“BeReal è la vita vera e non ha filtri” è uno dei motti che ci vengono propinati da Kevin Perreau e Alexys Barreyat, fondatori dell’app “BeReal” must del 2022. Circa 30 milioni di utenti in tutto il mondo ogni giorno si prendono quei 2 minuti di tempo per scattarsi un selfie e fotografare l’ambiente circostante per mostrare ai propri contatti sull’app cosa stanno facendo. Uno degli scopi di Perreau e Barreyat era creare un social “anti-influencer”, contro le solite e snervanti foto da copertina patinata delle sempre super sorridenti Chiara Ferragni & Co. e le pose plastiche per le sponsorizzazioni dei leggins che ti tirano su le chiappe. Se dobbiamo vederla sotto questo punto di vista, allora, almeno finora e si spera per sempre, good job! Sono un utente anch’io e all’inizio ho trovato quest’idea cool. Cosa cambiava tra un “Amò che fai?” su WhatsApp all’amica e una foto su BeReal in cui già poteva sapere in che posto mi trovassi? I miei follower erano quattro, cinque. Se non fosse che poi comincia la solita tiritera – l’amico dell’amico ti chiede il follow. E ancora arriva l’amico dell’amico dell’amico. Ovviamente, sta a te accettare o rifiutare. Però mi chiedo, se c’è il bisogno di espandere – a tutti i costi – la propria rete, BeReal è davvero un app per i real friends? E poi, si può essere totalmente real davanti a gente che non ci conosce o non ci conosce bene? Molti direbbero “sì, tanto di questa gente poco mi importa” altri invece “no, questa persona non mi conosce e vorrei fare una buona impressione”. È tutto molto soggettivo, senza dubbio. Ma, tralasciando la componente “anti-influencer” siamo sicuri che BeReal, alla lunga, possa essere davvero un social in cui l’utente si sente libero dalle pressioni sociali? Allora, in quanto a esperienza dello user, differisce davvero tanto da Instagram o dal collega più obsoleto Facebook? Ci ho riflettuto un po’. Il mio punto di vista è quello di un utente, non sono una sociologa o chicchessia. Sono un’osservatrice. E osservando ho notato questo.
L’ora prescelta per il BeReal cambia di giorno in giorno e non sempre l’app becca l’ora in cui l’utente è libero. Quindi ci sta che non tutti riescano a rispettare l’orario giusto. Però ho notato una tendenza; durante il weekend, anche se l’ora del BeReal è alle 8 di mattina, molti attendono la sera per scattare la foto fatidica. Il perché? Semplice. Il venerdì o il sabato si fa festa, quindi si preferisce mostrare un momento più carino della giornata, in cui si fa qualcosa di più figo, magari. Nulla di male, non fraintendetemi. Un lato positivo di BeReal è l’assenza di like. Al loro posto, invece, vi sono le “reazioni”. Ora, sembrerò un po’ negativa e catastrofista ma siamo sicuri che le reazioni non diventeranno dei surrogati dei like del domani? Un modo in cui gli utenti possano misurare la propria popolarità? Se su Instagram un bel selfie con magari qualche filtro in più sembra essere ancora uno dei focus degli utenti dell’app, in BeReal l’attenzione sembra spostarsi sulla rappresentazione dell’ambiente circostante. Qui, è lui il protagonista – e di conseguenza l’utente. Perché si, alla fine l’egocentrismo e una necessità di dimostrarsi interessanti prevalgono sempre. Noto spesso foto scattate al surrounding impeccabili, perfette – camere da letto con quadri, libri, dischi, tutti in palette Pantone (per carità, non esiste solo una Marie Kondo nel mondo!), l’incessante bisogno di dimostrare quali siano i propri hobby, ciò che può renderci unici, speciali, meno noiosi e ordinari. Mostrarsi, nella propria ordinarietà – talvolta anche scellerata – dovrebbe essere (in teoria) una delle prerogative di BeReal. Ma anche qui, molta gente si sente in dovere di mostrarsi particolarmente cool. Allora, a questo punto, è davvero tutto così diverso dagli altri social?
Queste osservazioni, chiaramente, sono solo una faccia della medaglia. Nel mio feed molti dei miei real friends non si scoraggiano davanti ad un selfie più bruttino o ad una foto del soggiorno un po’ sottosopra, magari anche sfuocata. Ogni user è diverso e così è diverso ciò che mostra e, soprattutto, ciò che vuole mostrare. BeReal è un social che, tirando le somme, offre un’esperienza all’utente molto più rilassata rispetto a qualsiasi altro social – o almeno così sembra. In ogni caso siamo davanti ad un esperimento sociale molto interessante che può servirci da auto-esame, dimostrando a noi stessi, in qualità di utenti se siamo davvero in grado di mostrarci real nella nostra quotidianità. Mentre laviamo i piatti, mentre lavoriamo o mentre ci prendiamo un Gaviscon. La verità, chiaramente, non la saprà nessuno.