Vi immaginate il neo eletto presidente del Senato Ignazio La Russa alle prese con un figlio rapper che inneggia alla cannabis? Tale Larus, nome d'arte del suo terzogenito, al secolo Leonardo (Apache). Ecco, è quanto succede quando la realtà supera la fantasia, per quella stessa ironia del destino che ha voluto fosse proprio Liliana Segre a passare il testimone della seconda carica dello Stato al nostalgico di Benito (che nel nome aveva già in serbo il cammino).
Ebbene, anche stavolta il destino l'ha messa al posto giusto, visto l'accesa contrarietà di Fratelli d’Italia alla legalizzazione delle droghe leggere, come ribadito anch'ieri nel discorso della Meloni alla Camera, in cui torna ad annotare chi ne fa uso come personalità “deviata”. Certo, parliamo pur sempre di canzoni, e non per forza autobiografiche, per cui, a dire il vero, La Russa padre aveva già dissato il suo pargolo e proprio per il contenuto dei testi, nientemeno che dalle pagine del Corriere prima e poi anche in diretta a Radio Capital.
Ma riepiloghiamo. Anno domini 2019, esplode il caso per i brani - tre pervenuti finora - caricati sull'account YouTube di Leonardo La Russa (con meno di 500 iscritti al seguito). Brani che sono tutto un programma, qualità discutibile a parte. Così andiamo dritti al primo, “Sottovaluti (rmx)”, cantato in collaborazione con Apo Way. “Sono tutto matto, sono tutto fatto, sono tutto pazzo, ma ti fotto pure senza storie..”. Un testo dal contenuto più che esplicito, che come anticipato aveva prontamente scatenato la reazione del presidente del Senato. “Nella canzone dice Sono tutto fatto? Tranquilli, non è fatto, il concetto di fatto ha un significato diverso. Comunque i padri sono sempre gli ultimi a saperlo. Se lo acchiappo con la droga lo ammazzo”. Insomma, nient'altro che un fake, prendiamolo per vero. Ma il pargolo ci fa giù duro anche in un altro. “Quanto è bello essere Larus” (feat Vale Pain): “Quando fottevo troie, come fossi Bobo Vieri”. Quindi un rapper (si fa per dire) dai testi volgari e senza senso, bene.
Intanto spulciando le reazioni degli utenti notiamo pure che il provetto vanta più insulti che visualizzazioni, e per di più insulti legati al genitore celebre. Così andiamo anche a celebrarne alcuni: “Vuoi spiegare a tuo padre che l'erba non fa male, please?”. Oppure: “Era difficile fare peggio del padre, ma ce l'ha fatta”. Ancora e in relazione a quando affonda sui “soldi del papi”: “Raga, sto qua prende schiaffi a Milano, è preso per il cu*o da tutta Milano”. E poi, ovviamente, servito sul piatto d’argento: “Critichi chi usa i soldi del papi e tu cosa fai? Ah no, tu usi i nostri, scusa”. Infine c'è chi si bea perchè ha smesso di rappare, specie dopo il battibecco via Instagram con Fedez (sempre nel 2019), in cui Larus difendeva il padre dalle osservazioni di Federico Lucia.
Effettivamente, come già sottolineato, sono in pubblica diffusione solamente quei tre brani, e datati anno 2019. Allora che fine ha fatto l'ex rapper? È presto detto, e andiamo di rimando al suo profilo Instagram dove ben in vista sponsorizza Eclipse, società per eventi con sede a Milano, che opera non solo nel capoluogo meneghino ma anche a Forte dei Marmi, Porto Cervo e Londra. Non a caso sfilano diverse testimonianze della sua presenza in questo e quel party, non ben chiaro se in veste di collaboratore o anche dietro la consolle. Inoltre, sempre per citare quei famosi “soldi del papi” (di cui si fa beffe), il nostro studia alla Regent's University London, un'università privata sita a Londra, dalla retta esorbitante (sulle 20 mila sterline annuali).
Ma tornando caldissimi alle doti canore di famiglia, al momento relegate in un angolo da Leonardo, come dimenticare l'interpretazione di cotanto padre, tornata virale sui social, che qualche anno fa cantava La canzone del sole, precisando il colore nero del mare. E sì che il presidente Meloni (il/lo/la per la gioia della Boldrini) si è subito discostata dal sentiment fascista. Ma si sa, al cuor non si comanda...