Un buono a nulla capace di far tutto. Questo sintetico aforisma, mutuato dal sommo Leo Longanesi, calza col mestiere di giornalista e nel 2023 è rappresentato da un italiano in carne e ossa: Nicola Santini, 46 anni, affascinante e ipertatuato, nonché attivo nel giornalismo e nella tv del nostro Paese. Dalla gavetta sulle pagine de "Il Paninaro" e di "Panorama", fino a tanti programmi televisivi dove ha illustrato norme e regole del galateo. Ogni giorno lo si può leggere sul quotidiano L'identità, ma a MOW racconta le pregresse consulenze col noto cane Dudù di Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli, l'amicizia stretta e intima con Marina Ripa di Meana e le frequentazioni del salottismo italiano dell'epoca. Oggi guida con stile le future spose in streaming sull'app di Mediaset e racconta perché lo si vede interpretare un giornalista per finzione sull'emittente nazionale.
Nicola, partiamo dall'inizio: di dove sei, dove vivi e come hai iniziato a lavorare nei media italiani?
Sono originario della Toscana, residente a Milano, ma vivo anche a Trieste: è una città che mi piace molto. Allora: il primo pezzo che mi è stato pagato è di secoli fa. Era su "Il Paninaro" una pubblicazione molto in voga negli anni in cui ero un ragazzino: ma era più un gioco, che una scelta di lavoro. A quei tempi c'erano due scelte per un ragazzo durante la stagione estiva: lavorare come bagnino o come barista, come accade anche oggi. In realtà l'idea posso dire che è di Marina Ripa di Meana, con cui ero in stretto contatto perché era un'amica della mia famiglia. Lei è in realtà la persona che mi ha proposto di muovere i primi passi in questo mestiere, facendo alcuni "fotoreportage" in spiaggia ovviamente con lei come soggetto principe. Marina è stata la grande frequentazione della mia vita: mi ha lasciato anche tanti ricordi, tra cui un terzo della collezione con gli scatti originali di Franco Angeli del 1968. Un clamore dell'epoca: sono le fotografie in cui lei è ritratta sulla Piazza Rossa di Mosca, davanti a Lenin ed è praticamente in hot pants. Per quelle fotografie passò persino un paio di giorni nelle galere sovietiche. Vi mostro le foto delle originali, che sono appese in casa. Anche perché, ora che ci penso, non ho mai raccontato che la mia "madrina mondana" è stata Marina Ripa di Meana.
Grazie mille per l'inedita notizia. Ma chi sono gli altri "maestri" con cui hai avuto occasione di lavorare? Fuori i nomi.
Tantissimi. Ad esempio Carlo Giovannelli è stato mio mentore, un grande esperto di cultura mondana. Poi verso i vent'anni ho iniziato a scrivere dei pezzi da New York, dove studiavo all'Università. Ho iniziato a corrispondere dagli USA per Panorama, tramite una collaborazione con la giornalista Antonella Matarrese, che è ancora tra le firme del settimanale. Stando a New York e frequentando molto gli americani, mi sono accorto che i "businessmen" parlavano poco elegantemente di soldi a tavola. Allora ho proposto a Panorama di parlare del galateo, nelle sue varie declinazioni nel mondo. E alla fine è diventato un libro, sul galateo del lavoro. Carlo Rossella, che era allora il direttore di Panorama, ha preso il mio libro e lo ha fatto commentare sul settimanale, da: Montezemolo, Gaddo della Gherardesca, Della Valle e altri iconici uomini dell'epoca. Che commentavano il mio libro di venticinquenne!
Quand'è che è arrivata la tv?
Per farla breve: quel numero di Panorama è arrivato sul tavolo di Maurizio Costanzo, che ha mandato una troupe a registrare un servizio e da lì in poi ho fatto ospitate in alcuni programmi, tra cui "Uno Mattina", dove ho successivamente iniziato a collaborare. Ma la vera "partenza televisiva" è arrivata con Antonella Clerici: mi ha proposto di trasformare l'esperienza del galateo in una rubrica divertente, quasi comica, come inviato per il programma "Il treno dei desideri". Riassumendo, sono diversi i lavori in carriera: "Treno dei desideri" tre anni, "Prova del Cuoco" tre anni, "Verissimo" come inviato tre anni, "Detto e Fatto" e tanti altri. Ho anche condotto un programma di design per Mediaset Infinity e ora c’è "Look at me - Operazione sposa": nel mondo di oggi, il galateo è la vera trasgressione.
Ma come mai interpreti te stesso in una fiction sulla Rai? In tv hai la parte di un insistente giornalista durante una conferenza stampa. Cioè: tu, per davvero, hai fatto finta di fare il tuo lavoro vero? Ma questa è meta-comunicazione turbo-mediatica!
Ah, ah (ride). Sì e l'ho fatto già due volte. La prima è di alcuni anni fa, ma era un film: su Marco Mazzoli, in cui interpretavo il direttore di Radio RDS che aveva all'epoca. E poi sì: ora ad inizio 2023, ne La Porta Rossa. Forse mi ritengono bravo a interpretare me stesso (ride).
Passiamo alla foto con Dudù ai tempi del governo del Cavaliere: come hai fatto a diventare il suo "social media manager"?
Ma no. Allora, la foto di Dudù nasce così. Silvio Berlusconi fino al 2013 non aveva questa grande convinzione circa l'utilità dei social network. Ricordiamoci che Berlusconi è un editore ed è un uomo che ancora scrive a penna, passando prima per la brutta copia: stile da vero signore d'altri tempi. Le mail le voleva vedere stampate. A quei tempi la Pascale, insieme a me e a Maria Rosaria Rossi... per farla breve lo convinciamo ad aprire i primi profili ufficiali. E a me è venuta l'idea di far "parlare" Dudù. Preciso che ero a fare una consulenza, ma non di comunicazione politica: una consulenza in "media relation" più orientata sugli aspetti lifestyle.
Come appunto questa foto clamorosa, che oggi è attualissima: c'è Putin, che tira la pallina a Dudù. Ma per te cos'è un déjà vu?
Ah, ah, ah (ride), sì: stavo giocando con Dudù, a cui lanciavo la pallina nel corridoio di Palazzo Grazioli. Poi è arrivato il Presidente con Vladimir Putin e ovviamente altri dello staff ci hanno fatto spostare. Ma, alla fine, il fotografo ufficiale ha letteralmente "preso la palla al balzo" e infatti si sono viste pubblicate le fotografie tra i due leader, con lo stesso stile e taglio.
Oggi sei in forze al quotidiano l'Identità, di che cosa ti occupi?
Ho proposto tempo addietro la mia rubrica "Senza zuccheri aggiunti", per la pagina di Spettacoli e, tre mesi dopo la nascita del quotidiano, è entrato come direttore Tommaso Cerno. Da allora mi sono occupato della pagina Spettacoli e anche di tutta la Cultura. Noi abbiamo una pagina sola. Ma la nascita di un nuovo giornale in Italia, distribuito anche in versione cartacea, è già una notizia.
Concludiamo con un paio di curiosità per alleggerire. Tu hai un documentato stile, ma quanti tatuaggi hai?
Non lo so, davvero non ho idea. Sono circa una trentina, ma sono fatti nel corso degli anni. Alla mia età sono parecchi: ho iniziato da giovane. Però capisco che serve un'informazione più personale e posso dirti che ho i nomi di tutti i miei amori. Grandi e piccoli. Li ho tatuati sulla pelle.
A bruciapelo: meglio il galateo o la galatina?
Tutti e due. Entrambi dolci.