Il tennis oggi fa discutere quasi quanto il calcio. È diventato, anche grazie al fattore Sinner (contro cui la Wada ha fatto ricorso sul caso doping) uno sport molto più popolare e meno elitario di quanto non fosse un tempo, e sono in molti, spesso poco competenti, a fare analisi dell’ultim’ora su questo o quel match. Tra questi però, non rientra il giornalista Andrea Scanzi, che ha da sempre parlato della sua passione per lo sport e per il tennis in particolare. Ricordiamo che, proprio di recente, aveva discusso con l’amico e tennista Paolo Canè. Discussione in cui era intervenuto Luca Bottazzi che su MOW aveva difeso il collega di racchetta. Checché se ne dica, però, Scanzi il tennis lo ama e tramite un box domande su Instagram, ha risposto a dubbi e curiosità sul tema. Ma cosa pensa davvero la firma de Il Fatto Quotidiano? Nel momento in cui gli viene chiesto che cosa manchi a Musetti per fare il salto di qualità definitivo, il giornalista risponde che “mi fanno molto ridere domande come la tua, perché presuppongono il fatto che tutti adesso devono diventare come Sinner e che quindi debbano per forza entrare nei primi dieci, poi nei primi cinque e poi vincere uno slam. Io ti domando se tu sei sicuro che musetti non abbia già raggiunto il suo apice o che comunque non sia molto vicino al suo apice?” Quindi cosa aspettarsi da Lorenzo?
“Sta facendo una stagione straordinaria, è un passo dai primi quindici e può entrare dai primi dieci. Io l’ho sempre paragonato al miglior Gasquet, che mi sembra sia stato al massimo il numero sette al mondo. Musetti con il suo gioco e con quel rovescio lì è un piacere per gli occhi ma è difficilissimo che vinca dei tornei importanti perché tutti picchiano più di lui a partire dal servizio. Io gli auguro di entrare tra i primi dieci di vincere uno slam ma non è per niente scontato, sta già facendo tantissimo Musetti”. Poi affronta il discorso dell’eccesso di gioco e di partite, tema su cui si sono espressi sia Carlos Alcaraz che Jannik Sinner e su cui il primo, a differenza dell’azzurro, si è lamentato: “Il tema esiste perché giocano troppo e infatti si infortunano in continuazione. Adesso è successo a Berrettini, ad Alcaraz è successo spesso come anche a Sinner. Hanno ragione entrambi perché da un lato giocano troppo ma dall’altro, come dice Sinner, non te lo ordina il dottore. Io in linea di principio non sopporto Alcaraz, lo trovo respingente, un finto corretto e intriso di quell’agonismo carnivoro e cannibale che mi dà fastidio. Per cui tutto quello che dice tende a rendermelo ancora più odioso, anche se nel caso specifico ha detto una cosa vera. Però se giochi troppo, allora gioca di meno e non rompere i coglioni”. A proposito di infortuni, non si può non pensare a Matteo Berrettini che si è dovuto ritirare da Tokyo a causa di un problema agli addominali e Andrea Scanzi commenta questa vita fatta di infortuni dicendo che “è una notizia molto molto triste ma che non mi stupisce. A ogni domanda che mi viene fatta su berrettini rispondo sempre che l’importante è che stia bene bene e sia sano, ma purtroppo sano non è. Fino a quando non risolverà questo problema, e non so se lo risolverà mai, sarà del tutto chiedersi se tornerà tra i primi dieci o tra i primi venti, perché Berrettini deve essere sano e purtroppo non riesce a fare due mesi senza infortuni, per cui in questo modo è difficilissimo”.