Dal Green Pass al Super Green Pass, la stretta verso chi ha deciso di non vaccinarsi è partita anche se, come (troppo) spesso accade in Italia, una scappatoia esiste sempre. E proprio nel giorno dell’entrata in vigore delle nuove normative, lunedì 6 dicembre 2021, siamo in grado di portare alla luce la testimonianza diretta di uno “spacciatore” di certificati verdi contraffatti della periferia di Milano. Nel servizio realizzato dal direttore di MOW, Moreno Pisto, in onda anche nella trasmissione Controcorrente condotta da Veronica Gentili su Rete4, emerge la facilità con la quale è possibile aggirare le regole, mettendo a rischio la propria salute e quella degli altri.
Non si tratta di un caso isolato, infatti nelle ultime settimane è cresciuta in maniera esponenziale la richiesta di Green Pass falsi – così come di sequestri e denunce - utili a evitare vaccinazioni e tamponi e in seguito per accedere a qualsiasi luogo pubblico senza nessuna restrizione. I veicoli principali attraverso cui circolano questi attestati fasulli sono Telegram, i gruppi Facebook o il dark web ed è possibile acquistarli investendo poche centinaia di euro, che spesso vengono richieste in bitcoin o in una delle nuove forme di “moneta digitale”. Dietro questo mondo, però, non ci sono soltanto le organizzazioni criminali, ma anche una schiera di insospettabili che, grazie a basilari competenze informatiche, sono in grado di creare il codice utile a far apparire la spunta verde sui rilevatori in possesso dei pubblici esercenti. “Ne avrò spacciati all’incirca una ventina. È facilissimo – ha esordito l’intervistato, che ha preferito rimanere anonimo -, anche perché basta scaricare una App, non italiana ma slovena”. In seguito, è necessario accettare “tutte le spunte con ‘ok’ e poi, quando chiede un Pin, digitare una sequenza di numeri casuale e il gioco è fatto”.
Ma com’è possibile che funzioni? Semplice: “Il Green Pass è di un’altra persona vaccinata, per cui si apre il suo Qr code, che io ho scansionato dall’altro telefono e così chi lo ha acquistato hai il suo pass”. Quello che ha mostrato nel servizio, per esempio, è di “un amico che ha fatto il vaccino. Io ne ho sei-sette, in base all’età di chi me lo chiede e se è maschio o femmina”. E quando Moreno Pisto gli chiede: a chi li spacci? La risposta è spiazzante, per la naturalezza con la quale viene spiegato che “li do a un amico che li mette in vendita su Telegram e le cifre vanno dai 50 ai 100 euro”. Ancor più inquietante, il fatto che ormai questa pratica in certe zone del Paese, stando a quanto riferito dall’intervistato, sia addirittura una consuetudine diffusa: “Io non mi faccio pagare, perché dove vivo non c’è mercato. È così semplice e conosciuta che la fanno tutti. Lo usiamo per entrare nei cinema, nei ristoranti, ovunque venga chiesto di essere usato”.
A questo punto, non resta che verificare il Green Pass. Ed effettivamente, come testimonia il video, quando i due entrano in un pub e gli viene controllato appare la spunta verde che gli permette il via libera senza restrizioni: “Bello tranquillo entro, faccio quello che devo fare e nessuno mi dice niente” commenta soddisfatto il “pusher” di certificati.
Con buona pace delle norme anti-Covid.