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Caso Serena Mollicone, ancora nessuna verità e molti dubbi sul delitto di Arce: il mistero della porta della caserma. Chi ha compiuto l'omicidio?

  • di Anna Vagli Anna Vagli

15 febbraio 2024

Caso Serena Mollicone, ancora nessuna verità e molti dubbi sul delitto di Arce: il mistero della porta della caserma. Chi ha compiuto l'omicidio?
La morte di Serena Mollicone avvenuta l’1 giugno 2001, resta ancora avvolta nel mistero. Eppure, nonostante l’assoluzione dei Mottola in primo grado, molti punti restano ancora oscuri, fra cui uno: come mai la rientranza sulla porta della caserma di Arce è sovrapponibile con la forma della testa della ragazza? Visto che sulla scena del crimine le coincidenze non esistono, il processo d’appello porterà a una qualche verità? Quel che è certo è che Guglielmo Mollicone è morto senza conoscerla

di Anna Vagli Anna Vagli

Chi ha ucciso Serena Mollicone? Per ora, mentre sfilano i testimoni nel processo di appello, resta un giallo. Andiamo per gradi. Serena Mollicone, diciotto anni, scompare da Arce il 1° giugno 2001. Il suo corpo viene trovato dopo due giorni a Fonte Cupa, nel comune di Fontana Liri. Nel marzo 2021 inizia il processo contro i coniugi Franco e Anna Maria Mottola, il figlio Marco, il vicemaresciallo Vincenzo Quatrale e l'appuntato Francesco Suprano, tutti accusati di omicidio; ma da quel processo tutti sono stati assolti, almeno per il primo grado di giudizio. La verità in questa vicenda sembra rimanere sospesa tra ciò che è stato accertato, e ciò che poteva esserlo, e chi abbia ucciso Serena Mollicone rimane un mistero. Almeno per ora e almeno per la prima sentenza. Ma è davvero un mistero? Con l’appello cambieranno le cose? La dura realtà e che l’assenza di tracce genetiche riconducibili ai Mottola sulla presunta scena del crimine ha pesato sulla mancata condanna. Chi lavora sul campo sa che, per amore di verità e giustizia, bisogna distinguere tra ciò che pensiamo, ciò che sappiamo e ciò che possiamo provare. Vi garantisco che in sede processuale fa la differenza. Il corpo di Serena, lo scotch e la porta della caserma dei carabinieri ad Arce non mostrano tracce dei presunti colpevoli, sui soggetti, cioè, finiti sul banco degli imputati. Possibile che la mancanza di prove sia dovuta a un'attività di ripulitura o a un esperto di scene del crimine? Certo è che, sempre ragionando in termini di scena del crimine, spesso l’assenza di prove, in certe circostanze, è anch’essa una prova. Si dice tra gli addetti ai lavori che il corpo parla. Cosa ci dicono, dunque, le modalità con le quali il corpo di Serena Mollicone è stato trovato?

Serena Mollicone
Serena Mollicone, uccisa in circostanze misteriose il 1° giugno 2001

La fase successiva al delitto mostra un'organizzazione chirurgica nel confezionamento del corpo. Ci ha ucciso Serena lo ha fatto in maniera puntale evitando di lasciare tracce di sé: indossando elementi di protezione, probabilmente dei guanti. Tuttavia, sui capelli di Serena sono stati rinvenuti alcuni frammenti. Ma questo che significa? La porta della caserma dei carabinieri ad Arce è stata sequestrata solo nel 2017. Pensate, solamente sedici anni dopo il delitto. Ma perché è così rilevante? La frattura cranica di Serena sembra sovrapponibile al danno su quella stessa porta. Un dato non certo da poco; ma la causa di morte di Serena è l'asfissia, non il trauma cranico, perché lo scotch che è stato rinvenuto sulla sua bocca è stato posizionato verosimilmente per accelerarne la morte. Evidentemente Serena non moriva a seguito del trauma cranico e questo costituiva un problema. La giovane era una testimone scomoda, eliminata forse per ciò che aveva scoperto. Guglielmo Mollicone finché è stato in vita ha affermato che Serena voleva denunciare Marco Mottola per la sua attività di spaccio. Una volontà che l’aveva spinta, qualche giorno prima del delitto, a discutere proprio con suo padre. Vale a dire il maresciallo Franco Mottola.

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Franco e Marco Mottola al processo

L'11 aprile 2008, si è suicidato il brigadiere Santino Tuzi, in servizio presso la Caserma dei Carabinieri di Arce al momento dell'omicidio di Serena Mollicone. Tuzi aveva riferito ai suoi superiori e al magistrato Maria Perna di aver visto Serena entrare nella caserma il 1° giugno 2001, ma la sua testimonianza non è stata sufficiente per incastrare gli imputati. Sugli abiti di Serena non sono stati trovati segni di trascinamento, suggerendo che il suo corpo sia stato sollevato prima di essere gettato. Il luogo dell'abbandono, frequentato da persone poco raccomandabili, era vicino al bar dove Serena è stata vista l'ultima volta viva. Il mistero del cellulare persiste, poiché il telefono di Serena è stato ritrovato a casa di Guglielmo Mollicone con il registro delle chiamate cancellato e il numero 666 impresso sulla rubrica. Il padre di Serena ha sostenuto che Mottola lo ha collocato lì durante una finta perquisizione, cercando di incolparlo per la morte della figlia. Il padre stesso è stato prelevato durante la veglia funebre per essere accompagnato in caserma. Il processo di appello scriverà un nuovo capitolo di questa vicenda? Di certo Serena Mollicone è stata uccisa da qualcuno che aveva intenzione a farlo perché sapeva qualcosa di troppo. E di troppo scomodo.

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