È da poco passata la mezzanotte quando inizia il “Dopofestival” di Radio Leopolda. Ebbene sì, all’interno del “balocco” (giocattolo) di Matteo Renzi si parla anche di Sanremo. I deputati renziani Luciano Nobili e Lisa Noja si divertono come novelli Luzzato Fegiz, ma il problema è che resta una cosa ristretta, per pochi.
Infatti, tra un po’ di emozione e evidenti problemi tecnici, il programma non va. Non ha quel ritmo a cui proprio la Leopolda, il convegno lanciato nel 2010 all’omonima ex stazione di Firenze, ci ha abituati. Nobili si sperimenta nel canto con un “Tutto il resto è noia” degna dei peggiori karaoke di viale Sarpi a Milano mentre la Noja cerca di tenere botta.
I due sembrano trasmettere da dentro un acquario, il tutto mentre Sanremo sta ancora andando in onda. Ma non era Dopofestival? Chiamatelo Durantefestival.
La serata continua con le incursioni dei colleghi, da Maria Elena Boschi che racconta la sua “perdere l’amore” passando per Ivan Scalfarotto che ne esce come il mattatore, arrivano poi a Raffaella Paita e Silvia Fregolent che fanno le esperte di outfit.
Tutto bello, bellissimo. Ma un qualcosa da amici, per amici. E pensare che Matteo Renzi è stato, fin dai tempi in cui era sindaco, un autentico one man show radiofonico capace di riempire trasmissioni e di alternare la politica alle battute.
Radio Leopolda, concepita durante l’ultima kermesse fiorentina, ormai trasmette ogni giorno. Ad aprire la mattina è Roberto Giachetti con la rassegna stampa riformista. Il palinsesto si articola con esponenti di vario livello, da chi parla di Europa fino alle Carceri passando per Mani Pulite e l’appuntamento settimanale sulla virologia con Matteo Bassetti. Un potpourri di voci più o meno conosciute, che si lanciano nell’etere radiofonico grazie alla voglia di “balocco”.
Matteo Renzi si è costruito un giocattolino dove far crescere i giovani, dove poter dire ciò che vuole e come lo vuole: un vero organo di Italia Viva. Durante i giorni quirinalizi, non per caso, Radio Leopolda è stato il contenitore delle mosse renziane con “Quiritalk”, un must listen per giornalisti e politicanti vari.
“La Radio è una libera forma d’arte” scriveva Julius Lester, per questo ben vengano nuove creature radiofoniche. Ma attenzione alla qualità, perché anche se “c’ha rotto er cazzo”, in radio serve. E lo stesso Renzi dovrebbe saperlo.
Ma uno che sempre è stato avanti in tutto, studiando gli altri in ogni mossa, questa volta pare abbia creato un qualcosa da boomer. Proprio l’ex premier, capace di volare su Twitter mentre tutti avevano solo Facebook, si è lanciato nel mondo di Spreaker quando le tecnologie sono altrove, si legga Twitch o persino TikTok. Da Renzi sarebbe stata da aspettarsi l’innovazione.
A ogni modo, visto (o meglio sentito) il “Dopofestival” di Nobili e Noja, la speranza è che questa emissione resti in vita per il Festival 2023 e ne acquisisca anche i diritti. Meno male che poi, forse, si va alle elezioni.