Com’è la vita di un corriere, e in particolare di un corriere Amazon? È davvero così terribile come dicono? Domenico Arruzzolo lo ha chiesto per BlackList x MOW a Paolo, un corriere del sud.
“Con Amazon – dice il corriere nell’intervista del podcast – io mi trovo bene, rispetto a dov’ero prima (un’altra azienda di corrieri, ndr) le cose sono cambiate. Qua ho cose che dove lavoravo prima non avevo. Cose essenziali: ho una paga sindacale, ho le ferie pagate, ho i miei giorni di permesso, ho la malattia pagata se sono malato, se non vado a lavorare sono pagato lo stesso. Cose che magari prima non avevo. Nell’azienda dov’ero prima non mi davano tutto quello che mi spettava e la paga era di 40 euro dal giorno, da quando iniziavo a quando finivo. Quattro ore, cinque ore, dieci, undici, dipende[va] dalle giornate. Ora faccio 9-18 con mezz’ora di pausa, ma mi fermo anche durante l’attività, perché non c’è nessuno (almeno a me personalmente) che mi rincorre. È un lavoro che ti permette di gestirtelo come vuoi”.
Nessuno lo cronometra mentre va al cesso (come nel caso di cronaca che sta facendo discutere in questi giorn), anche se c’è un “ma”: “Per quello che so io, Amazon non ha dipendenti corrieri. Ha solo dipendenti nel magazzino. Per i corrieri Amazon affida la gestione a un’azienda, e poi quell’azienda paga i propri dipendenti”. E l’azienda paga anche tredicesima e quattordicesima: “Cose che non avevo mai preso nella mia vita. Adesso, come dire, mi pagano anche l’aria che respiro”.
Il salario che percepisce un corriere? “Dovrebbe essere dai 1.500 ad andare in su, almeno 70-80 euro al giorno. Dove lavoravo prima prendevo la metà di quanto prendo ora: 800 euro, e quando non lavoravo ancora meno, senza tredicesima né niente. Quando dico «minchia oggi è una giornata pesante» poi penso al 15 che mi arrivano 1.500-1.600 e sono contentissimo. Per quello che ho vissuto io dov’ero prima, posso dire che è oro”.
Qui sotto la puntata completa di BlackList x MOW.