Nessuno ci capisce un cazzo. Più di un milione di casi in quarantena, orde di gente murata in casa, Bassetti che sostiene che se non cambiamo approccio a fine gennaio l’Italia, tra quarantenati e positivi, sarà bloccata. Caos tamponi, file in farmacia (per la felicità delle farmacie stesse), terze dosi, nessuno sa bene cosa fare se positivo, Asl o Ats o come si chiamano adesso che ti ignorano, medici che ti ignorano, molecolari a 100 euro, molecolari a 160 euro, politica in vacanza, politici che pensano solo agli inciuci per eleggere il presidente della Repubblica. Un delirio. Avete visto Don’t Look Up? Inetti che comandano, chi comanda che prende alle leggera quasi tutto, i vari Zuck Gates Bezos e chi volete che finanziano assurde operazioni per la vita eterna con trilioni e trilioni mentre qui la vita è sempre più una merda, gente sui social che prende per il culo chiunque, che elogia oggi e affossa domani. Disastro. Fine del mondo. Sounds familiar, eh?
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In questa cornice altro che NOVAX. Bisogna preoccuparsi solo di loro? Bisogna zittirli come ha detto Monti e come ha detto anche Mattarella? Ho dei seri dubbi. Uno lo abbiamo ritratto, fatto parlare, lo abbiamo raccontato dal punto di vista umano. Chi è, da dove arriva, mica come nei talk show. E fotografando lui, Fabrizio Spucches non ha fotografato solo una persona. No: ha fotografato un anno, il 2021. Ha fotografato il caos. Un caos dove dentro c’è disinformazione, follia, patriottismo, regole assurde, regole giuste che vengono aggirate, sfiducia, mascherine chirurgiche, rosari, preghiere, religione, scienza, tamponi nel naso, soldi, tanti soldi, qr code, qr code che vanno a fuoco. E diti medi al sistema, ma con i guantini di lattice blu. Un lavoro così non lo vedevo da tempo. Perché non è un singolo ritratto, inquadra una situazione. Ritrae un periodo storico. Chi scrive, in questo momento, è positivo. Alcuni mi hanno chiesto: è il caso che tu dia spazio a un NOVAX?
La risposta è sì, anche se non condivido NIENTE NIENTE NIENTE di quello che dice Tuiach, perché è di questo caos che dobbiamo parlare. E se c’è una cosa che ho capito in quarantena è che la coglionaggine è un iperoggetto. La definizione di iperoggetto l’ha data un filosofo contemporaneo, Timothy Morton: gli iperoggetti sono entità distribuite nel tempo e nello spazio e possono essere prodotti dall’uomo (ad esempio la plastica di tutto il mondo o tutte le macchine industriali) oppure no (la somma del plutonio o l’uranio). Gli iperoggetti sono reali al di là del fatto che qualcuno li contempli o meno. Per Timothy Morton sono i «responsabili della fine del mondo». Ecco, la coglionaggine è un iperoggetto. Tutti, se non tutti molti, moltissimi di noi, contribuiamo a rendere viva la COGLIONAGGINE: me la immagino come una palla enorme, molle ma robusta, tipo una gigantesca palla antistress che circonda l’atmosfera al posto della protosfera. Fate come me, se vi concentrate è quasi come vederla. Potrebbe farci un film la Pixar. È enorme. E ognuno di noi, a seconda di come si comporta, può ingrossarla o eliminarne dei pezzi. Ma la COGLIONAGGINE ha un super potere: sa che male che andrà resterà di grandezza comunque immensa. Perché sarà nutrita costantemente. Perché la quantità dei coglioni in giro o la quantità di atteggiamenti da coglione che applichiamo quotidianamente è infinito. Infinito.
Cosa c’entra questo con il Covid e con la variante Omicron? Che in presenza di questa pandemia la COGLIONAGGINE è come se fosse al pranzo di Natale. Perché è coglione chi ha preso il Covid poiché non ha preso le precauzioni minime per evitarlo. È coglione il medico di base che magari ti fa fare il tampone prima del tempo e quando glielo fai notare ti dice: “Eh ormai l’ho prenotato”, come se fosse un’azione incontrovertibile. È coglione la farmacista che ti fa un tampone rapido fatto come potrei farmelo da solo. È cogliona la burocrazia italiana che non fa dialogare i sistemi sanitari regionali uno con l’altro. È coglione chi studia un sistema come il Green Pass che puoi falsificarlo in due minuti. È coglione il virologo che canta la canzoncina e quello che si crede una star. È coglione il giornalista presenzialista e lo è il produttore televisivo che lo invita sempre. In tutto questo, ripeto, il problema sono solo i NOVAX? Mi fa tenerezza chi dice: “Ah, speriamo che il prossimo Natale ci saremo levati il Covid di torno”. Signori, questa situazione non finirà così presto, ce la porteremo avanti per anni. Ci saranno altre varianti, altri vaccini, pillole, rimedi e decisioni politiche. Per anni. Questa situazione segnerà la Storia più di quanto l’abbia già segnata. Non fate discorsi patetici per favore. Rendetevene conto. E se la volete chiamare Fine del Mondo, be’, siete nel posto giusto al momento giusto: buona Fine del Mondo. Ne Resterà Solo Uno.