Italia Viva esce al momento del voto alla Camera per la sfiducia alla Santanché. Alcuni rappresentati di Italia Viva vanno a cena con la Santanché al Twiga. A pensar male… Sulla vicenda è però intervenuto Flavio Briatore, socio del locale insieme al compagno della ministra, che ironizza su Carlo Calenda e la “denuncia” fatta dal leader di Azione: “Io pensavo di avere tre bravi direttori di comunicazione e marketing, ma ora ho capito che il più bravo è Carlo Calenda: ha messo il Twiga al centro dell’estate italiana. È tutta promozione. E naturalmente, in democrazia, non può essere un politico a dire con chi devi mangiare”. Tra i nomi che hanno frequentato o frequentano da tempo il Twiga anche Maria Elena Boschi (“la conosco da anni”) e Francesco Bonifazi (lo “frequenta da anni”). E poi lui, il nome impronunciabile di fronte a Calenda, Matteo Renzi. Non a questa cena ma in passato: “ha pagato di tasca sua”.
Insomma, per Briatore non ci sarebbe nulla di male e, non pago, lancia la frecciatina a Calenda: “Io credo che parlare di opportunità dai pulpiti di Capalbio non sia il massimo della credibilità. Sono stato a Capalbio una sola volta, anni fa: è il regno dei radical chic, tutti romani, tutti gossippari, gente con un Dna diverso dal mio”. E alla domanda se il Twiga sia più di destra o di sinistra risponde: “Intanto, il Twiga macina utili e diamo lavoro a 150 persone, dovrebbero copiarci tutti e Calenda dovrebbe piuttosto portarci a esempio. Che poi siamo di centrodestra è ridicolo: da noi passano tutti, come al Billionaire o come al resort di Malindi quando Giovanna Melandri disse che non c’era mai stata e poi spuntò la foto in cui ballava da noi. Dopodiché, io sono sicuramente più vicino a Giorgia Meloni che a Giuseppe Conte, a Calenda o alla signora del Pd Elly Schlein”.