"Ho una chiappa bellissima e una chiappa bruttissima. Karl Lagerfeld diceva che avessi il lato b migliore di tutte, ma secondo me solo perché il mio era meno tonico di quello delle altre, più palestrate di me". Bianca Balti, intervistata da Francesca Fagnani a Belve, si è raccontata senza fare un santino di se stessa ma, soprattutto, senza cedere alla tentazione di fare la vittima. Top model da due decenni, da quando ne aveva venti firma contratti milionari con i più grandi brand di moda internazionali. E racconta che c'è chi, quando la vede al supermercato o in aeroporto, commenta ad alta voce il suo aspetto, dicendo che, dopotutto, non sia niente di che. Al momento, dopo due matrimoni falliti e altrettante figlie, "sono innamorata ma non reciprocata: lui non vuole fare niente di serio". L'excursus sul passato difficile che ha attraversato, nonostante la benestante famiglia d'origine in quel di Lodi, descrive rave, forti dipendenze da droghe (oggi è "pulita" dal 2013) e perfino uno stupro. "Se avessi potuto schioccare le dita e morire, lo avrei fatto. Non avevo nemmeno il 'coraggio' di ammazzarmi, ma ci sono stati più momenti in cui non volevo più vivere". Non porta nessun rancore, ha piena contezza di essere responsabile del proprio destino e si sente orgogliosa della persona che è diventata, nonostante gli eccessi e i lunghi periodi di disperazione. Cosa faceva prima di diventare la top model che tutti conosciamo? La squatter. Bianca Balti è, in parole, opere e opinioni, il più bel tributo a questa Festa della Donna.
"Ogni giorno prego il mio dio di alleviare questa mia attrazione verso il pene perché è una piaga. Se non ci fosse quello, potrei fare benissimo a meno degli uomini. Di donne ne ho baciate e toccate, ma la vagina non mi piace quindi nell'atto non ce la faccio. Mi piacerebbe essere asessuata, tanto ho già dato". Bianca Balti, grazie alla sua brutale onestà, riesce a mettere in imbarazzo perfino Francesca Fagnani, abituata, in quel di Belve, a tirar fuori risposte dagli intervistati armandosi di tanaglie. Con la top model di origini lodigiane non ce n'è affatto bisogno perché è generosissima nel raccontarsi. Agli esordi della sua carriera, rivela di aver rifiutato un milione di euro per diventare testimonial di un brand beauty: "Ho pensato che se già senza che io fossi nessuno mi offrivano così tanto, chissà che proposte mi sarebbero arrivate dopo. E, infatti, è successo". Belva si nasce.
E lei, nello specifico, nata in una famiglia benestante, scappa di casa giovanissima per andare a vivere in una comune "hippie", diventando quasi subito "la fidanzata del pusher". Condizione che le garantiva di ottenere gratis tutte le sostanze che volesse provare e che ha provato, sviluppando forti dipendenze che la avrebbero poi accompagnata fino al 2013, anno della disintossicazione definitiva. Prima, gli unici periodi in cui non ha fatto uso di droghe, sono stati quelli delle sue due gravidanze. Difficile immaginare un'altra diva dello spettacolo disposta a parlare di sé con così tanta dovizia di particolari. Poi, quel rave a 18 anni, dove ha subito uno stupro.
Il racconto di quel terribile episodio è, ancora una volta, cristallino: era la sua prima volta a un rave, accetta di bere una bottiglia intera di limoncello più che altro per far colpo sul ragazzo che le piace. Lui, alla fine, si accorge di lei ma non si ferma al suo "no" e la violenta. "La cosa più triste, è che da lì in poi per un bel po' di tempo, l'ho cercato: andavo a tutti i rave della zona nella speranza di rivederlo e di poterci iniziare una storia. Credo di averlo fatto per non ammettere a me stessa di essere stata stuprata. Cosa, tra l'altro, che non ho detto a nessuno all'epoca, nemmeno a mia madre perché pensavo che mi avrebbe sgridata". Oggi è ancora in rapporti con questa persona che, anni dopo, avrebbe rivisto in condizioni barbare uscire da un SERT. "Non gli porto rancore perché so che vive in una situazione di grande disagio. Il rancore l'ho avuto a lungo nei confronti di me stessa, invece: ho scelto troppe volte di perdere la lucidità, mettendomi in situazioni pericolose. Di sicuro, lo stupro non è stata mia responsabilità, ma in linea generale, avrei dovuto evitare più spesso gli eccessi: non mi rendevano in grado di difendermi da sola".
"Un tempo, pensavo che i miei due mariti fossero degli stronzi, invece ora sono in grado di prendermi le mie responsabilità. In quanto artefice del mio destino, so bene che quanto mi è accaduto, nel bene e nel male, non può essere sempre colpa degli altri. E poi, onestamente, qualcosa me lo sono pure meritata, posso riconoscerlo con serenità ora". Prima di diventare così "zen", era un'attaccabrighe: "da ragazzina mi piaceva tantissimo scatenare risse, ma anche fare festa. Per questo sono andata a vivere in una comunità quando è arrivato il momento di frequentare l'università a Milano: non avevamo soldi né cibo, ci cucivamo i vestiti e mangiavamo quello che trovavamo tra gli scarti alimentari del mercato. Non era male come dieta, però. Alla fine, molti cibi vengono buttati via solo perché un po' ammaccati, non perché non siano più buoni".
Quando il suo talento da modella è stato "scoperto", si descrive come "emaciata, magrissima, coi capelli che mi ero platinata e rasata da sola. Ma c'è chi allora ha intravisto del potenziale in me e nei miei lineamenti per il mondo della moda". Ad aiutarla nella disintossicazione, a più riprese, i genitori e il manager. Per quanto per anni nessuno si fosse accorto delle sue dipendenze: "Alla fine, ero molto 'functional', nessuno avrebbe detto che avessi dei problemi con le droghe, tutti i tipi di droghe". "Anche l'eroina?", chiede Fagnani. "Anche gli oppiacei", risponde Balti.
All'età di 11 anni, la figlia più grande decide di andare a vivere con il padre per avere più stabilità e non doversi trasferire di continuo, a ruota degli impegni lavorativi di mamma Bianca. Questo è stato un grande dolore per la top model che, ancora una volta però, comprende: "Ne ho sofferto tantissimo, ma la capisco. Per gran parte della mia vita ho avuto un grande rancore nei confronti di mia madre quando, alla fine, lei ha fatto solo tutto quello che ha potuto, come me con le mie figlie. L'animo umano, poi, è molto resiliente. Alla fine, ci si abitua a tutto e si va avanti".
Ha perso molti amici per via della droga, Bianca, ma oggi come oggi non sente l'esigenza di riportare in vita nessuno: non ha conti in sospeso ed è "orgogliosa della persona che sono diventata". Anzi, se non fosse una madre apprensiva, augurebbe alle figlie di fare tutte le esperienze che ha già fatto lei, nel bene e nel male. Perché la hanno resa quello che è adesso. E adesso ha un lavoro in grado di darle enorme stabilità economica, due figlie splendide e tantissime amiche. "Non ho una relazione, però, e a volte sento come se mi mancasse qualcosa per questo". Invece, è un bene: "Non ne ho bisogno, ho già tutto quello che voglio e non mi serve un uomo per essere felice. È la prima volta che sono single dopo una vita passata di relazione in relazione. E non sono mai stata meglio. Alla fine, l'universo ti dà tutto quello che ti serve, quando ti serve".
Bianca Balti è il miglior tributo alla Festa della Donna. Ce ne fossero.