Giuseppe Cruciani, conduttore de La Zanzara su Radio 24, ha affrontato apertamente il caso di Massimiliano Minnocci, detto il Brasiliano, arrestato con l'accusa di aver rotto un braccio a bastonate a una donna. Una vicenda che ha scatenato polemiche e accuse nei confronti del programma radiofonico per aver dato visibilità a una figura controversa. Cruciani non si è sottratto, rispondendo con fermezza alle critiche.
"La vittima è una sola"
“Ragazzi, so che molti si aspettano alcune parole dal sottoscritto su quello che è accaduto, anche se non c'entro nulla ovviamente,” ha esordito Cruciani. “Massimiliano è stato arrestato per avere picchiato, rotto un braccio (almeno così sembra), rotto un braccio a bastonate a una donna. Forse la sua fidanzata, forse una sua frequentatrice? Non lo so. La prima vittima. Ed è la prima cosa che voglio dire. La prima vittima è evidentemente lei, non c'è manco bisogno che lo dica, ma per alcuni stronzi che mi cominciano a scrivere lo devo dire: la prima vittima è lei, anzi l’unica vittima, non la prima, l’unica”.
“Abbiamo fallito. La cocaina è più forte”
Minnocci, già noto per un passato dichiaratamente segnato dalla violenza e dalla droga, era diventato una presenza abituale a La Zanzara, dove raccontava le sue esperienze di vita e il suo tentativo di lasciarsi alle spalle l'illegalità. “Massimiliano abbiamo cercato di recuperarlo in tutti i modi, cercando di fargli capire che doveva smetterla con la cocaina”, ha spiegato Cruciani. “Ma non è che scherzando e facendoci spiegare quali sono gli effetti della cocaina significa che non siamo convinti che non bisogna farsi di cocaina. L'abbiamo ripetuto in cinquecentomila modi. Ma non è che se gli diciamo di smettere, uno automaticamente smette, no? Mi pare evidente”.
Cruciani ha poi sottolineato quanto sia difficile combattere contro le dipendenze e la violenza: “Abbiamo raccontato in tutti i suoi anfratti la dipendenza dalla cocaina, gli effetti devastanti della coca sul suo cervello. In più, il Brasiliano ha sempre avuto anche la propensione a risolvere i litigi in un certo modo. Certo non col Tribunale dell'Aja, diciamo, non con le istituzioni, bensì con la violenza, con la sopraffazione”.
Nonostante i suoi sforzi, Cruciani non si è sottratto a una dolorosa ammissione: “Purtroppo, purtroppo abbiamo fallito. Abbiamo fallito perché la cocaina è più forte, perché la violenza spesso è più forte, perché la delinquenza spesso è più forte di qualsiasi tentativo di uscirne. La grande operazione di recupero di un disgraziato criminale, che ha un passato con una famiglia che abbiamo raccontato di grandi criminali (spacciatori, estorsione, eccetera eccetera. Famiglia di delinquenti, lo diceva lui, non è che lo dico io, eh)… Purtroppo, purtroppo abbiamo fallito. purtroppo non è bastata”.
I social, un'illusione di salvezza
Per Cruciani, i social avevano rappresentato un'opportunità di riscatto per Minnocci: “I social lo avevano salvato. Inutile che raccontate cazzate, i social avevano esaltato il suo tentativo di uscire fuori dall'illegalità. E La Zanzara ha fatto in parte questa grande operazione di recupero di una persona. Guardate che io ci ho creduto veramente, ci ho creduto veramente”.
Tuttavia, il ritorno alla violenza ha segnato un punto di rottura: “Paghi quello che deve pagare. Questo non è un alibi, ovviamente. La violenza è personale. Paghi fino all'ultimo giorno. Non è una vittima, perché la vittima è quella che ha preso le botte e le bastonate da lui. Poi dite quello che volete”.
“Ma che c’entra la visibilità?”
Le critiche rivolte a La Zanzara per aver dato spazio al Brasiliano non hanno tardato ad arrivare, ma Cruciani non ha fatto sconti ai suoi detrattori. “Noi abbiamo ospitato a lungo il Brasiliano in un contesto preciso, perché era un comico nato, aveva delle qualità di comicità pazzesche e ci ha raccontato la galera. Vero, verosimile? Qualche volta diceva delle cose strampalate. Ma che cazzo c’entra col fatto che ha dato una bastonata a una ragazza?”.
Cruciani ha poi risposto a chi, come Mario Tozzi, ha accusato più o meno direttamente il programma di complicità: “Ho letto adesso una roba scritta da Mario Tozzi: ‘Indovinate un po’ chi lo invitava?’. A Tozzi, aripiate, ma che cazzo c’entra? Dai, su. Se adesso decidiamo che non si possono invitare tutti quelli che hanno avuto un passato criminale, allora chiudiamo metà delle trasmissioni”.