Suonino le trombe e trombino le squillo! Anche oggi possiamo ammirare in tutta la sua sontuosa magnificenza l’ennesima polemica inutile. Macché dico inutile: irritante, vana e assolutamente sterile. Quelle baggianate che mi bloccano la digestione del toast al prosciutto della mattina e che mi tolgono pure la voglia di flirtare col farmacista sotto casa. Protagonista di questi vaneggiamenti, più simili ad uno starnazzare che altro, Elodie, la bellissima Elodie, uscita in questi giorni col nuovo album, “Respira”, accompagnato come sempre da una serie di immagini della poliedrica cantante romana, realizzate dal fotografo Giampaolo Sgura, ma che purtroppo avrebbero indignato le pecore più ignoranti del branco. Le foto in questione si sono macchiate di un paio di reati inaccettabili e difficilmente digeribili (dai fan e dai detrattori): seguono un trend fotografico, una moda estetica rilanciata tra le celebrity dell’’Instagram e sono apparentemente scattate da un pazzo inciampato per sbaglio su una reflex. E invece precisiamo: quello che va di moda negli ultimi tempi è questo, una fotografia che reclama una cruda verità (vera come una banconota da 7 euro) fino alla nausea. E fino a dare nauseare a chi la guarda.
Chiariamoci, stiamo parlando di immagini non prive di Photoshop, ma prive di quella post produzione patinata che di solito ci rende la cantante nostrana una dea inarrivabile. Spoiler: anche buttata per terra, con una faccia a metà tra un Hangover pesantissimo e un burnout da relazione tossica, Elodie rimane una dea inavvicinabile. Ma a lei (e alla sua etichetta) invece si avvicina la moda del momento, questo stile un po’ Terry Richardson un po’ Tokyo Hotel tristi (ma meno smaccatamente volgare e meno emo) che vuole mostrare l’artista “nudo”, fragile e brutto. Si, brutto. Per la serie: anche chi può permettersi di vivere sul lettino del medico estetico può essere un cesso. Anche chi può permettersi di piangere asciugandosi le lacrime con banconote da 500 euro è depresso. Anche chi può pagarsi due sedute al giorno di analista ti dice che non sa come gestire l’ansia, le crisi di panico, le aspettative. Tutto sfocato, sbagliato, mal esposto. Cellulite (pochissima) a vista, borse sotto gli occhi e chili di disagio.
Il messaggio è: anche i re Mida della qualunque cosa possono essere come voi poveracci, ma non voi come loro. Ci rendiamo conto di quanto sia fuori luogo scandalizzarsi per delle immagini modaiole (cucite su un’artista per altro estremamente amata dal fashion system) fatte per strizzare l’occhio al pubblico e che accompagnano la promozione di un disco pop commerciale? “Respira” appunto. Un disco che, per quanto sicuramente ben fatto, non sarà certo l’ultima opera in vinile con cori di alci finlandesi di Bjork, o no? Lo stesso discorso dell’immagine pubblica che ammicca verso le community social e il sistema moda lo sta facendo anche Arisa, ma forse con più convinzione personale, forse più per scelta intima e con una necessità forte di validare il fatto che la palestra le fa bene (benissimo), gli anni pure e che nonostante tutto (outfit sbagliati, improbabili extension ecc ecc) lei è una figa che può avere chi vuole.
Pensare che qualcuno creda a questi teatrini è esilarante. Vedere qualcosa che vada in direzioni diverse dal marketing in tutto questo è da ingenuotti. E sì, voi potete anche esserlo, un po’ boccaloni, ma io no. E mi incazzo per il tempo che queste considerazioni banali riescono a farmi perdere. Grazie a Dio c’è Chiara Ferragni, che ci vende comunque cose che non esistono, ma lo fa quasi sempre sorridendo e con una skin care da brivido.