Si torna a parlare (anche) di Jannik Sinner e di Clostebol. Il tennista Stefano Battaglino in un’intervista rilasciata al Corriere di Torino si è espresso su un fatto che ha stravolto la sua carriera. Il 14 settembre 2022, a Casablanca, la vita del tennista di Alba (Cuneo) cambia drasticamente. Un torneo che neppure avrebbe dovuto giocare gli è costato una squalifica di 4 anni per violazione della normativa anti-doping. La colpa? Presenza di tracce infinitesimali di Clostebol, uno steroide anabolizzante presente in alcune creme cicatrizzanti. Eppure sembrerebbe che la quantità fosse così minima da risultare persino inefficace per migliorare le prestazioni sportive. La stessa sostanza che, poco tempo fa, aveva messo in difficoltà anche Jannik Sinner, il quale però era riuscito a dimostrare la route of ingestion, ovvero la causa della contaminazione involontaria. Come ha sottolineato Battaglino: “Il farmaco è lo stesso, come ridotto era il quantitativo: a uno nulla, a me 4 anni”. Il ventiseienne che durante l’intervista ha messo subito in chiaro la sua felicità per la carriera di Sinner, a cui ha augurato ogni successo, non può non dirsi deluso per la sua situazione visto che, secondo lui, per il mondo dello sport sarebbe addirittura "un appestato". "Potrei giocare in un campo non affiliato alla federazione, ma al massimo ho fatto qualche partita di padel", ha detto.
Lo sportivo racconta di aver cambiato vita, da febbraio 2023 infatti (ossia da quando è stato sospeso) è felice e lavora nell’azienda di famiglia. Alla domanda dell'intervistatore su quale sia il massimo livello di Atp raggiunto, il tennista ha risposto così: “Numero 760 in singolo, 650 in doppio”. Per poi rimarcare: “Io non ho mai preso nulla, neanche integratori, temo che i giudici vivano in un mondo bellissimo, fatto di Us Open e Wimbledon, ma che non abbiano la benché minima idea degli altri livelli, dal numero 250 in giù”. In quegli ambienti, secondo Battaglino, varrebbe tutto e i controlli sarebbero addirittura nulli dall’inizio alla fine. "Per fare un esempio, solo verso il termine dei processi, dopo infinite mancate risposte dal direttore del torneo, hanno rintracciato il fisioterapista che mi avrebbe accidentalmente contaminato". Cosa gli avrà comunicato il fisioterapista? "Che usa sempre i guanti e che si lava le mani", fa sapere. Per poi aggiungere: “Andy Roddick ha dichiarato di non aver mai visto un paio di guanti in un torneo. Se lo dice l’ex numero uno…”. Nell'intervista si è parlato anche delle differenze tra chi è una star e chi non lo è. “Se hai l’allenatore, lo condividi con altri otto atleti, idem il fisioterapista. E poi, le camere insieme agli altri giocatori, i voli notturni, i taxi collettivi per andare al torneo. Ha presente quanti sono i rischi di contaminazione?”.
Morale? "L’altro giorno mi ha scritto un amico che gioca: 'Ho chiesto un medical time-out e appena è arrivato il dottore, mi è venuto un flash, di cosa mi sarebbe potuto accadere'. Potrebbe succedere a tutti", sostiene. E poi arriva la fatidica domanda, che ci siamo posti anche noi: ma il tennis gli manca o no? “La vita che facevo prima mi piaceva moltissimo: partecipavo a 25 tornei all'anno, tra Europa e Nord Africa, sfruttando voli economici e restando fuori casa per 25 settimane. Ma sono stato fortunato a poter cambiare”. Ma ciò che ad oggi infastidisce di più Stefano Battaglino è l'idea che qualcuno possa considerarlo un "dopato", accusandolo di aver assunto sostanze per barare. “Sapere che qualcuno pensi che sia un “dopato”, cioè che abbia assunto sostanze per barare: non è così, non l’ho mai fatto. E invece, chi non mi conosce, magari legge solo il titolo e spara giudizi. Ma quando racconto l’intera storia, tutti mi dicono che è una follia”.