Il giornalista Maurizio Belpietro ha pubblicato su La Verità un articolo in cui parla dell'inizio del manifestarsi dei primi effetti della transizione green sull'industria dell’automobile. Ubs, banca svizzera, sta invitando i risparmiatori a vendere i propri titoli, poiché giudica troppo rischioso mantenerli nel portafoglio. Volkswagen, infatti, potrebbe veder calare i suoi utili del cinquanta percento via sia della concorrenza cinese in crescita che per l'andamento del mercato. Dinamica simile anche per Renault, una delle case automobilistiche maggiormente esposte al rischio di perdite. Cosa sta a significare tutto questo? Che molte società appartenenti a questo settore probabilmente andranno incontro a tracolli finanziari: il cuore dell'industria europea potrebbe quindi incepparsi. Previsioni pessimistiche, anche se in molti pare che la pensino allo stesso modo, compresi i vertici di settore.
Oliver Zipse, presidente del consiglio di amministrazione della Bmw: “Il segmento delle auto di base svanirà, o quanto meno non sarà più presidiato da produttori europei”. Ovvero lo stop delle macchine a benzina e diesel altro non è che un grosso regalo a Cina, Corea e India, uccidendo di conseguenza l'industria automobilistica occidentale favorendo quella orientale. La Cina, stando al Financial Times, è il più grande mercato mondiale di automobili, e si sta facendo sempre più agguerrita. Stiamo forse andando incontro a un suicidio annunciato?