È il trend del momento la serie Netflix "Baby Reindeer", che segue la storia di Donny Dunn, un barista aspirante comico, la cui vita viene sconvolta quando una donna di mezza età di nome Martha Scott entra nel pub in cui lavora. Martha inizia a ossessionare Donny con mail e fantasia su un futuro insieme, portandolo a riflettere sul suo passato traumatico e sulle sue vulnerabilità. Non una storia qualsiasi, ma un capolavoro dai contorni noir che porta a riflettere sui meccanismi psicologici che governano ciascuno di noi. “Ognuno è seguito da un’ombra e meno questa è integrata nella vita conscia nell’individuo, tanto più è nera e densa”. Così, lo psicanalista Carl Gustav Jung. Ritrovate Donny Dunn e la sua persona in questo gioco di luci ed ombre? Dietro, una storia vera. Quella di Richard Gadd, che nella serie interpreta sé stesso e attraversa tutto il suo passato. Scrivere è difficile in certi frangenti. I flashback e le emozioni sono dirompenti, distruttivi e possono tradire in qualsiasi momento chi si sforza di metterli nero su bianco. E poi in scena. Non è stato così per Gadd che dopo 41.071 mail, 744 tweet e 350 ore di messaggi audio, ha scritto e portato su piattaforma la sua esperienza come vittima di stalking da una donna di mezza età colpita da non pochi disagi. Ma che cosa c’è dietro la personalità di vittima e carnefice? Chi è questo individuo tormentato e che cosa lo perseguita senza tregua? Forse è un riflesso distorto della sua stessa ombra, una proiezione delle sue paure e insicurezze più profonde. O forse è un'altra anima tormentata, anch'essa alla ricerca disperata di amore e comprensione?
Lo scoprirete solo leggendo. L’incontro tra Donny Dunn, il barista aspirante comico, e Martha Scott, la donna sofferente e disorientata, fa da apripista ad un intreccio fatto di oscurità e realtà. Che sono concetti chiave nella psicologia di Jung e che ci riguardano da vicino più di quanto possiate immaginare. Intanto, chiunque abbia visto la serie, ogni volta che vedrà una renna non potrà non pensare al suo protagonista. Come un flash, in automatico. Questo in parte perché il concetto di "Baby Reindeer", se analizzato in chiave della psicologia analitica di Jung, assume un profondo significato. Si trasforma, e dunque rappresenta la parte vulnerabile e indifesa di Donny, che viene sfruttata e manipolata da Martha, la sua "predatrice". In un meccanismo che inizia a funzionare proprio perché si incastra alla perfezione. Vale sempre la stessa regola nell’ambito delle relazioni malate: non può esserci carnefice se non c’è la sua vittima. Tornando alla serie, Martha Scott incarna l’ombra di Donny: è la sua parte oscura e disperata. Una parte che lui deve assolutamente ignorare e negare per la propria sopravvivenza emotiva. Ma dalla quale non riesce più di tanto a sfuggire perché in qualche modo ne è attratto. Un passaggio, quest’ultimo, che lo si coglie nel momento stesso in cui il protagonista accetta la richiesta di amicizia su Facebook della sua stalker. Per indagare nei suoi abissi, e comprendere perché impiega così tanto tempo a denunciare l’ex avvocato Scott, la quarta puntata della serie catapulta il protagonista indietro nel tempo. Nel periodo in cui, animato dalla voglia di affermarsi come comico nel panorama nazionale, cade nella rete di un famoso sceneggiatore che gli promette una brillante carriera. Ma finirà solamente per indurlo ad assumere droghe. Da cocaina a Lsd, una delle più potenti sostanze psichedeliche conosciute, passando per l’Mdma, meglio nota come ecstasy.
In quei frangenti, incapace di rispondere del suo corpo, viene abusato sessualmente dalla persona che avrebbe dovuto portarlo alla notorietà e su cui lui aveva riversato tutte le sue più intime speranze. Finendo così per minarne l’autostima, ma soprattutto la sua dignità come uomo. Costringendolo così a fare i conti con tutti i suoi mostri interiori. O ombre, se vogliamo utilizzare il linguaggio junghiano. Proprio in queste crepe si inserisce Martha Scott. E infatti agli occhi di Martha Donny diventa la piccola renna su cui proietta tutti i suoi desideri e tutte le sue fantasie più oscure. Trascinando con sé l’uomo che, totalmente incapace di rifiutarla, si ritrova sempre più coinvolto in un vortice di dipendenza emotiva e manipolazione psicologica. Ciò perché, se da un lato il cortocircuito psicologico dell’aspirante comico, causato dagli abusi subiti e dalle false promesse dello sceneggiatore, lo porta ad un punto di rottura, dall’altro la presenza della stalker nella sua vita si trasforma in una sorta di ancoraggio emotivo, un riflesso della sua stessa fragilità. Un riflesso che lo rassicura al punto da correre inconsciamente il rischio di mettere a repentaglio la sopravvivenza dei suoi genitori e delle persone a lui vicine. Un gioco di specchi in cui ossessione, desiderio e paura rincorrono costantemente un equilibrio che forse non sono destinati a trovare mai. Come denuncia il finale stesso della serie che riprende quello iniziale. Donny al bancone di un bar, spaventato e disorientato dopo l’incontro con Darrien, il suo stupratore, si lascia offrire un drink dal barista. Proprio come lui aveva fatto con Martha prima che tutto cominciasse.