Dopo l’inchiesta anche la beffa di Selvaggia Lucarelli sulla sua newsletter, che – pur avendo ammesso che, tra tutte le sue “vittime”, è quella con cui vorrebbe riappacificarsi – analizza, a partire dai dati riportati dal Corriere della Sera sulla “fine” della società Fenice. Mentre Chiara Ferragni deve rendere conto di una perdita di 10 milioni (e un crollo di 2 milioni nel 2024 rispetto al 2023) ai suoi soci in assemblea, soprattutto a Pasquale Morgese, a dir poco scettico sul futuro della società dell’influencer in cui aveva scelto di investire fin dal 2014. “Le prime notizie sul bilancio 2024 delle società di Chiara Ferragni sono disastrose e credo non ne sia stupito nessuno. Dopo il Pandoro Gate (dicembre 2023) i suoi contratti da testimonial sono stati annullati, non ne sono arrivati di nuovi, molti prodotti del suoi brand sono finiti svenduti su piattaforme estere se non nei mercatini o addirittura donati a qualche scuola africana”.
Siamo lontani, secondo la firma del Fatto, dai tempi d’oro dell’occhio: “Il futuro è molto nebuloso. Il 2025 non sembra essersi aperto con prospettive brillanti. Ad oggi, l’unico brand di cui Chiara Ferragni è testimonial sarebbe una linea di prodotti per capelli vegana la cui strana società, con sede in Spagna, non pare un colosso nel mondo della cosmetica. Anzi. Il problema, poi, è che si tratta di un brand decisamente lontano dal posizionamento-Ferragni che, negli anni, ha dimostrato di non avere alcuna sensibilità per temi etici legati a ambiente e animali. Anzi, è stata tra le poche influencer a indossare ostinatamente pellicce e pure nell’ultimo anno ha più volte esibito le famose Hermès di pelle esotica, oltre che i soliti, amatissimi hamburger di varie multinazionali. Che ci azzecchi, dunque, il simbolo del consumismo 2.0 Ferragni con il veganismo è cosa ignota, ma non è la questione etica che mi interessa al momento” (e, fin da subito, ve ne abbiamo parlato anche noi).

Insomma, errori di comunicazione su errori di comunicazione, ormai fin troppo avanti su quel piano inclinato che le impedisce di recuperare spazio, consenso e profitto: “La sua idea di legarsi a un brand vegano è la dimostrazione di quanto purtroppo il suo progetto di ripartenza non tenga in considerazione l’importanza di una strategia che come primo step dovrebbe individuare un nuovo posizionamento. Come ho sempre detto, il problema di Chiara Ferragni è la mancanza di capacità di accettare l’idea che non potrà mai tornare quella di prima. Ha una sorta di dismorfofobia per cui lei si guarda allo specchio e si vede ancora Barbie City Life, non scorge le macerie che solo in piccola parte il tempo ha spazzato via. I cumuli restano e per quanto siano montagne ai bordi delle strade e non più cemento e polvere che impediscono il cammino, Chiara Ferragni non ha ancora riparato il disastro che ha combinato”. Insomma, non più la material girl che ha ispirato centinaia di ragazzine, la capofila di una nuova generazione di imprenditori e imprenditrici digitali in Italia, ma una persona che deve ricostruirsi da zero.
“E non riuscirà a farlo in maniera seria e solida” continua Lucarelli, “finché non capirà che sta provando a rientrare dalla stessa porta da cui era uscita, mentre dovrebbe cominciare a costruire altrove. La sua presenza a qualche sfilata dovrebbe essere l’accessorio di una strategia larga, magari utile a sostenerla anche sul piano dell’autostima, ma non è la vera ripartenza che Ferragni immagina”. Dovrebbe, per iniziare, ammettere le sue colpe: “Ed è ancora più sbagliato, a livello strategico, rispondere ancora ai giornalisti che le chiedono del Pandoro Gate ‘Io non ho fatto niente, io sono innocente’ (come ha fatto qualche giorno fa). Chiara Ferragni ha pagato una sanzione milionaria all’antitrust, ha risarcito i consumatori perché ritirassero le querele, ha fatto una donazione milionaria ai Bambini delle fate per chiudere il suo contenzioso con l’Antitrust, ha donato spontaneamente un milione all’Ospedale Regina Margherita per cercare di recuperare la sua reputazione. Se non avesse fatto nulla, se fosse stata innocente tutto questo non sarebbe accaduto. Che abbia fatto pubblicità ingannevole giocando sulla beneficenza è ormai un dato di fatto. Non è in discussione”.
Cosa deve fare un’ex regina per lasciarsi alle spalle un impero? Secondo Lucarelli “quel tipo di comunicazione, quella del privilegio, dell’esibizione del lusso, della dimensione svagata della vita perennemente in vacanza alternata alla narrazione zuccherosa di lacrime a favore di videocamera e della famiglia bionda con i filtri per spianare rughe e guai, è respingente. Evoca ‘il prima’. L’inganno a cui abbiamo assistito. Chiara non vendeva Pandori per donare più soldi ai bambini malati di cancro, aveva un matrimonio infelice, non era una vera imprenditrice. Ci vendeva uno spot della sua vita e ‘noi’ compravamo, ma l’immagine sulla confezione non somigliava al contenuto della scatola. Chiara Ferragni, dopo che quella scatola è stata aperta, l’ha chiusa di nuovo con lo scotch e non ci ha messo nulla di nuovo. Al massimo ha tolto qualcosa, continuando a occuparsi solo dell’immagine sulla confezione”.

Ma la speranza di superare questo impasse strategico esiste? Per Lucarelli, chiaramente, no: “Ammetto di aver provato a cercare qualcosa che potesse farmi sperare in un suo cambiamento, ma alla soglia dei 40 anni è purtroppo cristallizzata in una dimensione adolescenziale che sembra irrecuperabile”. E anche l’atteggiamento dei suoi cari non aiuterebbe: “Il fatto di non riuscire a dire a sua madre di smetterla di lasciarle sotto ogni foto quei commenti caramellosi e svenevoli che la infantilizzano, la dice lunga sulla determinazione nell’uscire dal cliché della influencer che non riesce a diventare adulta. Neppure dopo lo tsunami che ha affrontato”. Cosa le resta quindi? Forse una storia d’amore finita male da poter raccontare avvicinando la gente a sé: “Paradossalmente, il più grande aiuto da un punto di vista reputazionale ad oggi glielo ha fornito il duo Falena/Pianta infestante (Fedez e Corona) che a furia di farci sapere quanto fosse cornuta, a furia di sbeffeggiarla o semplicemente di gettare la sua carcassa ai lupi famelici del gossip più becero, hanno avuto due effetti: svegliarla per una volta dal suo torpore e costringerla a reagire (querelando finalmente Corona e spiegando- in minima parte- al mondo chi sia il suo ex marito). E accusando finalmente l’ex marito di complicità con l’altro”.
Lucarelli continua: “La volgarità con cui la premiata ditta si è scagliata su di lei, il modo in cui il suo ex marito- per mesi e mesi- ha lasciato che l’altro parlasse di lei e del suo nuovo fidanzato Tronchetti Provera, il fatto che lo abbia messo al corrente della vita sua e di Chiara con particolari intimi e privati, ha avuto l’effetto che Fedez e Corona mai avrebbero voluto: e cioè che alla fine Chiara Ferragni sia passata per la vittima di due maschi ‘tossici’. Che il pubblico (me compresa), in questa vicenda, abbia simpatizzato per lei. Quello che mi ha inorridita è che in compenso non ci sia stato un giornalista e una femminista di quelle molto attive sui social e che prima le strizzavano l’occhio continuamente, che l’abbiano difesa dalla violenza con cui quei due si sono scagliati contro di lei. L’uno passando informazioni inutilmente crudeli e pruriginose, l’altro dandole in pasto al pubblico con fattura annessa”.
E per rispondere a Falsissimo dovrà contrapporre, probabilmente, proprio la sua nuova relazione: “Potremmo dire che Ferragni, nella sua totale incapacità di reinventarsi, ha centrato solo un punto: il fidanzamento. Nonostante si dica che la famiglia di lui non sia entusiasta, il legame con Giovanni Tronchetti Provera sembra sopravvivere agli imbarazzanti scossoni degli ultimi mesi. Per Ferragni, l’ingresso ufficiale nella famiglia Tronchetti Provera vorrebbe dire una nuova verginità in molti ambienti che contano, un ingresso nella Milano dei poteri forti e la conseguente, totale sudditanza di molta parte della stampa italiana. E dunque, il ‘perdono’ da parte di molte maison. Perché in Italia se sei milionario i giornalisti ti amano. Se sei miliardario ti venerano”.
