Lunedì 26 giugno, durante la Giornata Mondiale contro le droghe, il Premier Giorgia Meloni ha fatto un lungo intervento a proposito del consumo delle sostanze illegali nel nostro Paese, ponendo l’accento sul fatto che non solo sia aumentato il consumo di droghe considerate leggere come la cannabis, ma che si sia anche abbassata l’età di chi inizia ad assumerle. Il suo è stato un intervento che non ascoltavamo da almeno dieci anni, mentre la sinistra si schierava a favore della legalizzazione utilizzando come argomenti l’antiproibizionismo e il problema della mafia, quando vari esperti hanno spiegato quali siano i danni di questa sostanza e altrettanti esperti di mafia, come il procuratore Nicola Gratteri, che gira l’Italia spiegando perché la legalizzazione della cannabis non farebbe uno sgarbo alla mafia. Durante l’intervento di Giorgia Meloni l’onorevole di +Europa Riccardo Magi ha mostrato insieme ad altri colleghi un cartellone con su scritto “Cannabis: se non ci pensa lo Stato ci pensa la mafia” al quale il Premier ha risposto dicendo di non essere una persona che si fa intimidire. Abbiamo intervistato Magi, per capire a fondo la sua posizione, ma alla fine l’intervista si è capovolta ed è lui ad avermi posto qualche domanda.
Come mai due giorni fa, durante la Giornata Mondiale contro le droghe, si è presentato con quel cartellone dicendo che se non ci avesse pensato lo Stato ci avrebbe pensato la mafia?
Io ho fatto questa iniziativa di contestazione di fronte a una kermesse governativa, quella organizzata due giorni fa dal Governo italiano, in cui è stata data una rappresentazione per certi versi mielosa e per altri poco veritiera del fenomeno del consumo delle sostanze stupefacenti in Italia. Questo è un fenomeno sociale complesso e che meriterebbe un'analisi e poi delle soluzioni politiche altrettanto complesse ma, a partire dai dati, quello che mi ha spinto a contestare la ricostruzione del presidente Meloni è che lei ha detto che l’Italia sarebbe in una situazione disastrosa per colpa del mondo progressista.
La sinistra si è sempre detta a favore della legalizzazione, per questo la Meloni si è espressa in quel modo.
Sì, però in Italia c'è una legge che porta i nomi di Fini e Giovanardi, non il mio. I risultati disastrosi che noi abbiamo davanti oggi sono il consumo che aumenta in maniera esponenziale e le carceri italiane occupate per il 34% da detenuti che sono lì per violazione della legge sulle droghe, con quasi la metà di questi detenuti fanno un consumo problematico di sostanze.
Ma tanti di questi detenuti che lei sta menzionando scontano la loro pena in delle strutture per tossicodipendenti, c’è già questa possibilità per quanto riguarda il sovraffollamento.
Sono troppo pochi perché molti arrivano negli istituti penitenziari ma non sono formalmente riconosciuti come tossicodipendenti anche se lo sono. Ho parlato con tanti ragazzi che sono all'interno e che sono disperati.
Lei però ha utilizzato, come fa sempre la sinistra, la parola “mafia” quando c'è un Procuratore della Repubblica come Gratteri, uno dei massimi esperti sul tema, che spiega che mediamente un grammo di cannabis costa 4 euro mentre uno di cocaina ne costa 50 di euro. Alla mafia toglierebbe molto poco.
I dati della relazione che ogni anno il governo fa al Parlamento sulle droghe, e che forse Gratteri non ha letto, dicono che la cannabis copre il 40% del mercato degli stupefacenti In Italia. Sono tanti miliardi di euro ogni anno, è la sostanza più consumata e togliere questa fetta di mercato alla criminalità organizzata significherebbe sicuramente apportarle un grosso danno finanziario. Gratteri ha la sua opinione, io mi rifaccio alla relazione della Direzione Nazionale Antimafia, fatta quando c'era il procuratore antimafia Roberti, che dava un parere favorevole alle proposte di legalizzazione sulla cannabis, riconoscendo che siamo di fronte a un consumo di massa che coinvolge in Italia circa 6 milioni di persone. Questo consumo non viene scalfito dalla nostra legge, che è una delle più repressive d’Europa. Quindi aumentano le persone in carcere, aumentano i consumatori, aumentano gli affari per mafia e criminalità organizzata…
Non mi sembra che il Ministro della Giustizia Nordio sulle carceri non stia facendo nulla, anzi.
Sulle carceri veramente finora non ha fatto nulla, ha solo proposto di realizzarne di nuove.
Non è così, perché ha parlato di garantismo, dei detenuti che sono in attesa di giudizio, ha parlato delle REMS e sta cercando insieme al ministro Schillaci di trovare su quest’ultimo tema un accordo con le Regioni (poiché le REMS non dipendono dal Governo centrale ma hanno autonomia regionale). In poco tempo di cose ne ha fatte…
Possiamo tutti parlare di tutto, il problema poi sono le norme e i provvedimenti.
Ma lei mi sta dicendo che metterebbe in commercio una cannabis con il 25% di THC?
Che c'entra questo? È un'altra delle bufale che sono circolate.
No, non è una bufala, infatti esiste la SKUNK, una varietà di cannabis con un’elevata percentuale di THC. Comunque, ci sono molti modi di portare il THC a dosaggi pesanti. Basta andare a San Patrignano e non solo in carcere…
Ma è proprio con la regolamentazione che lei può sapere qual è il dosaggio di principio attivo, il THC, che lei sta assumendo e non incorrere così nell’acquisto di cannabis con principi attivi molto forti.
Ah, quindi non è più una bufala – stando a quanto ha appena detto – il fatto che esistono percentuali molto elevate di THC in commercio.
Beh, però questa più che un'intervista mi sembra un comizio politico.
No, le sto solo facendo delle domande che finora nessuno le ha rivolto.
No, no, va benissimo. Quando si fa un provvedimento di legalizzazione della cannabis, la persona che acquista la cannabis sa esattamente qual è il principio attivo contenuto in quello che acquista, può scegliere se vuole quella con il 5%, con il 10%, con il 12% o con il 15% di THC. È oggi, che c'è proibizione e parallelamente un mercato clandestino, che la persona non sa che cosa acquista e che per questo può trovarsi di fronte anche a principi attivi molto forti e molto alti. Quindi è proprio con la regolamentazione che c'è una maggiore possibilità del cittadino di conoscere che cosa sta consumando.
E come faccio a saperlo se mi coltivo da sola la piantina sul terrazzo? Perché questo non verrebbe proibito dalla legge che prevede la legalizzazione della cannabis…
Se lei si fa la sua piantina su un terrazzo sicuramente fumerà qualcosa di più sano di quello che ha acquistato per strada. Dopodiché è molto difficile che abbia un livello di THC come quello di cui ha parlato lei e ripeto che tra l'altro è un'altra bufala quella della cannabis geneticamente modificata…
Ma come fa a dire che non è vero?
Dico che si trovano in commercio prodotti scadenti, come in tutti i mercati neri, con dosaggi di vari tipi.
Lei prima ha parlato di legalizzare prodotti che avessero un dosaggio di THC fino al 15%, sono altissimi se ne rende conto? È grave soprattutto per il cervello degli adolescenti.
Ogni proposta di legalizzazione non prevede la possibilità di vendere a minorenni.
Ma sappiamo benissimo che la va a comprare l'amico che ha diciott'anni e poi se la fumano insieme…
Come avviene del resto oggi.
Appunto, quindi non capisco che cosa cambierebbe con una proposta di legge, a cosa ovvierebbe? Sicuramente non al consumo.
Si tratta di un fenomeno di massa e se una legge è molto proibitiva possiamo dire che la legge ha fallito. Il numero di detenuti per violazione della legge sulle droghe è il doppio della media europea. Gli interessi pubblici sono tre a mio avviso: tutelare la salute del cittadino, lottare più efficacemente contro il mercato illegale e tutelare anche la libertà di scelta del cittadino.
Allora dovremmo legalizzare tutte le droghe secondo questa logica.
Certo che è un'intervista proprio strana, non mi era mai capitato. Allora gliela faccio io una domanda: perché un cittadino può bere un litro di vino al giorno ma non può farsi uno spinello la sera a casa? Lei lo sa che in base alla classifica Lancet l'alcol e la nicotina sono più nocive alla salute dell'uomo di quanto non lo sia la cannabis? Perché lei non chiede che vengano proibite l'alcol e la nicotina? Lei lo sa quante persone muoiono ogni anno o hanno problemi di salute per colpa dell'abuso dell'alcool?
Prima di tutto basta pensare che l'alcol è legale in Italia dal 1933, che volente o nolente fa parte della nostra dieta mediterranea e che ci sia il fantomatico mito che un bicchiere di vino al giorno o per pasto non faccia male, ma è sbagliato anche questo, perché neanche per l'alcool esiste una dose minima.
Quindi lei probabilmente la pensa come me, ovvero che la soluzione non sia il divieto bensì l'informazione la prevenzione, parlare di come non esagerare e di come farne un uso consapevole e non un abuso.
Non si può propriamente parlare di uso consapevole perché non esiste una dose minima per l'alcol che possa essere assunta con tranquillità.
Ma come non c’è una dose minima? Come fa a dire che non c’è?
Può andare a guardare qualunque ricerca scientifica valida che le dirà che secondo la scienza, visto che l'etanolo è una sostanza cancerogena di tipo uno, non c'è una quantità di etanolo sicura da assumere per non creare danni al nostro cervello e al nostro corpo
Quindi lei riconosce che ci sono migliaia di persone che ogni anno muoiono per problemi legati all'abuso di alcol ma non lo vuole proibire, ma vuole proibire la cannabis continuando a fare in modo che si arricchiscano le mafie e ci sia una contiguità dei mercati di cannabis con altri mercati di sostanze più pesanti? Io non so che dirle.
Allora secondo questo discorso perché non legalizziamo anche la cocaina e l'eroina?
Di sicuro servirebbe anche per queste sostanze una decriminalizzazione seria rispetto all'uso, alla detenzione per uso e anche la possibilità di avere delle somministrazioni controllate per uscire dalla dipendenza, questo è uno stigma enorme nel nostro Paese.
Ma lei si rende conto di quello che sta dicendo? Depenalizzare l’uso di sostanze come l'eroina e la cocaina?
Io ho provato a dirle come la vedo, siccome devo entrare a votare, se vuole mi mandi altre domande.