Aurora Leone è una ventiquattrenne di Caserta che crede di essere spassosissima. Lo crede perché sono in moltissimi, da quattro anni a questa parte, a farglielo pensare. Non solo le sue orde di follower. Membro attivo del fortunato collettivo The Jackal, da sempre si distingue all'interno della gang per mancanza di carisma. Fru è Fru, Ciro Priello è Ciro Priello e pure Fabio Balsamo è Fabio Balsamo. Tutte personalità riconoscibili, nel bene o nel male. Anche perché oramai i Jackal tra social, tv e piattaforme streaming, per usare una citazione cinematografica (dal film "Aliens"), escono dalle f0ttute pareti. E quindi, Aurora Leone, chi è? Forse nell'intento di dimostrare proprio ciò, la ventiquattrene è sbarcata su Prime Video con un suo monologo di un'ora. Lo show si intitola "Una famiglia a pretesto" ed è, appunto, di una pretestuosità disarmante. Con grande imbarazzo, andiamo a commentarlo. Anche se commentarlo significa, inevitabilmente, finire per sparare sulla Croce Rossa. Procediamo.
"La cosa più importante che ho fatto nella mia vita", scrive lei su Instagram mentre online, nonostante lo special sia uscito oramai da quattro giorni, c'è una curiosa penuria di recensioni. Si trovano, più che altro, sterili annunci riguardo all'uscita. Il monologo, di per sé, è la palese riproposizione dei pezzi comici con cui, appena 19enne, Leone si fece conoscere sul palco di Italia's Got Talent, classificandosi quinta più che altro grazie alla spinta della giovanissima età. Basta dare un occhio alle reazioni dei giudici che la guardavano come un curioso, promettente animaletto: "per essere così piccola, è molto brava", dicevano tutti. E, in effetti, lo era. Poi cosa è successo?
Poi è successo che la ritroviamo oggi, quattro anni più tardi a ripetere le stesse cose. Passando così da "promettente" a paracarra di professione. Inoltre, il testo che porta è spaventosamente ombelicale: parla solo di se stessa, a partire dall'origine del nome che porta, fino alla musica che le faceva ascoltare suo papà da bambina (Claudio Lolli, nientemeno). Poi la scuola, il primo appuntamento, il fatto di essersi iscritta a Lettere perché la cultura è importante, la chiamata dei Jackal grazie all'esperienza a Italia's Got Talent, il successo mediatico. Tutta roba che può interessare, al massimo, a parenti e follower. Ma al pubblico? Esatto, poco meno di zero. Difficile, anzi, impossibile, empatizzare con i fatti personali di una che sostanzialmente sembra non riuscire a vedere al di là del proprio ventre. E che se ne compiace pure.
Forse la cosa migliore fatta da "Auróra" in carriera è stata la partecipazione a Pechino Express 2022, in coppia con il socio Fru che ha in effetti portato sulle spalle la gara fino podio finale (si classificarono terzi). E, per chi se lo ricorda, ha partecipato a Sa Sa Prova, temibile sottomarca di LOL in catalogo Prime Video. Un po' poco per ritenere di potersela cavare da sola su un palco, con un monolgo autoreferenziale davanti al quale, già chiaro da queste premesse, non si ride mai. Tanto da far sospettare la presenza di uno scaldapubblico nascosto lì, tra le seggiole del teatro di Caserta a rianamare i presenti, ostaggi della registrazione. Parentado escluso, s'intende.
Gli amici si vedono nel momento del bisogno e, infatti, Ciro Priello, Fru e Fabio Balsamo si prendono la scena più spesso che volentieri per mettere una pezza e cercare di rendere più digeribile lo show. Risultato? L'ora di spettacolo risulta bipolare, con gli innesti della gang a raccontare una storia a parte. Oseremmo dire, forse, anche più interessante. Nonostante la magrissima competizione. Cameo di Brunori carino, ma utilissimo soprattutto a mettere un bollino di garanzia sull'abissale retorica dei testi proposti. Amen.
E perché non parlare un po' dei luoghi comuni suoi napoletani? Praticamente un Siani in gonnella, lo "show" di Aurora Leone è un infinito monologo di Zelig primi anni Duemila a cui manca solo un excursus sulla suocera. Imbarazzante che tutto ciò sia stato partorito dalla mente, giovane e fresca, di una ventiquattenne. Una Famiglia a Pretesto è un regalo che è stato fatto alla "sciacalla" da parte di Prime Video e che proprio in questa dinanamica si esaurisce: una recita di fine anno di cui ha ottenuto il ruolo da protagonista senza effettivi meriti e col pubblico che non vede l'ora di tornarsene a casa a guardare la tv. Come sprecare un'occasione d'oro. Al termine della ferale visione resta solo un'unica domanda: che le avremo mai fatto di male?