Il giornalista del Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, in questi giorni in promozione del suo spettacolo teatrale, che lo vedrà tornare sul palco con una nuova opera di satira politica che si intitola La sciagura – Cronaca di un governo di scappati di casa, nelle storie Instagram si è lasciato andare a diverse opinioni e giudizi, come gli capita spesso, sia sullo sport che sull’attualità. Una notizia che non poteva fare a meno di commentare, per esempio, è l’annuncio del ritiro di Rafael Nadal, il tennista spagnolo al quale ha dedicato un articolo oggi sul quotidiano diretto da Marco Travaglio: “Ho ricevuto moltissime domande sul ritiro di Nadal, peraltro si è ritirato anche Gasquet, anche se lui lo farà a giugno dell'anno prossimo, mentre Nadal lo farà a fine anno con le finali della Davis. È chiaramente una notizia triste e malinconica, ma è anche una notizia altamente prevedibile perché purtroppo Nadal aveva già smesso di giocare da un anno e mezzo o due anni almeno almeno ai suoi livelli - ha spiegato -, nell'ultimo periodo era anche un po' malinconico vederlo in quelle condizioni anche fisiche, invecchiato anzitempo, smunto, spelacchiato, quindi ci sta, il tempo passa per tutti. Ha avuto una carriera perfetta, straordinaria, uno dei più grandi tennisti di sempre, uno dei più grandi sportivi di sempre, il più grande tennista del mondo sulla terra rossa, ma capace di vincere anche due Wimbledon, per esempio. Un grandissimo campione, dopodiché ragazzi, il tempo passa per tutti, il tennis resta meraviglioso anche senza Nadal”.
Non solo tennis, perché Scanzi si è poi scagliato contro Simone Lenzi, ex assessore alla Cultura di Livorno, che si è dovuto dimettere dopo alcuni tweet transfobici verso il Fatto quotidiano e Luciano Canfora: “Ho appena letto che l'assessore alla Cultura, ormai ex di Livorno, Simone Lenzi, storico cantante dei Virginia Miller, collaboratore di Paolo Virzì, renzianissimo dal 2014, ha scritto cose terrificanti su di me per anni, su Travaglio, sul Fatto, si è dimesso. E si è dimesso perché su X due o tre giorni fa, già uno che ancora sta su X ma lasciamo perdere, ha scritto delle cose di una violenza assoluta sul Fatto quotidiano augurandosi la nostra chiusura, definendoci fogna, paragonandoci a Hitler e altre amenità. Quanto mi dispiace, Lenzi, che ti sei dovuto dimettere, cucciolo renziano. E adesso ci vediamo in tribunale, spero che il Fatto te li tolga tutti i soldi…”. Ma ha poi rincarato la dose: “Poi questo Simone Lenzi, che era renzianissimo quando c'era Renzi, attaccava sempre me, Travaglio, ed era renzianissimo anche Virzì all'epoca e diceva delle cose durissime sul Fatto quotidiano, ma ci sta. Lenzi una volta scrisse un romanzo - qui Scanzi svela un retroscena - e andò a presentarlo a Otto e Mezzo. Credo che lo pubblicò con Rizzoli, perché avevamo la stessa ufficio stampa, che si chiama Ornella, bravissima. E ricordo che fece dire a me, tramite Ornella: guarda, dì a Scanzi che non mi attacchi troppo quando saremo insieme a Otto e Mezzo perché sai, io sono lì in promozione. Evidentemente temeva che io lo attaccassi troppo dopo che lui mi aveva attaccato per anni senza che io ovviamente neanche me lo filassi perché neanche sapevo chi caz*o fosse. E io non lo attaccai perché sono un lord. Però, che belle le tue dimensioni. Ci vediamo in tribunale”. Infine, una stoccata il giornalista del Fatto l’ha riservata anche ad alcuni colleghi quando gli viene chiesto dagli utenti social quale sia il suo stand-up comedian preferito: “Tra gli stand-up comedian contemporanei, oltre a Ricky Gervais, trovo molto bravi Italo Bocchino, Mario Sechi, e poi trovo bravissimo Pietro Senaldi. La sua capacità di inventare mondi paralleli, il suo surrealismo, la sua comicità, mi piacciono molto, mi convincono”.