È stato bello finché è durato, ma ora cosa succede? Da ieri, 31 dicembre, si è infatti concluso lo sconto sulle accise dei carburanti e da oggi, 1 gennaio, fare rifornimento sarà più costoso. Il tutto, naturalmente, se il governo non prevederà a breve una proroga. E così saranno ripristinate le aliquote in vigore prima del 22 marzo e i prezzi aumenteranno di 18,3 centesimi al litro per la benzina e il diesel e di 3,4 centesimi per il Gpl. È già stato calcolato che, se tutto rimarrà invariato, si tratterà di una stangata da circa 200 euro in più l'anno, secondo i calcoli di Assoutenti. Un aumento di 9,15 euro in più per ogni pieno. Contando due pieni al mese, si arriva a 219,6 euro all'anno di spesa aggiuntiva.
In totale, secondo il Centro Consumatori Italia, le spese per i trasporti su gomma aumenteranno di 5,2 miliardi nel 2023 e i rincari alimenteranno anche l’inflazione, che salirà dello 0,4% a causa dell’aumento dei costi del trasporto merci. Finora la misura di contenimento è costata allo Stato (dal 22 marzo al 30 novembre) circa 7,3 miliardi di euro. È vero, comunque, che i prezzi di benzina e diesel sono scesi rispetto al periodo in cui venne introdotta la misura: da quanto rilevato dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, tra il 19 e il 25 dicembre il prezzo medio nazionale della verde è sceso a 1,625 euro al litro, mentre il diesel è arrivato a 1,689 euro al litro.