Addio a Roberto Colaninno, uno dei protagonisti principali della storia della finanza e dell’industria italiana degli ultimi 50 anni, si è spento a 80 anni. Una carriera passata per l’Olivetti, la Telecom e la Piaggio. Giacomo Ferrari: “Di telefoni il ragionier Colaninno non si era mai occupato in vita sua fino all’età di 53 anni quando, in ventiquattr’ore, giusto il tempo di consultarsi con la moglie Oretta Schiavetti, accetta l’offerta di De Benedetti che lo vuole alla guida di un’Olivetti ormai con l’acqua alla gola. Nel 1997 queste le parole di Roberto Colaninno: “Qui sono troppo intelligenti, hanno inventato tante cose, ma un’azienda non è un laboratorio e la Olivetti non ha le forze per coltivare tutti questi business: Omnitel e forse Infostrada hanno un domani, il resto è da vendere o da chiudere”. Da lì il tentativo di Telecom di creare con La 7 un polo televisivo che garantisse un’alternativa a Mediaset.
Paolo Madron: “Pur abortito sul nascere, portò a una improvvisa impennata dei prezzi sul fronte dei contratti ai teledivi che a Cologno monzese non gradirono. Fu allora che Colaninno bollò la levata di scudi del centro destra come un incomprensibile starnazzare di oche esagitate”. Monica Setta: “Venduta Telecom ha incassato il colpo del rientro nel semianonimato di gente ricca, ma senza potere. La Fiat poteva essere la grande occasione, ma non è andata. Segno che il format dei favolosi anni 1988-98, quelli in cui i raider specializzati diventavano imprenditori grazie a una buona intuizione, è ormai finito, azzerato dai nuovi modelli dell’era globalizzata. Che cosa poteva restargli, se non il suo motto: back to the basic? La Piaggio è solo il primo passo”. Alla Piaggio Colaninno riuscì a realizzare un grande risanamento industriale, che in molti paragonano al lavoro fatto da Sergio Marchionne in Fiat”. Gianni Agnelli a Luca Cordero di Montezemolo a cui aveva detto di veder bene Colaninno alla Fiat: “E se questo poi lancia un’Opa sulla General Motors?”.