Siamo veramente basiti nell’ascoltare un’ex parlamentare che si esprime in questi termini. Il problema è legato a questa immagine di Scampia, questo stereotipo che risale a vent’anni fa. Oggi invece parliamo di un quartiere variegato ma vivibile, sia pur non ancora dotato di tutto ciò che serve per poter vivere bene, che è abitato sia da persone in difficoltà economiche e sociali o con problemi di legalità, sia da una media borghesia di persone che hanno trovato la loro collocazione in questa zona. Senza contare l’impegno delle oltre settanta associazioni presenti da anni sul territorio e l'azione positiva dei molti plessi scolastici delle parrocchie cattoliche e delle altre realtà religiose attive sul territorio. Poi, come dappertutto c’è chi lavora meglio e chi peggio, con maggior o minore passione e coinvolgimento, chi ha più un'impostazione che mira ad un guadagno e chi si dedica più intensamente e con gratuità alla promozione sociale del territorio e delle famiglie presenti, in ogni caso, è indubbio che ci sia molto movimento positivo a Scampia. Infine aggiungo che è triste sentire una donna esprimersi in tal modo in relazione ad altre donne”. Temo non basteranno delle scuse di facciata, contro una comunità che ha condannato un commento caricaturale di una realtà che ha sofferto e continua a soffrire per la mancanza di sensibilità e di interesse della politica.