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C’è un assassino in giro per Milano? Chi è Emanuele De Maria, che ha accoltellato un collega fuori dall’Hotel Berna? L’omicidio nel 2016, i permessi dal carcere per lavorare e la nuova (forse) aggressione: e ora anche una donna è scomparsa…

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

10 maggio 2025

C’è un assassino in giro per Milano? Chi è Emanuele De Maria, che ha accoltellato un collega fuori dall’Hotel Berna? L’omicidio nel 2016, i permessi dal carcere per lavorare e la nuova (forse) aggressione: e ora anche una donna è scomparsa…
Aveva un permesso diurno per lavorare all’Hotel Berna, ma fuori dal palazzo ha accoltellato al collo e al petto un suo collega ed è fuggito. Nel 2016 aveva già ammazzato un uomo nel casertano e aveva provato a non farsi prendere (senza riuscirci). Ora Emanuele De Maria ci riprova e anche una donna risulterebbe scomparsa…

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Lo ha aspettato fuori dall’hotel, all’alba di sabato 10 maggio, mentre stava per iniziare il turno. Poi l’aggressione brutale: coltellate al collo e al petto. La vittima, un uomo di 50 anni, italiano con origini egiziane, è ora ricoverata in gravi condizioni all’ospedale Niguarda, dopo un intervento d’urgenza eseguito dal trauma team. Il luogo dell’aggressione è via Napo Torriani, a un isolato dalla stazione Centrale di Milano.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’aggressore sarebbe Emanuele De Maria, 35 anni, detenuto presso il carcere di Bollate per l’omicidio di Oumaima Rache, una giovane tunisina di 23 anni uccisa nel 2016 a Castel Volturno, in provincia di Caserta. De Maria si trovava fuori dalla struttura penitenziaria grazie a un permesso di lavoro diurno che gli consentiva di svolgere un’attività regolare: da quasi due anni, infatti, era impiegato come receptionist all’hotel Berna, dove lavoravano anche la vittima accoltellata e un’altra collega.

Ma venerdì pomeriggio, De Maria non si è presentato al lavoro. L’assenza ha fatto subito scattare un primo allarme, anche prima che mancasse il rientro obbligatorio in carcere, previsto per le 23. Una seconda segnalazione è stata diramata non appena si è constatato il mancato ritorno del detenuto. Sabato mattina, poche ore dopo, il tentato omicidio.

Emanuele De Maria
Emanuele De Maria

Sul posto sono intervenuti tempestivamente i soccorsi del 118, con ambulanza e automedica, insieme alle volanti della polizia. Le forze dell’ordine hanno avviato una serrata caccia all’uomo. Gli inquirenti hanno acquisito i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona e dell’hotel Berna: potrebbero contenere immagini utili a ricostruire l’aggressione e la direzione di fuga del 35enne. De Maria, già in passato, dopo l’omicidio del 2016, si era nascosto nella cittadina di Weener, nel nord della Germania, vicino al confine con i Paesi Bassi, prima di essere arrestato ed estradato.

Le motivazioni del gesto restano al vaglio degli investigatori. Non si esclude che alla base ci siano state tensioni pregresse tra De Maria e la vittima, entrambi dipendenti della stessa struttura alberghiera. Se il collega riuscirà a riprendersi, potrà forse fornire elementi utili per chiarire le cause dell’aggressione.

Ma non è l’unico elemento inquietante della vicenda. Mentre proseguono le ricerche del fuggitivo, è stata segnalata anche la scomparsa di una collega dei due uomini coinvolti: Arachchilage Dona Chamila Wijesuriya, 50 anni, di origine singalese ma cittadina italiana. La donna lavora al bar dell’hotel Berna, proprio come la vittima dell’aggressione, ed è collega anche di De Maria. Di lei si sono perse le tracce da venerdì pomeriggio: non si è presentata al lavoro, né ha fatto tappa in palestra, dove aveva detto che si sarebbe recata.

A denunciarne la scomparsa sono stati il marito e il figlio, che si sono rivolti ai carabinieri di Cinisello Balsamo, dove la famiglia vive. Il cellulare della donna risulta spento da ore e il sospetto degli investigatori è che possa essere rimasta coinvolta in un’altra possibile tragedia. Per questo le indagini si stanno ora concentrando anche su questo fronte, con un coordinamento stretto tra la Squadra Mobile della polizia, il Nucleo investigativo e la compagnia di Sesto San Giovanni dell’Arma dei carabinieri, in collaborazione con la polizia penitenziaria.

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