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Chiara Ferragni e caos adv: come mai gli influencer continuano a fare figure di mer*a? Perché sanno che ce ne dimenticheremo. Vedi i casi Iconize, Imen Jane, Stella Manente...

  • di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

13 agosto 2024

Chiara Ferragni e caos adv: come mai gli influencer continuano a fare figure di mer*a? Perché sanno che ce ne dimenticheremo. Vedi i casi Iconize, Imen Jane, Stella Manente...
Tanto la fanno sempre franca. Il Pandoro Gate deflagrato grazie all'inchiesta di Selvaggia Lucarelli su Chiara Ferragni e la sua indagata beneficenza sembra aver tirato un forte scossone alla privilegiata bolla degli influencer. L'opinione pubblica sta sviluppando una crescente avversione nei confronti delle stelline del web che campano più o meno a scrocco da una vita. Eppure, loro continuano tranquillamente a fare figura di mer*a colossali. Come mai? Perché, ed è la storia che purtroppo lo insegna, sanno di poter contare sulla memoria cortissima di noi tutti. Ancora? Dopo tutto questo tempo? Sempre

di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

Negli ultimi giorni sui social serpeggia enorme indignazione verso Eleonora Rocchini, quasi un milione di follower su Instagram, due aziende e una vita extra-lusso più o meno a scrocco tra #adv e #supplied (qui la nostra intervista). A far discutere è la sua estrema e ostentata opulenza? No. Molto più semplicemente, il fatto che la stellina dei social abbia aperto una raccolta fondi per far pagare ai follower un urgente intervento al cane, colpito da tumore. In 24 ore, la ragazza ha tirato su 7mila euro. E, per quanto la cifra utile allo scopo fosse inferiore, non ha chiuso il gofundme, continuando a incassare. Ora, partendo dal presupposto che tutti speriamo che "Fido" possa riprendersi quantoprima, a Rocchini, se vogliamo credere che sia davvero così a corto di finanze, sarebbe bastato vendere un paio delle borse griffate che tanto orgogliosamente mostra su Instagram per racimolare i soldi necessari. Inoltre, esistono le rate, i prestiti. Quello che le persone "normali" fanno quando si para loro davanti una difficoltà di questo tipo. In un paio di storie, poi rimosse, l'influencer piange lacrime amare e tra i singhiozzi elemosina denaro "entro 48 ore". A monte di tutto, risulta quantomeno risibile che un qualsiasi veterinario possa averle detto: "Dammi 6mila euro in contanti adesso oppure il tuo cane muore". L'operazione poteva essere urgentissima e salvavita, sì, ma non il pagamento. Quello si dilaziona, non è poi così complesso trovare una quadra. Specie in uno scenario tanto disperato. Mentre Selvaggia Lucarelli, Gabriele Parpiglia e altre varie seguitissime teste d'ariete la sbugiardano, grande biasimo viene espresso anche verso chi quei soldi glieli ha pur dati. "Abbiamo visto i suoi singhiozzi e ci si è spezzato il cuore per il cane", commentano i generosi donatori, perlopiù pentiti. Quella di Rocchini, nonostante le sue spiegazioni date in esclusiva a MOW, si va configurando come una figura di mer*a di importantissime proporzioni. C'è chi maligna, perfino, che questo amato quadrupede ammalato non sia mai comparso, nemmeno una volta, nel suo feed (non è vero, ma il più recente post che la ritrae in compagnia dell'amato animale risale alla scorsa estate). A prescindere, possiamo dirci fin da ora convinti che, nonostante "l'errore di comunicazione", l'influencer potrà continuare in serenità la propria vita da privilegiata come nulla fosse. Come mai? Perché è già successo in passato con altri seguitissimi individui che, dopo qualche giorno di 'shitstorm' social - più che meritata - per la malefatta di turno, sono tornati alla loro vita di privilegi e #gifted. Tale impossibilità statistica si è sempre verificata perché i nostri eroi possono contare sul super bonus della nostra memoria cortissima. L'elenco delle evidenze che avrebbero fatto chiudere la 'carriera' di chiunque è lungo assai, si è stratificato negli anni. Scegliamo tre casi di pubblico dominio che, dopo aver fatto giustamente indignare l'universo mondo, in virtù del sempre surreale 'effetto Report', poi non hanno portato ad alcuna conseguenza per i responsabili protagonisti di gravi o gravissimi "errori di comunicazione". Prima, molto prima, che definirli così fosse mainstream. 

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Un post condiviso da Gabriele Parpiglia (@gabrieleparpiglia)

Eleonora Rocchini è soltanto l'ultima in ordine di tempo ad aver messo in piedi una pecionata che ha fatto ribollire le più creative imprecazioni di molti. Se non altro, oggi tutti sanno il suo nome e cognome. Bene o male purché se ne parli, no? Forse. Intanto, Selvaggia Lucarelli (e non solo) le è alle calcagna e vedremo quanto la nostra influencer/imprenditrice/fa tutto lei impiegherà a uscire dal pantano mediatico. Perché ne uscirà. Non importa quanto il vento ora come ora sembri essere cambiato, seminando una focosa avversione da parte della pubblica opinione nei confronti di stelline e stellone social. Era il 2020 quando il content creator Iconize, al secolo Marco Ferrero, piangeva in tv chez Barbara d'Urso lamentando di aver subito una aggressione omofoba mentre passeggiava per le strade di Milano. La sua storia Instagram di denuncia, con tanto di occhio livido, era divenuta virale, tutti abbiamo empatizzato con lui e ci siamo indignati per la dilagante e feroce omofobia perfino nella città più 'rainbow' d'Italia. Ebbene, non era vero niente.

Saltò fuori, poco dopo, come il nostro si fosse inventato tutto di sana pianta. Per sua stessa ammissione, si era scagliato un surgelato in viso per fingere l'agguato e poter fare ciò che a molti influencer riesce meglio: creare engagement, ossia aumentare i propri follower, lacrimando forte. Un fatto gravissimo, irrispettoso, non ci sono abbastanza aggettivi per definirne a pieno la nefandezza. Iconize ha preso in giro follower e Italia intera, a partire da chi, purtroppo, viene preso a botte sul serio ancora oggi soltanto perché non etero. Cosa è successo dopo? Niente. Sono arrivate le scuse del malnato, sempre in tv da Barbarella e la promessa di una settimanuccia di detox dai social per 'disintossicarsi' dalla brama di cuoricioni virtuali. Anno delle Signore 2024, Ferrero conta ancora quasi 500K follower e viene spesso e volentieri invitato a parlare in panel a tema diritti arcobaleno, come se potesse davvero avere una qualunque credibilità in simili contesti. Ok. 

Tutti noi sbagliamo. Ci sono, però, 'errori' che dovrebbero comportare conseguenze. Le conseguenze vengono, per qualche ragione, sempre condonate agli influencer, non importa di quale malefatta dimostrino d'esser capaci. Passiamo a un altro incomprensibile sbaglio del Matrix, Imen Jane. Delle cafonate in vacanza con le amiche ci interessa davvero poco, per quanto siano state sgradevoli. Pazienza. Costruitasi una carriera social da esperta economista, nel 2021 saltò fuori, grazie a una indiscrezione lanciata da Dagospia, come la nostra fosse soltanto iscritta all'Università Bocconi di Milano. Niente laurea, se l'era inventata. Anzi, a detta sua, nel video di rito in cui si scusava per aver sostanzialmente preso tutti per il naso, sostiene di aver "trascurato gli studi" perché troppo presa dal diventar CEO di start up presso se stessa. Start up ancora oggi super floride. La nostra è scrittrice, founder del seguitissimo Will_Ita, Forbes l'ha infilata tra gli under 30 più di rilievo nel campo 'media expert'. Vince premi giornalistici, è pure lei speaker di vari panel per spiegare ai più giovani come fare strada nell'ambito del giornalismo e dei social. Millantando duro? Chissà, pare funzionare. Devono essere intervenuti i Men in Black sparaflashando tutti o non si spiega. 

Un altro 'successo' (di follower e consenso) inspiegabile, la chiudiamo qui ma potremmo continuare forse per sempre, è quello di Stella Manente, oltre 700mila seguaci su Instagram. Correva l'anno 2019 e la nostra un pomeriggio di inizio estate aveva davvero molta fretta. Tanta da invocare Hitler per far fuori gli omosessuali. Omosessuali che, coinvolti nei festeggiamenti e nelle parate del Gay Pride, la stavano attardando: lei aveva un treno da prendere. Le scuse, anche in questo caso, sono arrivate piuttosto rapidamente: "C'erano 42 gradi e ho avuto un attacco di panico", ha spiegato la starlette. Starlette che, subito a settembre di quell'anno, si ritrovò nel cast de 'La Pupa e il Secchione'. Senza perdere, ovvio, un'unghia finta, un'extension di adoranti seguaci. Anzi, nel tempo sono pure aumentati in modo esponenziale. 

Questi fatti non li ricordiamo soltanto qui a MOW perché ce li siamo segnati sopra un qualche libro nero. Ai tempi, nemmeno troppo lontani, in cui avvennero, ci fu grande agitazione popolare, le principali testale nostrane come qualunque altro sito d'informazione, riportò tutte e tre le malefatte scatenando una massiva - e legittima - indignazione. Massiva e legittima indignazione dimenticata, poi, nel giro di pochi giorni. Gli "errori di comunicazione" non se li è certo inventati Chiara Ferragni una volta ingabbiata nel Pandoro Gate. I percorsi della maggior parte degli influencer sono costellati da crateri micidiali, tanto imperdonabili quanto condonati. Come mai? Perché, al solito, i fessi siamo noi. La memoria corta, da sempre un tratto distintivo della più pura "italianità", è forse il vero privilegio di stelle e stelline dei social. Stelle e stelline (ri)manenti. Congratulazioni a tutti. 

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