Di articoli sui novax ne sono usciti fin troppi. Se n’è parlato ovunque. Hanno ragione o hanno torto? L’obbligo vaccinale è anticostituzionale o no? E i vaccini non sono forse «sieri sperimentali» (spoiler: no; non sono proprio dei sieri)? Ma le mutazioni a livello del Dna? Mhmm, direi che non ci siamo. Ma c’è una sotto categoria di novax meno esotica della base del movimento. Si tratta dei medici innalzati ad autorità. L’illogicità della cosa è evidente: perché sarebbe sensato non credere a mille medici, ma perfettamente ragionevole credere a una sola persona con il grembiule? Ma neanche questo, almeno in queste circostanze, è il problema. La questione, piuttosto, nasce nelle aule dei tribunali e a che fare con la pioggia di ricorsi di medici sospesi dall’Ordine che desiderano essere reintegrati.
Un articolo uscito su «Libero», raccoglie alcuni di questi casi. Li riporto per comodità: dottoressa novax di Sassari con 4 figli a carico viene reintegrata perché, avendo contratto il Covid, aveva diritto a dodici mesi per potersi vaccinare e non tre, prima di essere sospesa, senza contare la carenza di personale medico; a dipendente di un’azienda sanitaria viene concesso un assegno alimentare pari a metà del suo stipendio dal tribunale del lavoro di Brescia; una psicologa novax sospesa è stata riabilitata a tutti gli effetti dal tribunale di Firenze e il motivo è stato che il giudice riteneva che i vaccini potessero impattare pericolosamente sul Dna dell’inoculato; in Sardegna un medico novax potrà tornare a esercitare ma dovrà, a sua spese, farsi un test molecolare ogni tre giorni e un antigenico ogni due. L’autrice dell’articolo, Serenella Bettin, evidenzia il caos che regna su questi temi negli ambienti giudiziari e quanto la discrezionalità del giudice possa condizionare la sentenza.
Può capitare che invece di passare per vie giudiziarie si organizzino atti di protesta. È successo, ma va avanti da settembre, a Reggio-Emilia, come riporta «Il Resto del Carlino». Si tratta principalmente di piccoli atti vandalici presso gli uffici dell’Ordine dei medici. Se la confusione è tanta non spetta a noi strecciare la matassa. Sarebbe il caso che delle figure impegnate sul fronte del diritto e della bioetica trovassero una linea condivisa coerente e valida a livello nazionale. Allo stesso modo i dubbi di natura scientifica andrebbero affrontati prima di tutto tra esperti del settore, medici, sociologici e storici della scienza, filosofi della scienza, biotecnologi e così via. A noi non resta che porre qualche domanda.
Per esempio, davvero i medici radiati credono che l’ambiente professionale contro cui si sono misurati possa essere adatto a loro? Voglio dire, la stragrande maggioranza del personale sanitario è in linea con la letteratura scientifica sull’efficacia dei vaccini. A fine 2021 (quindi superate le grandi ondate di vaccinazioni) la Federazione nazionale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO) comunicava questo dato: solo lo 0,27% dei medici era stato sospeso (neanche radiato); circa 1.260 persone su 460mila medici. La domanda diventa un invito. Vi siete opposti una volta? Che senso ha tornare in un ambiente che mai diventerà a immagine e somiglianza delle vostre opinioni sui vaccini? Sarebbe come vedere un musicista alzare un polverone per rientrare nell’orchestra jazz dove lui vuole fare rock.
Un’altra domanda non è per loro, ma per la società. Quale sarà il loro posto nel mondo? I medici novax verranno tutti reintegrati? Si tratta di uno sbandamento occasionale? O si è aperta una crepa più profonda, che mina la fiducia stessa verso la ricerca scientifica e la stabilità del sapere specialistico all’interno della comunità di professionisti? Chi oggi si è sentito tradito dal proprio Ordine di afferenza, chi ha definito magari lo stato attuale in ambiente sanitario “medicina nazista” (queste le parole della dottoressa Barbara Balanzoni, anche lei radiata e subito pronta a fare ricorso). Che vaso apriamo con il reintegro progressivo di medici che non si sono vaccinati, o non hanno vaccinato (anche mentendo e rilasciando certificati falsi), o hanno adoperato cure pericolose o di nessuna utilità? Le domande sono tante. Queste due, però, una per i medici novax, che vorrebbero tornare nelle braccia del sistema sanitario nazionale, e una per tutti noi, dovrebbero poter trovare una risposta il prima possibile.