Attilio Pierini, cestista morto in un incidente stradale dopo uno schianto contro un camion sull’A24, non c’è più da oltre un anno e mezzo, ma è diventato padre. Sua moglie Francesca Polli, a sua volta rimasta gravemente ferita nel terribile scontro mentre con Attilio e il loro cane viaggiava a bordo di un suv Audi Q5, ha dato infatti alla luce Vittoria, concepita grazie alla procreazione medicalmente assistita (pma) con il seme congelato del defunto marito. Una bella storia di vita che va oltre la morte, o che comunque assume una nuova forma, considerando peraltro che anche la neomamma ha rischiato seriamente di non farcela.
“I nostri pensieri erano quelli di mettere al mondo una nuova vita, invece la vita ci è stata tolta. Tu hai voluto rimanessi qui cosciente e in salute. Oggi (l’8 febbraio, ndr) alle ore 08.37 è nata nostra figlia, la nostra più grande Vittoria. Il tuo esistere continuerà attraverso i suoi occhi. Non le leggerò i soliti libri di fiabe. Le racconterò la storia di suo padre, del grande uomo che era e dell’amore che ci ha uniti per sempre”. Queste le toccanti parole, scritte in un post Facebook, da Francesca Polli.
La coppia aveva già iniziato il percorso di pma e, nel giugno 2020, l’incidente è avvenuto proprio mentre i due si stavano recando a Roma per alcuni esami. Attilio “Attila” Pierini – allora 38enne, storico capitano e bandiera dell’Us Basket Recanati di A2 e in quel momento giocatore della Virtus Basket Civitanova Marche in serie B – morì sul colpo, mentre Francesca lottò a lungo in gravissime condizioni all'ospedale di Teramo per poi riprendersi. Da allora ha cullato il sogno di portare a termine la gravidanza con il seme congelato del marito. La piccola Vittoria Pierini è nata il giorno 8, come il numero di maglia del papà che non conoscerà mai. Peraltro in un’intervista rilasciata dalla neomamma è emerso che ci sarebbero altri tre embrioni che potrebbero essere utilizzati in futuro per provare a concepire altri figli “con” Attilio. E, posto che nessuno dovrebbe essere titolato a giudicare, proprio questo aspetto ha suscitato delle critiche.
Dura in particolare la presa di posizione di Renato Farina su Libero: “È giusto che una creatura diventi un esperimento? Che Vittoria sia stata programmata per somigliare a un padre che non c’è più, e in realtà non c’è mai stato, generata senza che Attilio nemmeno abbia detto sì o no, non è forse diventare la cavia per vedere che effetti avrà sulla psiche, sulla sua autocoscienza, diventare la prima italiana nata da chi era morto prima del proprio concepimento? Francamente dico di no. Non possiamo decidere di dare un destino ai nostri figli inviandoli in terre ignote, mai percorse da essere umano, e non per un accadimento della natura, ma andando più in là. In questo caso molto più in là. […] Questa vicenda sancisce ufficialmente, con tutto il suo carico di sentimenti popolari e (quasi) unanimi che suscita, la proclamazione dell’inutilità del padre, la sua riduzione a fuco destinato a crepare senza neppure congiungersi con l’ape regina. Non solo è la morte definitiva del padre inteso come educatore, optional gradito ma non indispensabile, ma della stessa famiglia”.